La fine di una relazione: come affrontarla e superarla

I segnali che un rapporto sentimentale è giunto all'epilogo sono molteplici: dalla mancanza di intimità ai litigi sempre più frequenti, anche per motivi futili. Vediamo come superare al meglio questa situazione

La fine di una relazione: come affrontarla e superarla

La fine di una relazione è un evento traumatico che può produrre manifestazioni molto vicine al dolore fisico, in quanto vengono stimolate aree del cervello deputate a questo tipo di percezioni.

La conclusione di un rapporto può avere sia conseguenze psicologiche sia fisiche. Ma come si fa a capire quando una relazione è davvero finita? E quali sono le possibili reazioni nella persona?

In questo articolo proveremo a rispondere, cercando di elencare le possibili strategie e i comportamenti utili a elaborare la fine di una relazione e a superarla al meglio.

Come si fa a capire se una relazione è finita?

I segnali che una relazione sia giunta al suo capolinea sono molteplici. Un primo campanello, sicuramente, è la mancanza di intimità nella coppia. Momenti di questo tipo vengono evitati con sempre maggiore frequenza.

In egual modo, il tempo libero trascorso insieme è sempre meno. Uno o entrambi i membri della coppia cercano sempre più spesso alternative allo stare in compagnia del proprio o della propria partner.

Un altro segnale di una possibile crisi della relazione sono i litigi che si moltiplicano, spesso anche e soprattutto per motivazioni futili. La capacità di ridere su determinate cose e ridimensionare le discussioni viene meno. Lascia il posto alla frustrazione che, a lungo andare, rende il clima di coppia non più sostenibile.

Cosa succede quando una relazione di coppia finisce?

Le conseguenze emotive per la fine di una relazione sono molteplici. Ad una reazione iniziale di shock, soprattutto nel caso in cui l’interruzione del rapporto sia inaspettata, possono seguire:

In modo molto simile a quanto accade per i lutti, la persona attraversa un’iniziale fase di negazione. Si tratta di una strategia che la nostra mente mette in atto per proteggersi. A momenti di grande sofferenza emotiva, possono quindi alternarsi situazioni in cui ci si comporta come se nulla fosse accaduto.

La negazione è un meccanismo difensivo che non produce effetti a lungo termine e, con il passare del tempo, diventa sempre meno efficace nel lenire il dolore provato. È a questo punto che emergono con sempre più forza emozioni come la tristezza, la rabbia, la nostalgia verso il partner ma anche, in alcuni casi, il senso di colpa.

I pensieri, sempre gli stessi, cominciano a presentarsi in loop, in un circolo vizioso. Molte persone, dopo la fine di una relazione, hanno la sensazione di non essere più in grado di controllare le proprie emozioni.

Come si elabora la fine di una relazione?

Come abbiamo visto, la fine di una relazione è un evento traumatico. Costringe la persona a rimodulare tutte le proprie prospettive e ridefinire le priorità in un contesto che è cambiato radicalmente.

È necessario, quindi, affrontare un vero e proprio percorso di elaborazione. Con il supporto, eventualmente, della psicoterapia per poter affrontare al meglio la fine di una relazione e provare a lasciarsela alle spalle.

Gli errori da non fare

Prima di addentraci nelle strategie possibili per elaborare la rottura di un rapporto, cerchiamo di capire prima quali sono gli errori più comuni da evitare per non allungare i tempi di ripresa.

Per prima cosa, non si deve evitare di affrontare il dolore. La negazione è un meccanismo che, come abbiamo visto, può funzionare sul breve termine, ma alla lunga non solo risulta inefficace, ma anche controproducente.

Non bisogna, poi, perdersi nel loop di rimuginio, ruminazione e rimpianti. Perché si rischia di innescare circoli viziosi che lasciano bloccata la persona nel proprio loop di pensieri e le impediscono di andare avanti.

È fondamentale prendere atto che la relazione è finita e non si può più tornare indietro. Per farlo, bisogna razionalizzare i loop di pensieri negativi e dedicargli un tempo sempre più limitato nell’arco della giornata, per quanto sia difficile, soprattutto nei primi mesi dopo la rottura.

Altro classico errore da non commettere, ma che molti inevitabilmente fanno, è quello di contattare il proprio o la propria ex partner. Anche se si può beneficiare di un’iniziale sensazione di sollievo emotivo, alla lunga questo comportamento non fa altro che aggravare il tono dell’umore e, in generale, lo stato emotivo della persona.

Tendere a lasciarsi andare è un’altra reazione piuttosto frequente quando si affronta la fine di una relazione. È necessario, quindi, continuare a prendersi cura di sé attraverso:

Perché affidarsi alla psicoterapia

Qualora ci si renda conto che, da soli, è difficile elaborare e quindi superare la fine di una relazione, ci si può affidare alla psicoterapia e avviare un percorso che favorisca la comprensione delle dinamiche che bloccano il processo di superamento dell’evento traumatico.

Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. La psicoterapia può essere molto utile a lasciarsi definitivamente il passato alle spalle, anche nell’ottica di intraprendere una nuova relazione sentimentale. Può aiutare a vedere la propria situazione in modo diverso.

Tra gli approcci che si sono rivelati più efficaci nell’elaborare al meglio la fine di una relazione c’è quello con indirizzo cognitivo-comportamentale. Questo tipo di percorso terapeutico consente, infatti, di concentrarsi sulle dinamiche relazionali della persona allo scopo di elaborare le strategie migliori per affrontare e superare la sofferenza.