Come la Realtà Virtuale può ridurre l’ansia da viaggio

Una recente tecnologia utilizzata nell’ambito dei videogiochi si è dimostrata utile anche in psicoterapia

Come la Realtà Virtuale può ridurre l’ansia da viaggio

L’evoluzione della tecnologia negli ultimi dieci anni ha portato a esperienze sempre più sofisticate e immersive nell’ambito dell’intrattenimento in generale, e in quello dei videogiochi in particolare. Nuovi dispositivi, come i visori, permettono di vivere in prima persona una Realtà Virtuale e alternativa. Oggi si utilizzano queste innovazioni anche in psicoterapia.

La Realtà Virtuale ci permette di viaggiare in un altro mondo, ricostruito con la tecnologia. Questa innovazione permette di prepararci meglio a un viaggio in un altro punto del nostro mondo reale. Basta mettere nella valigia un visore e uno psicologo esperto nel gestire la realtà virtuale per essere pronti ad affrontare il viaggio verso la meta desiderata.

Cos’è la Realtà Virtuale e come funziona?

La Realtà Virtuale è un’interfaccia digitale che consente di ricreare un ambiente multidimensionale artificiale, a cui la persona può accedere tramite l’utilizzo di un visore ed eventuali strumenti per interagire (come un joystick). In questo modo, la persona percepisce un mondo differente intorno a sé, con analogie a quello reale e con un canale di unione tra i due che è rappresentato dalle sensazioni, emozioni e pensieri che hanno origine nell’interazione con l’ambiente virtuale.

Questa tecnologia è utilizzata principalmente nell’ambito dei videogiochi, ma la sua capacità di ricreare un’esperienza immersiva realistica e multisensoriale, ha reso la Realtà Virtuale un’utile strumento di intervento psicologico.

Perchè fare un viaggio virtuale prima di partire?

In ambito clinico, è stata ampiamente dimostrata l’utilità della Realtà Virtuale nel trattamento per i disturbi d’ansia. Questi sono caratterizzati da importanti stati di apprensione e un’elevata paura, che diventa difficile da fronteggiare nel quotidiano. Ciò provoca disagio psicologico, difficoltà sul lavoro e possibili problemi relazionali. Gli studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della Realtà Virtuale come strumento di sostegno alla pratica clinica, in particolare nel trattamento delle fobie specifiche (qui potete avere maggiori informazioni a riguardo). L’esposizione in Realtà Virtuale alle situazioni temute offre la possibilità di condurre il paziente in un ambiente per lui clinicamente rilevante – cioè un ambiente temuto – all’interno, però, del contesto di totale sicurezza rappresentato dallo studio medico.

L’esposizione in Realtà Virtuale è graduale. Grazie al controllo sistematico della tipologia e dell’intensità degli stimoli temuti, delle condizioni ambientali virtuali e del tempo di immersione, si facilita la gestione e il monitoraggio delle reazioni fisiche ed emotive del paziente. In questo modo, la persona familiarizza con ciò che non conosce e gli provoca ansia come se realmente lo dovesse affrontare, ma con la protezione e il supporto del terapeuta che lo accompagna in modo progressivo in questa esperienza, riducendo la paura verso gli stimoli temuti e potenziando le risorse comportamentali e cognitive del paziente.

Pronti, partenza… clic!

La possibilità di vivere contesti virtuali di viaggio personalizzati e adattabili al paziente in un contesto sicuro rende questa tecnologia molto flessibile e applicabile sulla maggior parte degli elementi che determinano ansia pre-partenza. La destinazione del viaggio diventa mentalmente meno distante: si può caricare di punti di riferimento per orientarsi e di una conoscenza più approfondita degli ostacoli lungo l’itinerario, soprattutto quando esso è percepito come troppo difficile e pericoloso. È possibile inoltre lavorare su elementi specifici, quali i mezzi di trasporto, gli animali o le situazioni temute in viaggio, in modo che si possano apprendere alcune strategie per fronteggiarle una volta a destinazione. La Realtà Virtuale permette di aiutare a identificare “cosa” davvero causa agitazione prima della partenza, offrendo al futuro viaggiatore la possibilità di scoprire che, forse, la paura è meno grande di come sembra e, viceversa, le sue risorse personali un appiglio un po’ più sicuro. In questo modo si acquisisce più fiducia in sé, e si può cominciare a godersi al massimo gli elementi piacevoli della prossima avventura.