Psichiatria

I disturbi specifici dell’apprendimento negli adulti

Negli adulti si manifesterebbero in maniera leggermente diversa rispetto a quanto avviene in età scolare. In particolare, il sintomo più comune riguarderebbe la lettura, che risulta lenta e difficoltosa

I disturbi specifici dell’apprendimento negli adulti

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) negli adulti si manifestano tipicamente con difficoltà di lettura e conseguenti problematiche a livello di comprensione, memorizzazione e sintesi dei testi letti

In questo articolo cercheremo di capire in che cosa consistono, come fare a diagnosticarli e quali sono i percorsi di riabilitazione per migliorare il quotidiano di chi ne soffre.

Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento o DSA?

L’identificazione dei disturbi specifici dell’apprendimento avviene solitamente quando il soggetto inizia il proprio percorso di scolarizzazione. Il termine “specifico” si riferisce al fatto che questi disturbi non coinvolgono le funzioni cognitive in toto, ma solo particolari abilità.

Pur manifestandosi, come detto, durante lo sviluppo, sono disturbi connaturati all’individuo avendo un substrato neurobiologico. Per questa ragione restano per tutto il resto della vita e non si risolvono con la crescita. Si possono però migliorare le proprie capacità di lettura, scrittura e calcolo attraverso appositi percorsi riabilitativi.

In base alla tipologia di deficit funzionale vengono poi diagnosticate differenti condizioni cliniche che rientrano nell’insieme dei disturbi specifici dell’apprendimento e che vedremo nel dettaglio di seguito.

La dislessia

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta principalmente con difficoltà nella lettura, nonostante la persona che ne soffre presenti comunque adeguati livelli di sviluppo a livello cognitivo.

Siccome le difficoltà di lettura sono il segnale più caratterizzante di questo disturbo, solitamente viene riscontrato quando si comincia l’età della scolarizzazione ma, come detto, può perdurare per tutto il corso della vita.

Oltre alle abilità di lettura, si possono avere difficoltà anche nella scrittura. Entrambe le capacità risultano scorrette e poco fluide.

Va sottolineato che la dislessia non è una patologia, ma una disabilità. Questa non va confusa con una forma di dislessia acquisita, l’alessia, che insorge come conseguenza di un evento traumatico. L’alessia è caratterizzata dalla perdita, da parte del soggetto, delle abilità cognitive necessarie per poter leggere correttamente.

Disortografia

La disortografia è un disturbo specifico che si manifesta con problemi di ortografia nella scrittura. I parametri considerati per valutare se si è in presenza o meno di questo disturbo sono tre:

  • numero di errori
  • qualità
  • tipologia

Non si tratta di una valutazione che potrebbe effettuare un insegnante, in quanto riguarda un processo di tipo cognitivo associato alla traduzione dei suoni in simboli grafici. Tra gli esempi tipici ci sono il confondere la “b” con la “p”, non riconoscere le doppie o, ancora, omettere le lettere.

La disgrafia

La disgrafia riguarda, invece, gli aspetti motori della scrittura. Chi soffre di questo disturbo, in sostanza, manifesta problemi di coordinazione motoria, che si traduce in una lentezza esecutiva nell’atto dello scrivere – in particolare quando si tratta di scrivere in corsivo – e in una scarsa leggibilità della produzione scritta.

La discalculia

Il disturbo che riguarda la capacità di calcolo e di elaborazione dei numeri, invece, si chiama discalculia. Si manifesta con difficoltà nel fare calcoli, anche semplici, a mente, nell’automatizzare le tabelline, contare o mettere in ordine i numeri.

Come capire se un adulto ha problemi di apprendimento?

In base ai risultati di diversi studi, i disturbi specifici dell’apprendimento negli adulti si manifesterebbero in maniera leggermente diversa rispetto a quanto avviene in età scolare.

In particolare, il sintomo più comune riguarda la lettura, che risulta lenta e difficoltosa. Di conseguenza, rispetto ai contenuti che vengono letti, emergono anche problematiche di:

  • comprensione
  • memorizzazione
  • sintesi.

Molti degli adulti con DSA presentano deficit nelle capacità di organizzazione e pianificazione, oltre ad un lessico inadeguato ed una carente correttezza ortografica.

Sono, invece, meno frequenti, rispetto a ciò che succede tra i ragazzi in età scolare, gli errori di scrittura, i quali vengono limitati nel tempo proprio attraverso il percorso di scolarizzazione.

Anche il percorso formativo e quello professionale possono essere influenzati negativamente dai disturbi specifici dell’apprendimento. Un adulto che ne soffre può essere spinto a non proseguire il proprio percorso di studi o scegliere lavori inferiori rispetto alle sue reali capacità. Ciò può avvenire a causa di un senso di inadeguatezza e impotenza che determinano aspettative di successo minori e una maggiore propensione ad arrendersi.

Non è infrequente, a tal proposito, che gli adulti con diagnosi di DSA, secondo diversi studi in materia, sviluppino anche disturbi dell’umore e disturbi d’ansia, a causa della scarsa fiducia nei propri mezzi.

Disturbi specifici apprendimento adulti: come fare una diagnosi

Il miglioramento della qualità di vita della persona con disturbo specifico dell’apprendimento passa senza dubbio da una diagnosi corretta. Si tratta di un requisito necessario per avviare un percorso terapeutico multi professionale.

Gli specialisti che andrebbero coinvolti per identificare il percorso diagnostico più appropriato da seguire sono:

  • psicologo
  • psicoterapeuta
  • logopedista.

Di solito, l’iter comincia con un colloquio di tipo conoscitivo e un questionario somministrato a scopo di screening, per stabilire se procedere o meno con la valutazione.

La valutazione, poi, consiste nell’analisi degli aspetti legati all’apprendimento – capacità di lettura, scrittura e calcolo. Questa avviene avvalendosi di strumenti quali prove standardizzate finalizzate a testare il funzionamento cognitivo del soggetto.

Questo percorso può avere anche finalità terapeutiche. Chi lo ha intrapreso, infatti, ha dichiarato che scoprire ciò di cui si è affetti e dare un nome alle proprie problematiche può essere di grande aiuto. Può limitare il senso di inadeguatezza, migliorare l’autostima e aumentare la consapevolezza rispetto alle proprie difficoltà quotidiane. Con conseguenti benefici sulla realizzazione delle proprie aspettative e dei propri obiettivi.