L’ansia da separazione è un disturbo psicologico che si manifesta con un’intensa preoccupazione legata all’idea di essere separati da persone care o ambienti familiari.
É comune nei bambini sotto i 12 anni, ma può manifestarsi anche in età adulta ad esempio in seguito a una separazione traumatica. Si tratta, in generale, del disturbo d’ansia maggiormente diffuso al di sotto dei 12 anni di età, e se non viene adeguatamente diagnosticato rischia di invalidare la vita del bambino.
In questo articolo, vediamo cos’è l’ansia da separazione e come superarla.
Cos’è l’ansia da separazione?
L’ansia da separazione è un disturbo d’ansia che si verifica quando una persona, solitamente un bambino, prova disagio o paura nel momento di separarsi da una figura di attaccamento primaria, come ad esempio la madre.
L’ansia da separazione è un vissuto perfettamente normale quando parliamo di bambini di un’età compresa tra gli 8 mesi e i primi 2 anni di vita. Può manifestarsi attraverso comportamenti come pianto, urla, rifiuto di andare a scuola o di dormire da soli. In questo arco di tempo, infatti, i bambini non hanno ancora sviluppato quello che potremmo definire un senso di permanenza verso le persone e le cose (come ha scritto Selma H. Freiberg nel suo libro sull’età evolutiva intitolato Gli anni magici).
Quando, invece, dopo i 2 anni di vita, il bambino dimostra di avere una paura intensa, persistente nel tempo, nel perdere la principale figura di riferimento, allora è possibile parlare di disturbo d’ansia da separazione.
Un disturbo che riguarda anche gli adulti
Anche gli adulti possono essere sopraffatti in modo invalidante dall’ansia da separazione. Nell’età adulta la morte di una persona cara quale il partner, la perdita di uno dei genitori, così come un trasloco o, in sintesi, un evento che ci allontana da figure di riferimento, tutti questi eventi funzionano da trigger.
In questa circostanza si parla specificatamente di DASA, ovvero di ansia da separazione specifica dell’adulto. Si manifesta a qualsiasi età e non è necessariamente correlata a un disturbo d’ansia da separazione vissuto durante l’età evolutiva. Non è così scontato, purtroppo, riuscire a elaborare bene un lutto.
Come si manifesta l’ansia da separazione?
I sintomi di un disturbo d’ansia da separazione nel bambino includono:
- persistente difficoltà a separarsi dai genitori o dalla propria abitazione
- paura ingiustificata e persistente che qualcosa di grave possa accadere ai propri genitori, o ai caregiver
- timore non giustificato per la morte di un parente
- incubi ricorrenti, in cui viene vissuta una separazione con il genitore o il caregiver
- un comportamento invadente e “appiccicoso”, una richiesta continua di attenzione.
Un bambino che soffre di questo disturbo piange non appena vede allontanarsi la figura di riferimento. È possibile assistere a scene intensamente drammatiche, che spesso portano il bambino ad avere difficoltà anche nell’andare a scuola. Non sono esclusi sintomi fisici come mal di testa, oppure mal di pancia. Di natura anche psicosomatica.
Nell’adulto possono manifestarsi sintomi riconducibili a uno stato d’ansia, quali:
- palpitazione
- sudorazione eccessiva
- tachicardia
- vomito
- mal di testa.
Sono contemplati peggioramenti della sintomatologia, che potrebbero determinare anche attacchi di panico.
Come si diagnostica?
I disturbi che abbiamo passato in rassegna non devono essere trascurati. Lo psicologo dell’età evolutiva, nello specifico, insieme all’anamnesi basa la propria diagnosi proprio sulla osservazione diretta delle scene di separazione. I comportamenti e i sintomi indicati devono essersi verificati per almeno 4 settimane, determinando difficoltà psichiche e sociali nella vita del bambino.
Esistono, quindi, test che permettono di effettuare una misura dell’attaccamento. Nel caso di bambini da 1 anno a 5 anni, viene per esempio impiegato il test denominato Attachment Q-sort. Possiamo indicare anche il SAT, Separation Anxiety Test, per valutare il legame tra bambino e figura di attaccamento.
Quali sono le cause dell’ansia da separazione?
Nell’adulto, gli eventi che più spesso scatenano l’ansia da separazione includono:
- lutto improvviso o scomparsa di una figura valoriale o di riferimento
- cambio di lavoro
- trasloco
- divorzio.
Nei bambini, aldilà degli eventi traumatici su indicati e compatibili con l’età (perdita di un genitore o di un caregiver, un trasloco patito e non voluto), non ci sono delle cause note e definitive. Si possono comunque indicare dei fattori di rischio:
- un temperamento ansioso da parte del bambino
- uno stile di attaccamento dipendente, “esaltato” da una forma di accudimento iperprotettivo da parte della figura genitoriale
- traumi e perdite subìte in età infantile.
Quanto dura l’ansia da separazione?
La durata dell’ansia da separazione può variare e dipende da diversi fattori, tra cui l’età, la personalità, le esperienze passate e il sostegno delle persone che si hanno intorno.
Nei bambini, come abbiamo detto, l’ansia da separazione è considerata normale tra gli 8 mesi e i 2 anni di età. Dopo questo periodo, se persiste per 4 settimane consecutive o interferisce significativamente con la vita quotidiana del bambino, deve essere considerata un disturbo vero e proprio e non semplicemente una fase di crescita. A questo proposito, è bene discuterne con un pediatra o uno psicologo infantile. Negli adulti, l’ansia da separazione tende a durare intorno ai 6 mesi.
Come far passare l’ansia da separazione?
Le opzioni di trattamento per l’ansia da separazione possono includere una combinazione di interventi terapeutici e farmacologici, nonché l’adozione di alcune strategie per la gestione dell’ansia.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno dei trattamenti più efficaci, poiché mira a identificare i pensieri negativi e a modificare le risposte comportamentali associate all’ansia. La terapia può essere somministrata individualmente o in gruppo, e può prevedere la partecipazione dei genitori o di altre figure di supporto per aiutare a gestire il problema.
Parte del percorso terapeutico prevede delle separazioni programmate, così da aiutare il bambino a vivere sia il momento del distacco che l’assenza. È raro il ricorso a farmaci, come ad esempio gli ansiolitici.
Cosa possono fare i genitori?
I genitori dovrebbero evitare di sacrificare le proprie attività a causa dell’ansia da separazione del bambino, dal momento che questo potrebbe ostacolare il suo sviluppo e la sua crescita.
Quando i genitori sono pronti a uscire o a lasciare il bambino presso una ludoteca, possono prendere in considerazione diverse strategie:
- assicurarsi che chi si prende temporaneamente cura del bambino sia una figura familiare per lui
- incoraggiare la persona che si occupa del bambino a distrarlo con giocattoli, giochi o altre attività quando i genitori si allontanano
- limitare la reazione al pianto del bambino prima di partire
- rimanere tranquilli e rassicuranti
- stabilire routine durante le separazioni per aiutare il bambino a sentirsi più sicuro
- assicurarsi che il bambino abbia mangiato e riposato prima della separazione, poiché l’ansia da separazione può aumentare se il bambino è affamato o stanco
- se il bambino piange quando un genitore si allontana in un’altra stanza della casa, chiamarlo anziché tornare immediatamente per consolarlo. In questo modo, il bambino si rende conto della presenza del genitore, anche se non lo vede.