La dipendenza da eroina è una condizione grave e complessa che, oltre all’impatto fisico evidente, sconvolge profondamente il mondo interiore di chi ne è affetto.
Dal punto di vista psicologico, si manifesta come un intricato intreccio di fattori emotivi, comportamentali e cognitivi, alterando il funzionamento mentale e le relazioni interpersonali.
Il dott. Cappa, psichiatra del Santagostino, spiega cos’è la dipendenza da eroina, quali sono gli effetti fisici e psicologici e quali trattamenti vengono adottati per superarla.
Cos’è e che effetti provoca l’eroina?
L’eroina appartiene alla classe delle sostanze analgesiche. É quindi un potente analgesico di origine semisintetica, derivata dalla morfina mediante doppia acetilazione. Quest’ultima è il principale alcaloide dell’oppio, a sua volta estratto dal papavero da oppio o Papaverum Somniferum.
Gli effetti dell’eroina dipendono innanzitutto da:
- quantitativo assunto
- modalità di assunzione
- farmacocinetica della sostanza e dei suoi metaboliti
- variabili individuali.
Questa droga ha uno spettro d’azione molto ampio e complessivamente agisce sia a livello centrale sia periferico, quindi provocando effetti che comprendono:
- attivazione di circuiti cerebrali complessi legati al piacere e alla motivazione
- analgesia
- sedazione
- depressione respiratoria
- nausea e vomito
- miosi pupillare
- inibizione della motilità gastrointestinale e della tosse.
Più specificamente o a livello neurobiologico gli effetti dell’eroina dipendono dall’azione agonista che esercita sui recettori per gli oppioidi endogeni o endorfine. Questi ultimi sono correlati rispettivamente:
- alla nocicezione
- al sistema neurovegetativo
- ai sistemi di gratificazione e rinforzo
- al circuito limbico.
Questi recettori sono molto presenti in diverse aree del sistema nervoso centrale, del midollo spinale e sistema intestinale. È, inoltre, fondamentale distinguere gli effetti dell’eroina a seconda della tipologia di assunzione. Possiamo avere infatti, effetti:
- acuti da sovradosaggio (overdose)
- da uso cronico nella tolleranza
- da uso cronico nella dipendenza e astinenza dalla sostanza.
Cosa provoca la dipendenza da eroina? Effetti immediati e a lungo termine
Con dipendenza fisica e psicologica dall’eroina ci si riferisce a una condizione i cui effetti dipendono dal suo utilizzo cronico.
Dipendenza fisica
In particolare, la dipendenza fisica dall’eroina ha come indicatori i sintomi astinenziali. Questi si accompagnano di solito a significativi cambiamenti psicologici e comportamentali.
In tale condizione è sempre più difficile interrompere l’uso della sostanza. I sintomi iniziali dell’astinenza, cioè quando si è sviluppata la dipendenza fisica, sono simili a quelli influenzali, con:
- rinorrea
- lacrimazione
- sudorazione
- ansia
- sbadigli.
Successivamente possono comparire:
- malessere generalizzato
- astenia
- sonnolenza
- disturbi del sonno
- anoressia
- cefalea
- pensieri e sogni focalizzati sulla sostanza
- midriasi lieve
- piloerezione generalizzata.
In seguito aumentano l’ansia e l’agitazione e compaiono, inoltre:
- crampi
- dolori muscolari e ossei intensi
- brividi e fascicolazioni muscolari (contrazioni sottocutanee involontarie delle fibre muscoli)
- vampate di calore e sensazioni di freddo
- crampi addominali e diarrea
- nausea e vomito
- midriasi fissa
- spasmi muscolari e clonie.
A livello psicologico/psichiatrico si manifesta:
- acuto craving
- alterazioni del sonno
- ideazione paranoide
- turbe della coscienza e dell’attenzione
- aggressività.
Dipendenza psicologica
La dipendenza psicologica dall’eroina è invece caratterizzata da condizionamenti psicologici e comportamentali. La persona dipendente dall’eroina è completamente condizionata dal bisogno di assumere la sostanza e questa attività occupa prevalentemente i suoi pensieri, i suoi interessi e la sua vita, con uno scadimento generale delle capacità sociali e lavorative.
Il soggetto eroinomane è peraltro scarsamente sensibile a stimoli quali amore, gioco, cibo, sesso. Si configura così uno stato di anedonia e apatia, che aggrava ulteriormente il quadro psicopatologico, e che determina di conseguenza un uso compulsivo della sostanza.
Quali sono le cause della dipendenza da eroina?
Le cause che determinano la dipendenza da eroina sono da considerarsi, come per altre condizioni patologiche, multifattoriali. Da una prospettiva biopsicosociale, vi sarebbero implicati:
- fattori biologici e neurobiologici e temperamentali
- caratteristiche psicologiche del singolo soggetto
- comorbilità con altre patologie psichiatriche
- aspetti sociali.
Con questi ultimi sono rilevanti le esperienze significative vissute dalla persona nel proprio percorso di crescita relativamente alla qualità delle cure primarie, al contesto familiare e alle esperienze nel gruppo dei pari.
