Psichiatria

Il linguaggio del corpo: quello che c’è da sapere

Si tratta della principale e più complessa forma di comunicazione non verbale, l’insieme di tutte espressioni che trasmettono informazioni sullo stato emotivo della persone e sulle sue intenzioni di comportamento

Il linguaggio del corpo: quello che c’è da sapere

Il linguaggio del corpo è l’insieme dei segnali che inviamo, sia consciamente sia inconsciamente, rispetto al nostro stato emotivo o alle intenzioni di comportamento che abbiamo.

Cosa significa linguaggio del corpo? In questo articolo cercheremo di capire nel dettaglio, come utilizzarlo per comunicare e il modo in cui lo si può interpretare per carpirne anche i significati celati.

Cosa significa linguaggio del corpo?

Possono rientrare nel vasto insieme del linguaggio del corpo tutte le espressioni non verbali che comprendono mimica e gesti, postura e movimenti. Si tratta di una modalità di comunicazione, che può essere sia conscia sia inconscia. In entrambi i casi, può fornire informazioni in merito allo stato emotivo della persona e sulle sue possibili intenzioni di comportamento. Il linguaggio del corpo è indubbiamente la principale e più complessa modalità di comunicazione non verbale. Nella maggior parte dei casi, la trasmissione dei suoi segnali è inconscia, ma questo linguaggio può certamente essere utilizzato anche in maniera consapevole per inviare determinati messaggi.

Bisogna, inoltre, sottolineare che il linguaggio del corpo, così come tutti gli altri tipi di linguaggio, è fortemente influenzato dal contesto culturale e sociale. La sua interpretazione, di conseguenza, non può prescindere da questi due elementi fondamentali ai fini di una corretta comprensione, soprattutto nel caso in cui l’utilizzo del linguaggio del corpo sia consapevole.

L’altro aspetto da tenere in considerazione, poi, è che oltre all’utilizzo del linguaggio del corpo, anche la sua lettura può essere consapevole o inconsapevole. I segnali non verbali, infatti, possono anche essere letti inconsciamente. Ecco perché capita molto spesso di avere una determinata percezione di una particolare persona anche senza conoscerla. I segnali non verbali che fanno parte del linguaggio del corpo, infatti, contribuiscono a costruire il modo in cui veniamo percepiti e le emozioni che suscitiamo negli altri anche senza proferire una parola.

Come si comunica con il corpo?

Con il linguaggio del corpo sono tanti i segnali non verbali che possono essere utilizzati per comunicare nella vita di tutti i giorni. Come abbiamo anticipato, nella maggior parte dei casi, a differenza del linguaggio verbale, la trasmissione del messaggio può avvenire in maniera inconsapevole.

Vediamo, però, nel dettaglio tutti i modi in cui si può comunicare attraverso il proprio corpo, senza utilizzare le parole.

Le emozioni trasmesse con la mimica

La mimica è uno dei principali sottoinsiemi del linguaggio del corpo, ossia tutte le espressioni facciali capaci di trasmettere determinati messaggi. Dal sorriso ad un’espressione imbronciata o dubbiosa: sono tutti segnali che possono esprimere cordialità, rabbia, felicità o perplessità. Si tratta, inoltre, di elementi in grado di avere un impatto significativo sulla conversazione e sul modo di rapportarsi di due persone che interagiscono.

Un ruolo fondamentale nella mimica è svolto dagli occhi. L’interpretazione dello sguardo, a sua volta, è influenzata dai lineamenti del viso o dall’espressione della bocca. Tutti insieme, questi segnali, costruiscono la mimica di una persona, registrata in frazioni di secondo, quanto basta per convertire quelle informazioni in una percezione.

La comunicazione gestuale

La ricerca scientifica sulla conformazione del cervello e sulle sue funzionalità ha evidenziato come le aree adibite all’elaborazione del pensiero e alla gestione della memoria siano adiacenti a quelle che controllano la gestualità. Questo spiegherebbe l’importanza chiave dei gesti nella comunicazione e nell’elaborazione delle informazioni. Non solo i gesti vengono utilizzati per comunicare, ma anche per organizzare le idee, i pensieri e i ricordi. Nella maggior parte dei casi si tratta di processi inconsapevoli, in altri possono essere attentamente studiati e preparati a specifici fini comunicativi. Basti pensare, ad esempio, al modo di comunicare dei politici o a quello degli attori.

