Le storie

Genitori, basta senso di colpa: un po’ di sano egoismo fa bene

Essere egoisti è un difetto? Se a volte penso a me prima che a mio figlio sono un cattivo genitore? Ecco alcuni consigli per sviluppare un “sano egoismo”

Da quando sono diventata mamma, la mia vita ha smesso di essere solo mia ed è diventata anche del mio bambino. Così le mie priorità sono cambiate. Devo esserci quando mio figlio ha bisogno di me, devo essere una brava mamma, devo farlo star bene, devo capirlo, devo, devo… La lista dei doveri sembra non finire mai. Ma per me stessa cosa rimane? Come mamma e psicologa ho capito che dobbiamo sviluppare un “sano egoismo”. Queste due parole possono convivere? Come si può rendere l’egoismo una risorsa?

Per prendersi cura dei figli in modo efficace è importante non dimenticarsi di se stessi e dei propri bisogni. Certo, trovare un equilibrio non è facile… Il senso del dovere genitoriale può portare a sacrificarsi anche quando non ce ne sarebbe davvero bisogno. Questo spesso accade perché alcuni genitori fanno fatica a delegare o a chiedere un aiuto. I motivi per cui fatichiamo a trovare spazi per noi stessi comunque sono diversi. Spesso la ragione principale è che se chiediamo aiuto ci sentiamo egoisti e quindi in torto. Non pensiamo (quasi) mai, invece, che esista un “sano egoismo”, che fa bene sia al genitore che al bambino. Un bel pisolino, ad esempio, rende la mamma più rilassata e paziente, una serata a due permette ai genitori di ritrovarsi come coppia e un aperitivo con gli amici aiuta a staccare dai doveri genitoriali e riprendere fiato.

Aspettative e mulini a vento

Spesso abbiamo la pretesa di fare tutto, di incastrare gli impegni lavorativi e familiari in una giornata come fossero pezzi del Tetris. Come Don Chisciotte contro i mulini a vento, ciascuno di noi combatte contro le aspettative che nutre verso se stesso, senza chiedersi se siano realistiche o meno: diamo per scontato che saremo in grado di farlo, senza considerare i nostri limiti (ad esempio la stanchezza fisica). Cosa sacrifichiamo per riuscire a “fare tutto”? E soprattutto, è davvero necessario?

Dieci consigli per sviluppare un egoismo sano

Per sviluppare un sano egoismo, il primo passo è ricordarsi di essere persone con propri bisogni, oltre che genitori. Ecco allora i miei dieci consigli:

1 – Curate il corpo, mangiate, dormite, fornitegli l’energia necessaria.

2 – Non abbandonate i vostri interessi, hobby, passioni, a causa della cicogna. L’ideale è organizzarsi per avere momenti (anche brevi ma quotidiani) in cui poter fare ciò che fa star bene. Usando la fantasia si può trovare il modo di coinvolgere anche il bambino, ad esempio cucinando insieme.

3 – Siete esseri umani, quindi avete dei limiti: se vi sembra di non essere in grado di occuparvi del bambino e di tutto il resto (casa, lavoro, ecc.) trovate il modo di delegare qualcosa ad altri. Non vergognatevi a chiedere aiuto: non è un fallimento, semplicemente non potete fare sempre tutto alla perfezione.

4 – Suddividete i compiti con il partner in base alle capacità e a ciò che riesce più facile a ciascuno. Aiutatevi a vicenda con quelli che risultano difficili a entrambi, e incoraggiatevi sempre: si impara dagli errori.

5 – Nessuno nasce “imparato”… sentitevi liberi di chiedere un parere a chi è già stato nella vostra situazione. Dopodiché trovate la vostra strada, il vostro modo di essere mamma e papà.

6 – Riconoscetevi il diritto di provare emozioni. Rabbia, gioia, tristezza… le emozioni sono una grande ricchezza, bisogna trovare il tempo e il modo di ascoltarle, viverle, condividerle con gli altri.

7 – Riuscire a gestire sia il lavoro che i figli non è scontato. Non sentitevi in colpa per le difficoltà che incontrate. Essere un genitore che lavora significa dover costantemente cercare un equilibrio tra figli e lavoro. In effetti, per quanto quest’ultimo possa essere fonte di gratificazioni, oltre che di guadagno, a volte implica rinunce e… un secondo lavoro a casa!

8 – Le amicizie sicuramente cambieranno con l’arrivo di un figlio, ma non è il caso di rinunciarci del tutto. Continuate a coltivarle. Nuove amicizie possono nascere proprio grazie ai figli, con i genitori di bambini conosciuti tramite il proprio. Condividere esperienze con altri genitori mentre i bambini giocano aiuta a sentirsi “sulla stessa barca”, ed è facile trovare argomenti in comune.

9 – Dedicate del tempo alla coppia, affinché il rapporto non passi in secondo piano, ma cresca e si rafforzi insieme al bambino.

10 – I familiari possono essere una fonte di sostegno nei momenti di difficoltà, quindi bisogna imparare a spiegare loro in che modo possono aiutarvi.

Infine, se state attraversando un momento di particolare difficoltà, considerate l’ipotesi di parlarne con qualcuno. Lo spazio protetto della consulenza psicologica può aiutarvi a sentirvi meglio e ritrovare l’equilibrio.