La concomitanza di questi fattori può incidere a un particolare tipo di risposta all’assunzione della sostanza determinandone prima un’affezione e secondariamente una dipendenza.
Quanto durano e che intensità hanno gli effetti dell’eroina?
La durata e la potenza degli effetti della sostanza dipendono da variabili individuali e dalla modalità o via di somministrazione. Sono più intensi e duraturi se la sostanza è iniettata, rispetto all’eroina inalata, sniffata o fumata.
L’assunzione per via orale, intramuscolare o rettale produce effetti meno intensi ma più duraturi.
Nel caso della assunzione endovenosa di una dose di eroina da 10 mg, si hanno effetti immediati e acuti di piacere intenso, il cosiddetto rush, che ha una durata variabile da 45 secondi a parecchi minuti. A tale effetto acuto segue uno stato di rilassamento e benessere profondo della durata di un’ora circa, che va poi riducendosi.
Oltre al flash e una potente analgesia, tra i primi segni clinici è evidente una miosi importante e una riduzione della frequenza respiratoria. Possono esservi anche:
- disforia
- nausea e vomito
- inappetenza
- riduzione/blocco della digestione e della motilità gastrointestinale
- reflusso gastroesofageo
- secchezza orale
- riduzione del riflesso della tosse
- ritenzione urinaria e ridotta sudorazione
- temperatura corporea che tende a ridursi moderatamente.
Dal punto di vista cognitivo, vi è alterazione a carico di memoria, concentrazione e giudizio. Complessivamente gli effetti descritti durano dalla 3 alle 5 ore.
Come si cura la dipendenza da eroina?
La disintossicazione dall’eroina, cioè la procedura medica per il trattamento dell’astinenza oppioide, consiste nella somministrazione controllata di una terapia farmacologica per ridurre l’intensità dei sintomi della stessa.
Trattamento farmacologico
I farmaci utilizzati in questo caso sono clonidina e lofexidina (agonisti alfa-2 adrenergici), e altri agonisti oppioidi quali metadone e buprenorfina. La detossificazione tuttavia non porta, da sola, alla astensione protratta dall’eroina o dagli oppioidi, ma ha lo scopo di accompagnare il paziente ad altro trattamento non oppioide del disturbo da uso di sostanze (DUS). Inoltre, non consente al paziente di affrontare i motivi per cui è diventato dipendente.
Trattamenti integrati
Per giungere alla sospensione da alcune sostanze additive, eroina compresa, in ambiente sicuro e controllato, è preferibile, talvolta necessario, effettuarla in ospedale o in una struttura residenziale. Tale scelta è più indicata per chi ha una storia di dipendenza più pesante e lunga, pertanto con maggiore probabilità di sintomatologia astinenziale intensa e complicata, oppure per chi ha rilevanti problemi di salute.
Trattamenti integrati comprendenti anche un ricovero in una struttura dedicata (residenziale o comunità terapeutica), consentono peraltro al paziente di focalizzarsi sulla propria problematica di dipendenza e affrontarne quindi le ragioni sottostanti da un punto di vista psicologico, mediante la partecipazione a gruppi, a percorsi psicoterapici e a un’altra serie di attività proposte nelle strutture, siano queste ricreative o educative. Nonostante l’alto tasso di ricadute documentato nell’ambito delle dipendenze patologiche, un trattamento integrato offre una migliore prognosi e maggiori probabilità di successo rispetto a interventi esclusivi. Sono da considerarsi fondamentali da un punto di vista prognostico anche altri fattori quali:
- motivazione del paziente a intraprendere un percorso
- età anagrafica
- età d’esordio del disturbo da uso di sostanze
- storia personale
- co-dipendenza da altre sostanze
- numero delle ricadute pregresse
- condizioni medico-organiche
- presenza o assenza di un sistema familiare di supporto e contenimento
- comorbilità o meno di patologie psichiatriche concomitanti o disturbi della personalità
- considerazione dell’organizzazione di personalità “sottostante”.
I trattamenti per il disturbo da uso da sostanze possono avvenire inoltre in un ambiente di cura esterno, senza che siano previsti ricoveri. Tuttavia, questi potrebbero avere un tasso di insuccesso affatto inferiore e un maggior rischio di ricaduta. Infatti, in questo caso, il paziente non sarebbe soggetto a un monitoraggio costante degli operatori curanti, ma, al contrario, continuamente esposto agli stimoli ambientali.
Quanto tempo ci vuole per disintossicarsi dall’eroina?
La disintossicazione dall’eroina avviene in un tempo relativamente breve. L’organismo si ripulisce dalla sostanza in seguito a un periodo di 7/10 giorni, quindi il tempo di durata della sindrome da astinenza, che esordisce dopo circa 4-6 ore dalla somministrazione e raggiunge il suo picco dopo 36/72 ore.
La disintossicazione organica non è però sufficiente a determinare un successo nel trattamento della persona dipendente, poiché è proprio il mantenimento dell’astinenza a lungo termine a stabilirlo, come avere ripreso un funzionamento sociale e quotidiano stabili, precedentemente compromessi significativamente.
(8 Novembre 2023)