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L’amore può durare? Il complicato rapporto tra affetto e sessualità

Capire il conflitto tra attaccamento e sessualità aiuta a vivere meglio le relazioni

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L’amore può durare? Il complicato rapporto tra affetto e sessualità

Amare e lasciarsi amare sono forme di un’arte complessa e fragile. Come conciliare i bisogni contraddittori di attaccamento e sessualità, novità e sicurezza? Possiamo davvero trovare in una sola persona tutto ciò che desideriamo? In questo articolo cerchiamo di capire come amiamo e perché tradiamo.

Attaccamento e sessualità sono i pilastri fondamentali delle relazioni.

Questi due fattori si influenzano reciprocamente e, perché si crei un legame saldo tra due persone, è necessaria la presenza sia di un senso di sicurezza che della passione sessuale. Eppure, diverse teorie e ricerche empiriche sostengono che attaccamento e sessualità siano sistemi distinti e addirittura in conflitto tra loro.

Allora come mettere d’accordo queste due istanze? L’amore può durare o è destinato a svanire?

In questo articolo cerchiamo di seguire il filo logico delle teorie che fanno luce sulle complesse dinamiche dell’amore.

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Attaccamento e sessualità, due sistemi in perenne conflitto

Il disaccordo tra attaccamento e sessualità sarebbe, secondo alcuni antropologi, all’origine dei maggiori problemi cui vanno incontro le coppie. Tra queste difficoltà si riscontrano soprattutto: calo del desiderio, disinnamoramento e tradimenti.

Secondo Helen Fisher – antropologa esperta di relazioni, e autrice di TED conference su amore e tradimento – bisogna partire da questa domanda: quanto siamo in grado di amare e quanto invece è dettato dal mero istinto di riproduzione? L’amore esiste o è solo un “incantesimo” neurobiologico, destinato prima o poi a svanire?

Per rispondere è necessario capire perché instauriamo relazioni significative e quali meccanismi sociali e biologici regolano l’accoppiamento e la durata di un rapporto di coppia.

Affetto, sessualità e innamoramento

L’esistenza di una coppia stabile è stata per millenni funzionale alla prosperità della specie. 

A differenza di altri animali (come zebre, gazzelle o giraffe), gli esseri umani alla nascita sono molto vulnerabili e indifesi: non sono in grado di camminare, né correre, né fuggire in altro modo dai predatori. Lo sviluppo fisico e cerebrale di un essere umano, inoltre, è molto più lento e subordinato alla presenza costante dei genitori, che forniscono cure, accudimento e socialità.

I tre meccanismi che regolano l’amore

Nel binomio accoppiamento-riproduzione, secondo la Fisher, si sono evoluti tre sistemi cerebrali distinti.

Il primo è quello del desiderio sessuale, una pulsione che – come la fame – spinge verso la gratificazione e il soddisfacimento di un bisogno impellente.

Il secondo sistema è quello dell’innamoramento, costituito dall’euforia iniziale di una nuova relazione che comincia.

Il terzo sistema è quello dell’attaccamento, in cui dominano la calma e la sicurezza che si ricavano da una relazione di accudimento, affetto e protezione.

Secondo la Fisher, ognuno di questi sistemi cerebrali ha avuto un’importante funzione evolutiva:

  • il desiderio sessuale spingeva a cercare diversi partner, in modo da massimizzare le possibilità di riprodursi;
  • l’innamoramento spingeva a concentrarsi su una persona alla volta per risparmiare risorse psicofisiche;
  • l’attaccamento era necessario per mantenere saldo un legame il tempo necessario a concepire, dare alla luce e crescere i figli.

La visione della Fisher non è molto poetica, ma è una cornice teorica molto chiara per capire le relazioni sentimentali.

Perché le persone tradiscono

Tenendo in considerazione il modello di Helen Fisher, il tradimento avviene perché i tre sistemi cerebrali che regolano le relazioni intime non sono sempre sincronizzati. Anche se proviamo un forte attaccamento per qualcuno, ad esempio, possiamo sentire che l’attrazione fisica è ormai svanita, o possiamo constatare di non essere più innamorati. In altri casi, infine, siamo fortemente attratti da una persona senza desiderare un rapporto significativo.

In altre parole, amare qualcuno non vuol dire esserne ancora innamorati, né è una questione che si può circoscrivere all’esclusività sessuale. L’affermazione diffusa per cui “chi ama non tradisce” è falsa, o quantomeno imprecisa. Si tradisce per molti motivi, e si tradiscono anche le persone che amiamo, quando il desiderio sessuale si è consumato.

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-Leggi anche: Come superare un tradimento

L’incompatibilità tra affetto e sessualità

Il tradimento è così frequente nella specie umana per due ragioni principali:

  • è funzionale alla sopravvivenza della specie;
  • l’attaccamento e l’affetto “spengono” il desiderio sessuale.

Vediamo nel dettaglio cosa significa.

Il primo punto è abbastanza intuitivo: accoppiarsi con più partner aumenta le possibilità di riprodursi e trasmettere i propri geni. Limitare le possibilità a un solo partner era svantaggioso per la specie. L’istinto porta quindi a cercare di moltiplicare le probabilità di avere figli.

