Viaggiare in un mondo virtuale per gestire emozioni reali

I risultati delle ricerche del Santagostino sulla Realtà Virtuale

Per specialisti
Viaggiare in un mondo virtuale per gestire emozioni reali

Scopriamo come la Realtà Virtuale sta guidando l’integrazione tra benessere psicologico e tecnologia

Quando si parla di tecnologia positiva, si fa riferimento a un ambito di ricerca che ha come obiettivo analizzare l’impatto dei dispositivi tecnologici sulle emozioni e sul benessere delle persone.

La Realtà Virtuale (VR), a questo proposito, è uno strumento innovativo che può essere usato per comprendere e valutare meglio il comportamento umano. Esplorare un ambiente virtuale, infatti, può suscitare numerose emozioni e pensieri, che possono essere esplorati per vari scopi. La realtà virtuale ad esempio può aiutare a migliorare il proprio senso di autoefficacia, attraverso la sperimentazione di nuove strategie di adattamento a situazioni quotidiane temute.

La Realtà Virtuale funziona?

L’efficacia della VR è data da diversi fattori, tra cui su tutti il senso di presenza. Si definisce “presenza” la sensazione di trovarsi fisicamente immersi in un luogo, che però è solo virtuale. La relazione uomo-ambiente in questo caso è sia tecnologica che affettiva, perché la tecnologia “trasporta” la persona in luoghi geografici reali che può esplorare con il visore.

Le emozioni di luoghi lontani: la ricerca del Santagostino

Il legame emotivo con un ambiente geografico influenza quello che in gergo tecnico si chiama “Senso Personale del Luogo” (o Sense of Place), un costrutto multidimensionale che comprende credenze specifiche relative al luogo (identità del luogo), emozioni (attaccamento al luogo) e impegni comportamentali (dipendenza dal luogo). 

La ricerca che abbiamo presentato alla venticinquesima edizione del convegno CyberTherapy, condotta da Chiara Di Nuzzo e Luca Morganti, ha applicato presso il Santagostino un intervento in VR di breve durata, per esplorare il legame tra emozioni, Presenza e Senso del Luogo in ambienti simulati realistici. L’obiettivo era quello di valutare possibili cambiamenti nelle emozioni degli utenti. Nello specifico, è stata utilizzata l’app Wander (disponibile su Oculus Store) su 15 volontari del Centro Medico che hanno scelto di provare questa esperienza.

Ipotesi dello studio

L’ipotesi principale era che l’esposizione alla realtà virtuale fosse in grado di suscitare cambiamenti significativi nello stato emotivo quando essa riusciva a far percepire all’utente un forte senso di presenza. In secondo luogo, sono state indagate le possibili correlazioni tra Senso del Luogo e ambiente virtuale visitato.

Risultati

I risultati dello studio hanno mostrato che l’esperienza di realtà virtuale ha influenzato lo stato emotivo dei soggetti, e che questo effetto si è presentato aumentando le emozioni positive e diminuendo quelle negative.

Due partecipanti all’esperimento con la Realtà Virtuale

In particolare, è emerso come essere esposti per dieci minuti al luogo di vacanza preferito dall’utente può avere effetti positivi significativi nella stimolazione di emozioni positive.

I risultati dell’esperimento riassunti a livello grafico

 

Il legame emotivo con un ambiente geografico è stato poi confermato da un alto livello di coinvolgimento e di attaccamento al luogo, che ha dimostrato ulteriormente come questa esperienza di VR sia stata significativa.

Nonostante lo studio fosse solo un’indagine preliminare, questo ha permesso di far emergere numerosi spunti sui possibili utilizzi della realtà virtuale sul futuro della ricerca sul tema. L’esperienza di VR ha suscitato nei partecipanti molte emozioni positive, permettendo loro di esplorare un luogo realistico con cui avevano un legame emotivo. La Psicologia del Viaggio e l’industria dei viaggi, quindi, potrebbero collaborare in modo proficuo, specialmente a seguito della pandemia COVID-19, per ideare e promuovere esperienze di viaggio emotivamente significative e positive.

La Realtà Virtuale al Santagostino

La realtà virtuale è al tempo stesso uno strumento innovativo, ma con una storia di evidenze scientifiche già ricca di decenni di risultati.

L’utilizzo più classico è la gestione delle fobie: in questo campo la realtà virtuale può essere considerata un gold standard, in quanto permette di esporsi gradualmente allo stimolo fobico nel contesto protetto dello studio psicologico. L’esposizione virtuale si è dimostrata un’importante innovazione delle tradizionali tecniche espositive proprie del modello cognitivo-comportamentale. In particolare, l’impiego della RV ha reso possibile un maggiore controllo sull’aspetto di gradualità del trattamento, permettendo al paziente di sperimentare l’efficacia delle strategie apprese in sedute in un ambiente sicuro.

Presso il Santagostino è possibile prenotare un Primo Incontro in RV grazie al quale il paziente potrà avvicinarsi allo strumento tecnologico ed esplorare la possibilità di intervento prima di iniziare un percorso terapeutico specifico.

Gli altri utilizzi come la Psicologia del Viaggio rappresentano modalità innovative che sfruttano il senso di presenza della realtà virtuale per aiutare la modulazione degli stati emotivi. La ricerca che abbiamo svolto e raccontato in questo articolo permette di raccogliere in modo scientifico alcuni dati in grado di dare continuamente prove di efficacia concrete alle intuizioni cliniche.