Psichiatria

La disregolazione emotiva, capirla per risolverla

La disregolazione emotiva non permette alla persona di avere consapevolezza delle proprie emozioni. Di conseguenza risulta complesso riuscire a regolare l’intensità degli stati emotivi. Come si può intervenire?

La disregolazione emotiva, capirla per risolverla

La disregolazione emotiva non permette di avere né coscienza né capacità di regolare i propri stati emotivi. Ne consegue che il soggetto si ritrova a vivere situazioni emotive, quali la rabbia o il dolore, che sono in tutto e per tutto fuori controllo.

In che modo la psicologia definisce la disregolazione emotiva? Quali sono i possibili fattori che la scatenano e, soprattutto, quali strumenti permettono di risolverla? Risponde la dottoressa Eva Lucchesi Tagliabue, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino.

Cosa è la disregolazione emotiva?

Prima di parlare di disregolazione emotiva, è utile accennare in breve cosa sono le emozioni, e cosa sia quindi la regolazione emotiva. Stando alla definizione della Treccani, l’emozione è:

Impressione viva, turbamento, eccitazione. In psicologia, il termine indica genericamente una reazione complessa di cui entrano a far parte variazioni fisiologiche a partire da uno stato omeostatico di base ed esperienze soggettive variamente definibili (sentimenti), solitamente accompagnata da comportamenti mimici.

Secondo la definizione della Associazione Psicologica Americana:

L’emozione è un modello fenomenico complesso, di natura reattiva, che coinvolge varie esperienze soggettive, sia di natura fisica (comportamenti, riflessi, attivazione fisiologica) che psicologica (esperienza soggettiva, processi cognitivi), non sempre a livello consapevole. Si tratta di un modello funzionale evolutosi per fronteggiare fenomeni o eventi con il quale un organismo entra costantemente in relazione significativa.

Ad oggi, ancora non c’è una definizione scientifica univoca. Molte sono le teorie delle emozioni, così come i modelli che trattano la regolazione delle emozioni.

Le emozioni si distinguono in:

  • primarie o innate riscontrabili in qualsiasi popolazione e civiltà, quindi universali
  • secondarie che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con la sua interazione sociale.

Per regolazione delle emozioni, invece s’intendono i tentativi volontari o automatici dell’essere umano di influenzare e modificare le emozioni che sente, anche mentre le sta vivendo. Tentativi svolti attraverso la variazione del valore e la loro portata esperienziale o espressiva.

Quali elementi regolano l’esperienza emotiva?

Tre sono gli elementi della regolazione dell’esperienza emotiva, secondo Elliot L. Jurist:

  • identificazione dell’emozione
  • modulazione dell’intensità dell’emozione
  • espressione, ovvero manifestazione dell’emozione.

La disgregolazione emotiva fa riferimento alla difficoltà che le persone hanno con ciascuno di questi tre elementi, nelle varie combinazioni tra gli stessi o con tutti e tre. I tre elementi sono connessi l’uno all’altro e si sovrappongono nella propria funzione.

Per esempio, l’interesse verso l’identificazione di un’emozione può convergere nel tentativo della sua modulazione. Oppure lo sforzo o la necessità di modulare le emozioni può esercitare un impatto sui modi con cui queste saranno espresse.

Identificare, modulare ed esprimere le emozioni sono spesso processi in sequenza, di cui diventiamo consapevoli. Per poi esperirli, sperimentarli e agire in conformità a ciò che sentiamo.

L’identificazione dei propri stati emotivi segnala l’inizio dell’agency: la sensazione soggettiva di controllare le proprie azioni. La modulazione ne indica l’attualizzazione, mentre l’espressione ne rappresenta la realizzazione.

In che modo si manifesta?

La maggior parte delle persone possiede abbastanza consapevolezza delle proprie emozioni. E risponde positivamente quando è incoraggiata a provare curiosità e a dare nome e significato verso i propri sentimenti, oltre che a esplorarli ulteriormente.

Fin quando questa “attività” si rivela appagante e gratificante, la curiosità aumenterà e di conseguenza la sperimentazione e la ricerca. Quando tale ricerca diventasse dolorosa o creasse malessere e disagio psicologico, potrebbero manifestarsi resistenze, opposizione e rigidità.

Ci sono persone prive o con gravi compromissioni di consapevolezza rispetto alle proprie emozioni. Vedi chi soffre di alessitimia, di apatia, di anaffettività o di autismo. Altri individui invece, anche se in parte consapevoli delle proprie emozioni, manifestano aspetti difensivi o distorsivi. Alcune persone manifestano una falsa sicurezza rispetto alle proprie emozioni, fraintendendole oppure utilizzandole in maniera avversativa o insofferente.

Cosa comporta la disregolazione emotiva?

La disregolazione emotiva presuppone la limitazione o l’incapacità di una persona nel:

  • riconoscere il tipo di emozione che sta vivendo
  • controllare gli impulsi e i comportamenti inadeguati causati da emozioni, positive o negative, particolarmente intense,
  • gestire le proprie emozioni in modo coordinato e funzionale al contesto
  • sedare o attenuare autonomamente l’attivazione fisiologica indotta da forti emozioni
  • mantenere focalizzata la propria attenzione e la concentrazione alla presenza di emozioni forti.

Come nasce la disregolazione emotiva?