La comunicazione posturale

Anche la postura del corpo può fornire informazioni durante l’interazione tra due o più persone. Da essa possiamo intuire lo stato d’animo del nostro interlocutore o il suo grado di sicurezza. Una persona consapevole si muoverà a testa alta e con il petto all’infuori, mentre un’altra meno sicura dei propri mezzi tenderà a chiudersi di più, con testa china e spalle curve.

La prossemica

L’interpretazione della postura non può prescindere dal movimento e, soprattutto, dal contesto spaziale in cui la comunicazione avviene. La prossemica, una delle principali discipline della semiologia (la scienza dei segni), studia proprio questo: la comunicazione verbale e non verbale in rapporto agli spazi e alle distanze tra gli interlocutori.

Come controllare il linguaggio del corpo?

Esercitarsi a controllare il linguaggio del corpo e a utilizzarlo per inviare messaggi specifici può essere particolarmente utile in determinati contesti. Basti pensare, ad esempio, ai colloqui di lavoro.

In un colloquio di lavoro, il linguaggio del corpo assume un’importanza ancora maggiore in quanto il tempo a disposizione per farsi conoscere è poco.

Presentarsi in una postura aperta, orientata al proprio interlocutore, trasmette un’idea di sicurezza e consapevolezza. Al contrario, chiudersi o abbassare lo sguardo può significare l’esatto opposto e dare subito un’impressione negativa al selezionatore.

Una strategia facilmente praticabile per allenarsi a controllare il linguaggio del corpo in questi contesti è quello di simulare dei colloqui di lavoro davanti ad uno specchio, in modo da visualizzare anche tutti quei gesti inconsapevoli e inconsci che si fanno durante l’interazione con un’altra persona.

Tuttavia, nel caso in cui la persona, in contesti come può essere un colloquio di lavoro, provi forte ansia o imbarazzo, simili prescrizioni potrebbero avere l’effetto contrario di generare ulteriore rigidità e un linguaggio non verbale ancora più impacciato.

Ecco perché la chiave di una comunicazione (anche non verbale) efficace è l’armonia tra quello che viene espresso a livello verbale e quello che viene provato (e quindi espresso in modo inconsapevole) a livello non verbale. Se si prova una emozione troppo disturbante/invalidante in una situazione come un colloquio di lavoro, sarebbe importante approfondire le ragioni di reazioni simili.

Il supporto della psicoterapia

Alcune tipologie di “postura emotiva” possono essere apprese in una fase della vita come l’infanzia: bambini timidi che non riescono ad alzare la voce o che tendono a ingobbirsi, oppure contesti di sofferenza in cui gli adulti tendono ad avere espressioni infelici o rabbiose che i bambini, inconsapevolmente, imitano. Questo linguaggio non verbale può essere memorizzato dal corpo ed espresso in modo inconsapevole, a prescindere dalle circostanze.

Le attuali tecniche di psicoterapia sono in generale abbastanza concentrate sul corpo e sull’atteggiamento che tende ad assumere per andare a lavorare su un recupero di quelle esperienze traumatiche al fine di favorire una espressione di sé armonica e consapevole.

Cosa si può capire dalla gestualità?

Per quanto riguarda, invece, l’altro lato della medaglia, ossia la lettura del linguaggio del corpo, è possibile ricavare diverse informazioni dalla comunicazione non verbale.

Ad esempio, come abbiamo visto, una postura aperta trasmette cordialità e disponibilità. Al contrario, le braccia conserte possono inviare un messaggio di chiusura e impazienza. Mani chiuse a pugno possono celare un sentimento di rabbia, mentre una scrollata di spalle può comunicare di disimpegno e disinteresse verso l’interlocutore e ciò che sta esprimendo.

Le mani che vanno compulsivamente a toccare capelli, braccia o viso possono essere indice di nervosismo da parte di chi compie queste azioni, spesso anche inconsapevoli. Lo stesso discorso vale per le mani che vengono intrecciate continuamente e che possono esprimere tensione.

Mettere le mani dietro la schiena o nasconderle in tasca, invece, può comunicare chiusura o desiderio di non scoprirsi troppo

Mani sui fianchi associate e gambe leggermente divaricate comunicano confidenza e sicurezza. Chi è contratto, invece, palesa la sua insicurezza.

Anche in questo caso, è bene ricordare che la comunicazione non verbale va contestualizzata all’interno della cornice sociale e culturale in cui avviene. Una certa gestualità non ha sempre e ovunque il medesimo significato e soprattutto viene interpretata in modo personale.

Il linguaggio del corpo, in definitiva, è uno strumento complesso e sfaccettato, la cui interpretazione cambia a seconda dei contesti comunicativi e sociali. Proprio per questa ha un peso fondamentale nelle dinamiche interattive e sociali.