Psichiatria

Alla scoperta della bisessualità e del suo significato

La bisessualità non è da intendersi come un periodo di passaggio, o peggio, di confusione rispetto al proprio orientamento sessuale. Si tratta invece di una realtà affettiva, romantica e sessuale che richiede rispetto e conoscenza.

Alla scoperta della bisessualità e del suo significato

La bisessualità corrisponde ad un orientamento sessuale per il quale si può provare attrazione e interesse, sia di tipo fisico che di tipo affettivo, verso le persone dello stesso sesso o del sesso opposto.

Questa definizione ha comunque necessariamente bisogno di ulteriori specifiche, dal momento che esistono diversi tipi di bisessualità e c’è spesso confusione e disinformazione su questo orientamento sessuale.

Ad aiutarci nel fare chiarezza, la dottoressa Bianca Rapini, psicologa psicoterapeuta e sessuologa del Santagostino.

Che cosa vuol dire il termine bisessualità?

Il termine bisessualità è stato introdotto nel diciannovesimo secolo e veniva utilizzato in modo non esclusivo per il genere umano, poiché la bisessualità è stata osservata anche nel resto del regno animale.

In psicologia si adotta il termine bisessualità quando un individuo è attratto, fisicamente, sentimentalmente ed emotivamente, da individui di più generi. Dobbiamo specificare come questo tipo di attrazione sia certamente fisica ed erotica, ma non solo: ha radici nelle emozioni e nei sentimenti. Una persona bisessuale intrattiene infatti rapporti affettivi e sessuali con persone di più generi: per esempio sia maschile che femminile.

Dobbiamo inoltre specificare come attualmente non si parli più esclusivamente di due soli generi; esistono infatti differenti identità di genere, non esclusivamente riconducibili al canone binario maschile oppure femminile. L’identità di genere infatti non è legata solo al sesso, ma all’esperienza interiore e a come la persona si percepisce psicologicamente e a come si riconosce e si definisce.

Alla stessa maniera esistono differenti orientamenti sessuali, oltre all’eterosessualità, all’omosessualità e alla bisessualità. Basti pensare alla pansessualità, che significa essere attratti fisicamente, affettivamente e sessualmente da un individuo senza alcuna considerazione in relazione al suo genere.

È poi necessaria un’ulteriore specifica: la persona bisessuale ha un orientamento sessuale inclusivo, che non esclude individui non binari o transgender.

Una distinzione tra i due tipi di bisessualità

Le persone bisessuali possono essere attratte da persone del proprio sesso o di sesso opposto nello stesso momento, e in questo caso parliamo di bisessualità sincrona, oppure in differenti periodi della propria vita si possono alternare rapporti omosessuali ed eterosessuali. E in questa seconda occorrenza parliamo di bisessualità asincrona.

Sottolineiamo che la bisessualità non è una fase della propria sessualità, ma un preciso e distinto orientamento sessuale.

La bisessualità nel corso della storia

La bisessualità è stata osservata nel corso di tutta la storia umana e nel susseguirsi delle varie civiltà, assumendo valenze e significati differenti in base alle specifiche culture e alle epoche storiche.

Nella cultura greca antica le relazioni sessuali non erano incasellate in rapporti monogami o strettamente eterosessuali. Gli uomini potevano aver contratto matrimonio con una donna e allo stesso tempo avere relazioni extraconiugali con altre donne così come con uomini. Paradigmatica è, in questo senso, la relazione tra Achille e Patroclo.

Un altro esempio dell’antichità ci è dato dall’imperatore Adriano e dalla sua attrazione verso il giovane Antinoo, conosciuto quando quest’ultimo aveva 13 anni. Un tipo di rapporto inquadrabile, con maggiore esattezza, in un contesto di ebefilia, ovvero una preferenza affettiva e sessuale di un adulto, uomo o donna, nei confronti di una persona che sta attraversando la primissima adolescenza o si trova all’inizio della fase della pubertà.