Da quando nasce e per il corso di tutta la sua vita, l’essere umano sperimenta una molteplicità di emozioni di varia natura, piacevoli e spiacevoli, attivando una serie di metodi e tentativi, più o meno efficaci, per gestirle e controllarle. I neonati imparano a regolare le proprie emozioni attraverso il fisiologico processo di maturazione cerebrale, e con un considerevole aiuto da parte dei loro caregiver primari.

Un legame di attaccamento sicuro porta allo sviluppo di una forma sana e flessibile di regolazione emotiva, mentre un legame insicuro provoca stili di regolazione non ottimali. Per esempio, l’attaccamento insicuro evitante produce una regolazione eccessiva delle emozioni, quello ambivalente genera una regolazione insufficiente. La disorganizzazione dell’attaccamento conduce a forme di regolazione imprevedibili e meno efficaci.

Quale origine per questa disregolazione?

Secondo il modello dello sviluppo biosociale dell’individuo, la disregolazione emotiva è il risultato della predisposizione biologica, del contesto ambientale e della combinazione di questi due fattori, nonché del loro reciproco rinforzo che – nel corso del tempo – comporterebbe l’acquisizione di caratteristiche individuali e strategie di coping disadattive.

Secondo il modello psicodinamico, la disregolazione delle emozioni della persona ha un’origine evolutiva nei traumi che sono intervenuti nel suo sistema delle relazioni primarie e che, in quanto non elaborati, sono ripetuti inconsciamente. Negli schemi comportamentali e negli automatismi disfunzionali, anche corporei di attacco-fuga-immobilizzazione, nel qui e ora e nella coazione a ripetere.

Il problema non è tanto, ad esempio, sentire la paura, la rabbia o la gioia. Si trova piuttosto nella capacità della persona di riconoscere l’emozione, di accettarla. Se possibile, usarla in modo opportuno e continuare a “funzionare”, in modo adeguato e congruo al contesto, nonostante o malgrado la sua presenza.

Chi soffre di disregolazione emotiva?

L’incapacità di regolazione dell’attivazione emotiva tende a obliterare sviluppo e mantenimento del senso del sé. Senso del sé che è il risultato di un processo di auto-osservazione delle proprie emozioni e di osservazioni delle reazioni altrui alle proprie azioni, e che necessita di coerenza e prevedibilità emotiva.

Nei soggetti con disregolazione emotiva si rileva un senso d’identità inadeguato, a volte assente del tutto, con conseguenti difficoltà relazionali interpersonali, poiché queste richiedono spontaneità nell’espressione emotiva, capacità di autoregolazione emotiva e di tolleranza degli stimoli emotivamente dolorosi. Questi pazienti potrebbero sviluppare relazioni caotiche, oltre a diventare interdipendenti, nel timore dell’abbandono.

La disregolazione emotiva ha ricadute sul piano comportamentale, quando il soggetto tenta di regolare il proprio vissuto emotivo, cercando sollievo per emozioni ingestibili oppure intollerabili. Strategie disfunzionali quali:

  • abuso di sostanze
  • tentativi autolesivi o suicidari
  • comportamenti impulsivi.

È possibile riscontare questi effetti in pazienti che soffrono di disturbi dell’umore e d’ansia, disturbi dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD) e infine disturbi dello spettro autistico.

Le tre componenti principali nella regolazione emotiva

James J. Gross e Hooria Jazaieri, individuano tre componenti principali che si riferiscono a problematiche della regolazione emotiva: intensità, durata e frequenza associandole a varie classi psicopatologiche del DSM 5.

Le tre componenti sono considerate nei termini di troppo o troppo poco. Per esempio:

  • l’intensità può essere rilevata nell’iper reattività tipica dell’ansia sociale, nell’iporeattività della personalità antisociale o nell’iper o ipo reattività che caratterizza la depressione maggiore
  • la durata, invece può essere troppo prolungata come nelle fobie, troppo breve come nel Disturbo Post Traumatico da Stress o entrambe le condizioni come nel disturbo borderline di personalità
  • la frequenza può essere troppo elevata come nel disturbo esplosivo intermittente, troppo tenue come nel caso della distimia e del disturbo depressivo persistente, oppure sia troppo elevata che troppo tenue come nei disturbi dello spettro autistico.

Come curare la disregolazione emotiva?

Per il miglioramento delle capacità di identificazione, modulazione ed espressione delle proprie emozioni è necessaria la pratica. Come abbiamo detto:

  • identificare le emozioni comporta assegnare loro un nome, ma anche ampliare il ventaglio di emozioni di cui la persona è consapevole, nonché la sua possibilità di essere a proprio agio con un senso d’incertezza e imparare a convivere con emozioni spiacevoli
  • modulare le emozioni è un processo che comporta la loro regolazione e il loro perfezionamento, ma anche imparare ad apprezzare il contesto relazionale che nella maggiore parte dei casi stimola tale processo
  • esprimere le emozioni implica renderle manifeste agli altri, ma anche più precisamente imparare a capire quando esprimerle internamente ed esteriormente. L’espressione delle emozioni rende evidente che queste non esistono separate dalla socialità.

Le terapie utili nella cura della disregolazione emotiva, e che aiutano il paziente ad attivare la pratica per il riconoscimento del proprio mondo emotivo, possono essere:

  • la psicoterapia supportiva
  • la psicoeducazione
  • la terapia basta sulla mentalizzazione, MBT
  • la terapia metacognitiva interpersonale.