Psichiatria

Cosa comporta essere persone altamente sensibili?

L’essere persone sensibili è una condizione che può comportare una ricchezza emotiva non comune. Allo stesso tempo, può determinare stress e disagio. Come comportarsi allora? Quali strategie adottare?

Cosa comporta essere persone altamente sensibili?

La sensibilità è una caratteristica particolarmente utile e apprezzata in diversi contesti. Può regalare punti di forza come l’empatia e la capacità di ascolto, così come lo stimolo nel portare a compimento i propri obiettivi in modo preciso. Se eccessiva, però, questa indole può avere anche controindicazioni importanti.

L’essere troppo sensibili, infatti, rischia di esporre in modo più significativo a stress o stati d’ansia. Sensazioni spesso causate dalla difficoltà incontrata nel tracciare un giusto confine tra sé e l’ambiente circostante.

Come definire allora in modo chiaro cosa significhi essere altamente sensibili? Quali caratteristiche contraddistinguono le persone altamente sensibili? E come gestire i possibili rischi di questa ipersensibilità?

Persone altamente sensibili, una definizione

Le persone altamente sensibili (PAS) possono essere definite come individui dotati di una più intensa e profonda percezione tanto degli stimoli interni quanto degli stimoli esterni. Le persone altamente sensibili (HSP, dall’acronimo inglese di Highly Sensitive People) sono dotate inoltre di particolare empatia e intuito.

Il merito di avere approfondito le ricerche in merito a questa condizione appartiene a Elaine Aron, ricercatrice e psicologa statunitense, oltre che a suo marito, il neurologo Arthur Aron. Secondo alcune stime, la condizione di alta sensibilità è presente in circa il 20% della popolazione.

Da cosa deriva l’elevata sensibilità?

L’alta sensibilità può derivare da due principali fattori: da un lato l’ambiente in cui si è nati e si cresce, dunque il contesto familiare cui si è esposti fin dai primissimi giorni di vita. In altri termini, l’educazione che si riceve fin dalla più tenera età gioca comunque un ruolo predominante nel dare una forma all’elevata sensibilità.

Esistono tuttavia dei fattori genetici che intervengono nel determinare specifiche caratteristiche cerebrali di un individuo altamente sensibile:

  • una diversa risposta dopaminergica. La dopamina, sostanza che regola la cosiddetta ricompensa cerebrale e quindi il senso di appagamento e felicità, incontra maggiore resistenza, forse per evitare una condizione di burnout dovuta ad una stimolazione ambientale percepita come eccessiva
  • neuroni a specchio caratterizzati da una più spiccata attività. I neuroni a specchio permettono una empatia più pronunciata
  • emozioni vissute con maggiore vividezza. Le persone altamente sensibili vivono le emozioni, processate all’altezza della corteccia prefrontale vetromediale, con più forte intensità e non legate al contesto esterno o alla stimolazione ambientale
  • capacità di lettura delle altre persone particolarmente spiccata. Le zone del cervello deputate alla cognizione sociale lavorano con maggiore intensità di quanto non accada solitamente.

Cosa vuol dire essere persone altamente sensibili?

La maggiore sensibilità, dovuta in parte alle condizioni ambientali e in parte alle caratteristiche del sistema nervoso, si esplica in diversi modi. Gli adulti altamente sensibili si caratterizzano per:

  • maggiore attenzione ai dettagli, cui segue una elaborazione delle informazioni più profonda
  • sovrastimolazione e sovraccarico più facilmente raggiungibili
  • difficoltà nella gestione dei conflitti
  • empatia più spiccata, sia per le persone che hanno attorno, sia per la natura
  • più rapida percezione dell’ambiente emotivo, con particolare attenzione verso conflitti e tensioni irrisolte o nascoste
  • propensione al perfezionismo, con alte aspettative
  • stress che sorge quando accadono cambiamenti. Circostanza, questa, che richiede riflessione e osservazione
  • fuga dai rumori, per trovare rifugio nella natura. Spesso si manifesta piacere nei pressi dell’acqua o della natura incontaminata
  • interesse nei confronti degli aspetti meno materiali dell’esistenza, della riflessione e della introspezione
  • forte reattività emotiva agli avvenimenti, anche sul piano fisico.

I bambini altamente sensibili, dal canto loro, si preoccupano per le situazioni nuove, preferiscono giochi solitari e ripetitivi, dimostrano più interesse nei confronti degli stati d’animo altrui. Reagiscono con maggiore percezione alle ingiustizie, tendono ad essere perfezionisti, rimuginano molto dopo un fallimento, reagendo anche in modo rabbioso ed esplosivo. Sul piano fisico, in bambini con alta sensibilità sono più propensi alla somatizzazione.

Come vivono le persone altamente sensibili?

Nella maggior parte dei casi una condizione di alta sensibilità determina una ricchezza interiore che può essere considerata come un dono e una risorsa. Per vivere a pieno la propria vita, i rapporti di amore, di amicizie e lavorativi.

Questa alta sensibilità potrebbe essere tuttavia anche fonte di disagio. La grande stimolazione che il sistema nervoso è in grado di ricevere dall’ambiente esterno può essere a volte causa di ansia o, specie nei casi un cui la PAS abbia vissuto una infanzia problematica, di depressione.

Inoltre, poste di fronte ad una situazione che presenti aspetti simili ad una circostanza negativa vissuta nel passato, bloccate dalla paura o dall’ansia le PAS decidano per l’evitamento, in modi non dissimili a quanto accade nei casi di impotenza appresa.

Non è infrequente che le PAS ascoltino frasi del tipo: “La tua reazione è esagerata”, “Non capisco perché ti agiti così tanto”. O nei casi peggiori: “Stai reagendo nel modo sbagliato” o “Sei troppo sensibile”.

Come gestire l’alta sensibilità?

Il trigger che può determinare reazioni emotive di disagio o, nei casi più problematici, di disfunzionalità, e principale caratteristica delle persone altamente sensibili, è la sovrastimolazione cui le PAS sono costantemente a rischio.

Per capire meglio come comportarsi e gestire al meglio la propria alta emotività bisogna conoscersi, misurarsi in ciò che nutre e mettere da parte gli stimoli che sono considerati tossici. In questo senso, la stesura di un diario emotivo può essere di estremo aiuto: la scrittura ha potere terapeutico.

Impostare una sana routine di vita, così da ridurre al minimo le informazioni da processare e le decisioni da prendere. Questa è un’altra scelta che potrebbe essere messa in pratica. In questa routine sarebbe opportuno praticare regolarmente sport e nutrirsi in modo consapevole. Da ultimo, ma non per importanza: trovare ogni giorno un momento per sé, in una solitudine che sia vissuta come ascolto e incontro con sé stessi.