L’atelofobia è la paura dell’imperfezione intesa come vera e propria fobia di non essere all’altezza o di commettere errori in diversi aspetti della propria vita.
Questo stato di inadeguatezza può essere talmente pervasivo da limitare le interazioni sociali e il benessere generale di chi ne soffre.
Il timore patologico di non essere abbastanza può avere gravi conseguenze. Ma quali rimedi prevede?
Questa fobia può essere diagnosticata e risolta grazie ad un percorso psicoterapeutico, come illustra la dottoressa Ilaria Bellavia, psicologa e psicoterapeuta psicodinamica del Santagostino.
Atelofobia, come può essere definita?
L’atelofobia è la paura dell’imperfezione. Le persone con atelofobia possono provare un’intensa ansia o panico per aver commesso errori o non essere in grado di ottenere risultati perfetti nella loro vita personale o professionale. Questa paura può interferire con la loro capacità di svolgere compiti quotidiani e può portare all’isolamento sociale.
È importante che gli individui con atelofobia capiscano che la perfezione non è raggiungibile e che commettere errori è una parte naturale e inevitabile della vita. Cercare sostegno da amici, familiari o un professionista della salute mentale può aiutarli a gestire la loro paura e condurre una vita appagante.
L’etimologia e il significato di questa parola sono da ricondurre alla parola greca atelès, imperfetto; parola composta dall’alfa privativo, a-, e dal sostantivo tèles, che indica compimento, conclusione. E dalla parola fobia, che vuol dire: paura.
Questa paura patologica di non essere all’altezza può manifestarsi con diverse sfumature, anche in base allo specifico ambito di vita. Alcuni contesti possono essere:
- scuola o attività lavorativa
- relazioni interpersonali e affettive
- convinzioni e idee
- aspetto fisico.
Le persone che soffrono di atelofobia arrivano a provare insicurezza, e possono evitare situazioni sociali che possono metterle alla prova, esponendole al confronto.
Con quali sintomi si manifesta?
I soggetti che soffrono di atelofobia tendono ad adottare uno stile di vita incentrato sulla correzione dei difetti, al fine di ottenere l’approvazione altrui. Questa costante ricerca può porre in una condizione di stress, che elimina la capacità di rilassarsi. Una condizione che può a volte sfociare anche nella insonnia.
Possono sorgere, inoltre, una certa irritabilità, una forte delusione se gli obiettivi prefissati non sono raggiunti. Il soggetto può sviluppare una bassa autostima. I pensieri costantemente rivolti alla buona riuscita delle proprie attività possono, se frustrati in più occasioni, determinare anche senso di inadeguatezza, rabbia e senso di colpa.
Non sono da escludere anche sintomi fisici, principalmente correlati al prolungato stato di stress, o di iperattivazione dovuti al bisogno di essere perfetti e di riuscire sempre e comunque:
- tensione muscolare e senso di confusione
- tachicardia, tremori o formicolii
- intorpidimento o senso di oppressione al petto
- attacchi di panico, nei casi più severi.
Perché ci si sente sbagliati?
L’atelofobia viene classificata come un vero e proprio disturbo d’ansia in correlazione alla necessità di raggiungere sempre la perfezione. Il porsi continuamente degli obiettivi, per lo più impossibili o complessi da ottenere, con l’obiettivo della accettazione e della gratificazione creano un circolo vizioso. Le aspettative, esagerate e non raggiunte, causeranno una delusione che spingerà la persona a nutrire aspettative ulteriormente irraggiungibili.
Le cause dello sviluppo di questo disturbo possono essere riconducibili a episodi traumatici, o a ricordi dolorosi, in cui sono presenti figure genitoriali o caregiver, come ad esempio gli insegnanti, che hanno posto richieste elevate e di perfezione.
Questi traumi, ravvisabili anche in chi soffre di impotenza appresa, rischiano di causare insicurezza, senso di colpa rispetto al fallimento.
In che modo si può risolvere l’atelofobia?
La psicoterapia è lo strumento che può portare alla risoluzione di questa fobia. I due aspetti sui quali è necessario lavorare terapeuticamente sono:
- accettazione della imperfezione perché essere imperfetto, incompleto, è un tratto che accomuna tutti, non una macchia di cui vergognarsi
- indagare il significato più profondo che ha l’aspirare alla perfezione, Così da arrivare a comprendere a quale parte del proprio appartiene e per quale funzione protettiva, probabilmente, si è sviluppata.
L’essere umano è un essere imperfetto e, allo stesso tempo, questa imperfezione rappresenta un costante, e funzionale, margine di miglioramento. Se vissuto con accettazione e consapevolezza.
(14 Marzo 2023)