L’idea di una incompatibilità tra i due sistemi di attaccamento e sessualità è stata sviluppata da Freud, passando per il ricercatore britannico John Bowlby, fino ad approdare alle ricerche dei primi anni duemila di Lisa Diamond, docente dell’università dello Utah.

Secondo le ricerche della Diamond, attaccamento e sessualità sono mediati da due processi biologici differenti (Diamond, 2003). In pratica, mentre il desiderio sessuale sarebbe governato dal sistema di accoppiamento, che ha per meta la riproduzione, l’amore sarebbe governato dal sistema dell’attaccamento, il cui fine è il mantenimento del legame e la protezione della progenie vulnerabile. Questi due sistemi sono caratterizzati da ormoni differenti: mentre la riproduzione è accompagnata da rilascio di componenti anfetaminosimili (ovvero “attivanti”), l’attaccamento è legato al rilascio di ossitocina ed endorfine, sostanze che facilitano l’instaurarsi di un legame affettivo.

L’eccitazione sessuale viene ridotta dalla familiarità e dalla prevedibilità e viene amplificata dalla novità e dalla diversità (Kernberg, 1995), motivo per cui spesso chi tradisce cerca una persona totalmente diversa dal partner.

Con ciò non si vuole svilire l’amore romantico, né le teorie psicoanalitiche. Il fatto che l’interesse sessuale sia aumentato dalla novità (e non dalla familiarità), è un aspetto adattivo, poiché incoraggia a scegliere persone al di fuori del proprio nucleo familiare e a generare figli sani (il cosiddetto inbreeding, ovvero l’accoppiamento tra fratelli o cugini, è notoriamente associato a un maggiore rischio di malattie genetiche gravi).

Il punto è che questi stessi meccanismi sono sia una tutela per la specie che una minaccia per la longevità di una coppia. Tutto ciò aiuta a spiegare perché nelle relazioni a lungo termine è così frequente il tradimento e perché far durare un amore sia un’impresa così complicata.

L'amore può durare? Attaccamento e sessualità nella coppia

La persona perfetta esiste

Secondo lo psicoanalista Morris Eagle (2005), la persona perfetta è quella che rispetta il cosiddetto best fit compromise, ovvero il “compromesso della somiglianza ottimale”. Con questo termine Eagle intende un partner nello stesso tempo:

  • simile a modelli familiari, quindi rassicurante (o quantomeno noto);
  • sufficientemente diverso dalle persone conosciute.

Scegliere un partner in base alla “somiglianza ottimale” significa, secondo Eagle, trovare un compromesso nel conflitto tra attaccamento e sessualità. Eagle sostiene che una relazione ha più chance di funzionare nel lungo periodo se la persona che scegliamo è abbastanza simile ai nostri familiari, ma nello stesso tempo anche portatrice di differenza.

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Scegliere qualcuno simile a noi genera agio e sicurezza e facilita la formazione di un legame di attaccamento. Se il partner è troppo simile a un modello conosciuto, però presto l’attaccamento spegnerà l’eccitazione sessuale. Al contrario, se scegliamo un partner troppo diverso dai nostri modelli, l’attrazione sessuale potrà essere elevata all’inizio, ma le possibilità di stabilire una connessione emotiva saranno minori.

L’attrazione sessuale tiene insieme le persone abbastanza a lungo da fornire la possibilità di instaurare un legame emotivo significativo. La longevità della relazione, però, sarà determinata dalla capacità della coppia di preservare il legame emotivo a dispetto del ruolo più limitato dell’attrazione sessuale.

Diversi studi sostengono che i migliori predittori del successo di una relazione siano un’attenzione e un interesse costantemente rinnovato nel tempo, più che la sola capacità di provare eccitazione sessuale verso l’altro (aspetto che comunque è fondamentale).

Il peso delle aspettative

La psicoterapeuta di coppia Esther Perel identifica al cuore di una relazione sentimentale duratura due bisogni fondamentali:

  1. il bisogno di affetto, prevedibilità e sicurezza;
  2. il bisogno opposto di avventura, desiderio, imprevedibilità e sorpresa.

Secondo questa prospettiva, in una relazione tutti cerchiamo di conciliare bisogni opposti e contraddittori. Vogliamo che il partner sia il nostro migliore amico, il confidente, un amante passionale e che tutti i nostri bisogni vengano soddisfatti da quell’unica persona nel corso di molti anni.

Ma questo obiettivo è molto difficile da raggiungere…

Secondo la Perel, le coppie erotiche – ovvero quelle più funzionali – sono riuscite a capire che le passioni cambiano e svaniscono, seguendo cicli simili a quelli lunari. Sanno che il sesso è messa a fuoco e presenza e non seguono il mito della spontaneità, ovvero l’idea che il rapporto sessuale nasca per caso, colti dalla passione. Infine, i partner delle coppie più longeve sanno riconoscere e rispettare gli spazi di individualità e autorealizzazione dell’altro e sono attratti dalla sua indipendenza e irriducibile alterità (amano qualcosa che è nello stesso tempo fuori da e parte di se stessi).

Amare sembra l’atto più spontaneo del mondo, ma un’analisi più approfondita ci dice che è un’arte delicata che richiede impegno, dedizione e una consapevolezza profonda. Trovare un equilibrio non è sempre facile e, per questo motivo, a volte un percorso di consulenza – individuale o di coppia – può aiutare a vivere meglio e con maggiore soddisfazione il proprio rapporto.

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