Moltissime persone, in un qualsiasi frangente della propria vita, hanno avvertito quello che può essere definito un blocco psicologico.
Quando, ad esempio, dobbiamo parlare in pubblico o dobbiamo compiere una determinata attività, ed ecco che qualcosa ci frena dal compierla. Dobbiamo raggiungere un certo risultato, e ogni volta ci ritroviamo a lasciar andare, procrastiniamo senza arrivare ad alcuna conclusione.
Come può essere definito un blocco psicologico? Ha delle cause che possono essere indagate? E in che modo è possibile superare il blocco che non ci permette di realizzare i nostri obiettivi, professionali o personali che siano?
Blocco psicologico, una definizione
Il blocco psicologico può essere considerato come una vera e propria catena, come un vincolo che non ci permette di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Come approfondiremo a breve, ci sono diverse tipologie di blocchi psicologici, ma è possibile definire due tipi principali:
- blocchi emotivi, definibili come delle barriere che non ci permettono di vivere a pieno le nostre emozioni, non permettendoci di attingere pienamente alle nostre risorse e impedendoci di crescere. È il caso, ad esempio, della impotenza appresa. Anche le emozioni spiacevoli, come dolore o paura, non sono vissute come dovremmo, ma vengono evitate
- blocchi mentali, che possiamo definire come una conseguenza e una espressione di un determinato blocco emotivo. Mente ed emozioni sono intimamente collegate, e può capire di essere troppo tristi o impauriti, al contrario, troppo eccitati per pensare lucidamente.
Sicuramente il blocco psicologico, quindi, deve essere considerato come una espressione a volte di questioni di ordine emotivo, a volte di questioni legate maggiormente al pensiero, quindi alla cognitività.
Da cosa dipendono i blocchi psicologici?
I blocchi psicologici possono avere cause e dinamiche riconducibili al vissuto individuale. Stilare un elenco esaustivo è pressoché impossibile, se non fuorviante. Possiamo in ogni caso indicare le cause più diffuse che spesso si trovano alla base di un blocco psicologico:
- mancanza di esperienza, quando ci viene assegnato un compito nuovo in ambiente formativo o lavorativo, e abbiamo una scarsa conoscenza di quanto ci viene richiesto, e lasciamo che l’ansia anticipatoria prenda il posto dell’iniziativa
- bassa autostima, dovuta a credenze negative o alla poca consapevolezza che abbiamo delle nostre effettive risorse cognitive e di azione
- traumi, che se non rielaborati riaffiorano quando viviamo situazioni simili ad una brutta esperienza che ci ha fatto soffrire. Parlare in pubblico, ad esempio, può risultarci difficile perché in passato siamo stati umiliati, da un caregiver, di fronte a nostri pari
- eccesso di aspettative, rispetto a terze persone, che può manifestarsi quando abbiamo paura di deludere, di essere giudicati ed essere rifiutati
- idealizzazione, che scatta quando abbiamo dei modelli, interni oppure esterni, che non corrispondono propriamente alla realtà. Cadiamo quindi nell’eccesso di aspettative, abbiamo timore di non essere abbastanza bravi, o brave, rispetto all’obiettivo che abbiamo fissato
- paura, una delle più antiche emozioni. La paura, se vissuta e usata funzionalmente, ci permette di evitare situazioni che metterebbero in estremo pericolo la nostra vita, in tutte le sue declinazioni come lavoro, affetti, relazioni. Ma quando inizia a pervadere pensieri e decisioni, possiamo incorrere in un vero e proprio blocco.
Quali sono i blocchi mentali?
Le tipologie di blocchi possono essere molteplici, così come molteplici sono le cause che li hanno innescati. Possiamo indicare, tra i più noti, il blocco dello scrittore. Capita non solo a chi vive di scrittura o di comunicazione ma anche ad una persona che ha necessità personale, o professionale, di scrivere un testo.
Ci sono tuttavia molti altri blocchi di cui tenere conto. C’è il blocco del perfezionista, che induce la persona ad attendere che ci siano delle fantomatiche condizioni perfette prima di intraprendere una attività, in modo non dissimile da quanto accade nei casi di atelofobia. C’è poi il blocco dello studente, o accademico, che accade quando alcune materie non gradite sono sistematicamente non studiate.
Possiamo menzionare il cosiddetto blocco del timido, una forma d’ansia che non permette alla persona di affrontare situazioni di tipo sociale, oppure sentimentale. Ci sono quindi il blocco dell’atleta, quando un professionista sportivo non riesce a performare in una gara, e infine il blocco del venditore, quando pur avendo tra le mani un prodotto o un servizio eccellenti, la vendita pone dei problemi insormontabili.
Come capire se si ha un blocco emotivo?
Possiamo raccogliere alcuni spunti che possono essere segnali riconducibili ad un blocco di natura emotiva o mentale e, in definitiva, psicologica:
- nonostante abbiamo una vita che ci dà molte soddisfazioni e ci vede appagati, sentiamo che un determinato ambito ci sfuggirà sempre. Il posto di lavoro è un ambiente sano, con i nostri colleghi abbiamo un rapporto franco e sereno, ma sentiamo che non avanzeremo mai nella carriera, perché non siamo in grado di terminare l’università o passare l’ultimo test del corso di formazione
- le difficoltà, nell’aprirci ad un partner, non solo sembrano complesse, ma paiono come dei muri insormontabili, e ci sentiamo destinati ad un inevitabile fallimento affettivo
- proviamo un senso di insoddisfazione generale e pervasiva, nonostante le diverse riuscite in molti ambiti della nostra esistenza
- pensiamo di essere le sole persone al mondo a soffrire di questa strana problematica che non ci permette di andare avanti e prenderci la nostra quota di soddisfazione
- abbiamo difficoltà nel chiedere aiuto, preferendo rimanere nella tristezza e nella ruminazione.
Trovarsi in almeno tre di queste situazioni può significare soffrire di un qualche tipo di blocco. E la sensazione dominante è quella di sentirsi come in una trappola, senza alcuna reale via d’uscita, chiusi nelle stesse dinamiche disfunzionali.
Come superare un blocco psicologico?
Il primo passo che dobbiamo compiere consiste nel comprendere quale tipo di blocco ci sta inibendo. Può essere, ad esempio, un blocco causato da esperienze precedenti, e quindi di natura traumatica, oppure può essere scaturito da una convinzione che agisce limitandoci. Una volta individuato il tipo di blocco, possiamo passare in rassegna esperienze passate, alla ricerca di blocchi analoghi che sono stati infine superati.
In seconda battuta, è necessario per noi comprendere come sia sempre fondamentale metterci in azione. Ogni scelta di azione, ogni scelta consapevole, è una medicina che ci cura rispetto alle nostre inibizioni disfunzionali. Scomporre il blocco in momenti più piccoli, e gestibili, è solitamente una strategia che determina risultati.
Ogni piccola vittoria sarà un passo verso la risoluzione del blocco. Ma facciamo attenzione: importa più avanzare che ricercare la perfezione. Il perfezionismo infatti può avere spiacevoli risvolti patologici, così come la mania del controllo dimostra molto spesso di essere invalidante.
Quando il blocco diventa un vero e proprio ostacolo, per una vita piena e sana, consideriamo la possibilità di rivolgerci ad uno psicoterapeuta. Un professionista in grado di aiutarci a intercettare gli eventuali traumi all’origine dei nostri blocchi e a risolverli attraverso la loro accettazione e superamento.
(6 Aprile 2023)