Il primo a parlare di un continuum, o di fluidità, in ambito sessuale fu Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense, che condusse innumerevoli studi volti ad indagare il comportamento sessuale umano, pubblicati poi, tra il 1948 ed il 1953, in due volumi denominati popolarmente Rapporti Kinsey.

Qual è il giorno dei bisex?

Il 23 settembre si svolge la Giornata Mondiale dell’orgoglio bisessuale, una data scelta dall’International Lesbian and Gay Association.

La bandiera bisessuale risale invece al 1998 ed è stata realizzata da Michael Page. La bandiera è composta da tre righe di differenti colori: in alto il rosa, in basso il blu, al centro il viola, creato dall’unione degli altri due colori. Per Page il rosa simboleggia l’orientamento omosessuale, il blu rappresenta l’orientamento eterosessuale e il viola, infine, è la fusione tra rosa e viola e dunque tra i due orientamenti sessuali.

Come riconoscere se si è bisessuali?

Dobbiamo sottolineare come l’orientamento bisessuale non può essere definito in modo granitico e immutabile nel tempo, come abbiamo accennato. Possiamo tuttavia indicare delle condizioni che si presentano in modo ricorrente:

  • attrazione sia verso gli uomini che le donne
  • attrazione può essere prevalente verso un genere, ma non in modo esclusivo
  • identità sessuale vissuta in modo fluido, nel corso del tempo
  • ininfluenza del genere, tra i generi verso i quali si è attratti, quando si prova attrazione fisica, sessuale o affettiva
  • riconoscimento di come esistano più di due generi, e che l’essere attratto da un solo genere non esclude la possibile attrazione verso altri generi.

Quali sono i pregiudizi intorno alla bisessualità?

Sono molti i pregiudizi e gli stereotipi che gravitano intorno alle persone bisessuali. Forse il più comune è che essere bisessuali sia una fase di passaggio. Una fase che serve per chiarirsi le idee. Un altro pregiudizio vede le persone bisessuali siano ancora immature rispetto al loro orientamento sessuale.

Questa supposta immaturità viene letta anche come non volontà o mancanza di responsabilità nella scelta di un orientamento sessuale netto e definitivo. Questa assenza di responsabilità di scelta viene vista anche come un modo per trarre vantaggi da quella che viene vista, dalle altre persone, come una sostanziale ambiguità di fondo.

Un altro pregiudizio si basa sull’idea che la bisessualità abbia alla base la promiscuità. Dunque che una persona bisessuale non saprebbe essere monogama per via del suo orientamento sessuale verso più generi.

Molti altri sono i pregiudizi e gli stereotipi su questo orientamento sessuale. E proprio da questi pregiudizi nasce la bifobia, ovvero l’avversione e la discriminazione della bisessualità e delle persone bisessuali.

L’importanza del coming out

Vivere il proprio orientamento sessuale in modo libero e consapevole è una possibilità che purtroppo non può ancora essere data per scontata. Esistono infatti varie forme di discriminazione ai danni di individui bisessuali, compresa la negazione stessa dell’esistenza della bisessualità.

Stando ad una indagine condotta da Istat e UNAR nel 2020 – 2021, circa una persona omosessuale o bisessuale su due ha dichiarato di avere subìto almeno un’azione discriminatoria a scuola o all’università.

Il coming out, ovvero il dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o anche la propria identità di genere, può rappresentare un momento fondamentale. Un momento in cui rivendicare il diritto alla libera espressione del proprio orientamento e della propria identità di genere senza alcun timore. Tuttavia il coming out spesso è vissuto e accompagnato a condizioni di stress e di ansia, legate alla paura della non accettazione, del rifiuto, della discriminazione e, dipendentemente dalle culture di appartenenza, al rischio per la propria vita.

Si rivela utile, in questi casi, intraprendere un percorso di psicoterapia. Utile come supporto nei casi in cui si è vittime di comportamenti discriminatori o nei casi di bifobia interiorizzata o, ancora, come momento di approfondimento nella conoscenza di sé.