Psichiatria

La kenofobia o paura del vuoto: quello che c’è da sapere

La paura del vuoto riguarda sia gli spazi interni sia quelli esterni e genera, in chi ne soffre, una sensazione di turbamento e veri e propri stati d'ansia

La kenofobia o paura del vuoto: quello che c’è da sapere

Per kenofobia si intende lo stato di agitazione determinato dagli spazi vuoti, sia quelli in locali chiusi sia quelli all’aperto.

Cos’è la kenofobia?

La kenofobia, come tutti i disturbi di questo tipo, è la paura del vuoto, del tutto irrazionale e ingiustificata. Si tratta di una paura degli spazi vuoti ingiustificata sia al chiuso – una stanza, ad esempio – sia all’aperto (deserto, praterie ecc.).

Quali sono i principali sintomi di questa fobia?

Nelle persone che soffrono di kenofobia, gli spazi vuoti fungono da trigger, ossia da attivatore della fobia,  Le manifestazioni sintomatologiche sono molteplici e possono variare da soggetto a soggetto, in base alla severità del disturbo. Tra le principali, ci sono quelle tipiche dei disturbi d’ansia, come l’attacco di panico, caratterizzato da battito cardiaco accelerato, iperidrosi, mancanza di respiro e tremori. La persona kenofobica, durante l’attacco fobico, può soffrire anche di vertigini, nausea e mal di testa, oltre che provare una sensazione generale di perdita del controllo.

Quali sono le possibili cause della kenofobia?

Come per altri tipi di fobia, le cause della kenofobia non sono ancora del tutto chiare. Sono state avanzate delle ipotesi in merito a possibili traumi subiti nel corso dell’infanzia o alla familiarità con un particolare tipo di fobia o disturbi d’ansia in generale.

Come superare la paura del vuoto?

Innanzitutto, l’approccio terapeutico alla paura del vuoto ha come obiettivo quello di intervenire non tanto sul disturbo in sé, quanto sulle cause che lo hanno determinato. Si tratta di un processo complesso, di non semplice risoluzione. Superare la paura del vuoto richiede un percorso di approfondimento, oltra alla capacità e la voglia di lavorare su se stessi. 

Per raggiungere questo scopo, naturalmente, ci si può affidare a specialisti e psicoterapeuti, capaci di aiutare il paziente ad andare a fondo su questioni irrisolte, insegnandogli strategie di autoanalisi funzionali. 

Nella maggior parte dei casi, la scelta ricade sulle terapie di tipo cognitivo comportamentale, che consistono nell’insegnare al paziente a modificare i propri pensieri disadattivi, sostituendoli con nuovi maggiormente funzionali.

Per la fobia del vuoto, un altro approccio utilizzabile è anche la terapia dell’esposizione. Si cerca, in sostanza, di desensibilizzare il soggetto attraverso un’esposizione controllata all’elemento fobico che innesca il disturbo. Per fare ciò, oltre che del supporto specialistico, ci si può avvalere di nuove strategie terapeutiche che prevedono l’utilizzo della Realtà Virtuale.

C’è anche l’opzione farmacologica, in caso di sintomi psicosomatici ad esempio, questa consiste nella prescrizione di antidepressivi e ansiolitici

È risultata efficace nell’affrontare la kenofobia anche la combinazione di psicoterapia e trattamenti farmacologici .