Psichiatria

Il complesso di Elettra, che cos’è e come superarlo

Si tratta di passaggio fisiologico nello sviluppo emotivo delle bambine, che descrive i sentimenti di gelosia e competizione che una figlia prova verso la madre nella ricerca di attenzioni del padre

Il complesso di Elettra, che cos’è e come superarlo

Il complesso di Elettra è un concetto che è stato introdotto dal padre della psicologia analitica, Carl Gustav Jung e rappresenta il corrispettivo femminile del complesso di Edipo.

I due concetti hanno in comune il fatto di essere un passaggio fisiologico nel percorso di sviluppo psicosessuale dei bambini e di avere un ruolo chiave nella costruzione della identità di genere dell’adulto.

Cosa vuol dire il complesso di Elettra?

Con il termine complesso di Elettra viene descritto il sentimento di gelosia e competizione che una figlia instaura inconsciamente nei confronti della madre, nel tentativo di conquistare le attenzioni del padre

Il complesso di Elettra, in realtà, è un passaggio fisiologico nel processo di sviluppo emotivo, il corrispettivo del complesso di Edipo per i figli maschi. Dal superamento di questa fase nella maniera corretta dipende quella che sarà la strutturazione della personalità da adulti.

Nella maggior parte dei casi, il superamento del complesso di Elettra avviene in maniera spontanea e consiste, come accade anche per il complesso di Edipo, nella progressiva identificazione con il genitore del medesimo sesso.

Si tratta del fisiologico esito di un percorso che consente ad una figlia di comprendere quale sia il suo ruolo e, di conseguenza, di rinunciare alla competizione con la madre per le attenzioni del padre.

Cosa fece Elettra?

Così come per il complesso di Edipo, anche per quello di Elettra bisogna guardare alla mitologia greca e, in particolare, alla storia della figlia di Clitemnestra e Agamennone, re dell’Argolide e leader dell’armata di Achei nella guerra di Troia. 

Secondo quanto raccontato nel mito, Clitemnestra fu la mandante dell’assassinio del marito Agamennone, ucciso per mano dell’amante Egisto. Una volta scoperto chi si celasse dietro la morte di suo padre, Elettra fece uccidere la madre da suo fratello Oreste.

Proprio da questo conflitto e dal conseguente sentimento di odio della figlia verso la propria madre deriverebbe, quindi, il complesso di Elettra.

Come si manifesta il complesso di Elettra?

Anche il complesso di Elettra si articola in vari passaggi consecutivi, che prendono il nome da altrettante zone erogene dalle quali si sviluppa la libido e sono le fasi:

  • orale
  • anale
  • fallica
  • latente
  • genitale

Il complesso di Elettra comincia a svilupparsi a partire dai tre anni di età. In questo fase, la bambina sviluppa e consolida l’attrazione nei confronti del genitore di sesso opposto. 

Questo sentimento si palesa attraverso manifestazioni di affetto continue nei confronti del padre e la ricerca costante delle sue attenzioni. 

Parallelamente, la madre viene percepita come una rivale e, di conseguenza, con lei si instaura un rapporto di competizione. 

In alcuni casi, può succedere che la bambina abbia comportamenti aggressivi nei confronti della madre, soprattutto quando quest’ultima manifesta gesti di affetto e attenzione nei confronti del padre.

Le cose dovrebbero migliorare in seguito, tra i tre e i cinque anni. La bambina comincia a comprendere il proprio ruolo, raggiungendo la consapevolezza di non poter monopolizzare il padre e rinunciando, quindi, alle proprie pulsioni.

Tra i cinque e i sei anni, l’interesse verso il padre viene progressivamente indirizzato verso un’altra figura maschile esterna alla famiglia. Parallelamente, inizia un graduale processo di identificazione con la madre, considerata non più una rivale, ma un esempio da seguire.

Complesso di Elettra e complesso di Edipo?

Fu Carl Gustav Jung, psicoanalista svizzero e padre della psicologia analitica, a introdurre ed elaborare il concetto di complesso di Elettra. Lo scopo era quello di definire meglio le differenze tra i due generi nel loro percorso di sviluppo psicosessuale.

Per farlo, Jung lavorò sul complesso di Edipo elaborato da Freud, concentrandosi evidentemente sullo sviluppo emotivo delle bambine. Focalizzò l’attenzione, in particolare, su quella che Freud definiva la fase fallica, tra i tre e i sei anni di età.

La differenza tra i complessi di Edipo ed Elettra, infatti, era stata individuata da Jung nel ruolo dell’organo di riproduzione maschile. Nel bambino si traduce nel complesso di castrazione mentre, nella bambina, nell’invidia del pene.

L’invidia del pene, quindi, secondo Jung marca la differenza tra complesso di Elettra e complesso di Edipo. La bambina vedrebbe la madre non solo come una rivale nell’assicurarsi le attenzioni del padre, ma anche come la principale responsabile per averla creata senza pene.

Il superamento dell’invidia del pene, come accade nel caso del complesso di castrazione tra i bambini, segna un passaggio fondamentale, secondo Jung, nella costruzione della propria identità di genere.

Come superare il complesso di Elettra?

Il superamento del complesso di Elettra, benché sia un passaggio fisiologico nello sviluppo emotivo della bambina, richiede comunque una giusta attenzione da parte dei genitori perché avvenga nella maniera corretta.

Bisogna essere molto chiari, infatti, nello spiegare alla bambina che non potrà avere con il padre lo stesso rapporto che ha la madre. E bisognerà farlo non solo a parole, ma anche con gli atteggiamenti. Come? Valorizzando ogni volta che è possibile l’altro genitore e non assecondando i desideri e le pulsioni della bambina.