L’attenzione compulsiva al risparmio ha oggi un nome preciso: iperopia.
Questo termine, originariamente sinonimo di ipermetropia, ha recentemente assunto una sfumatura semantica ulteriore. Da semplice difetto della vista, che impedisce la messa a fuoco degli oggetti più vicini, ha infatti assunto una sfumatura semantica ulteriore, finendo per indicare la tendenza a un’eccessiva cautela nelle spese economiche del presente dettata dalla paura di non disporre di sufficiente denaro per evenienze future.
Un atteggiamento che non è esente da ripercussioni psicologiche: può provocare malessere e sintomi depressivi, dovuti alla frustrazione del desiderio di concedersi delle piccole gioie quotidiane e, più in generale, al senso di incertezza riguardo al futuro.
In questo articolo esploriamo le sfaccettature dell’iperopia, delineando come si manifesta nei comportamenti quotidiani e provando a capire quale sia il modo più equilibrato di gestire la relazione con i soldi, bilanciando il soddisfacimento dei bisogni immediati e la ricerca di sicurezza a lungo termine.
Cosa vuol dire iperopia?
Come accennato, il termine iperopia è semanticamente equivalente a ipermetropia: un disturbo della vista che comporta una visione degli oggetti vicini maggiormente sfocata rispetto a quella degli oggetti lontani.
Questa condizione, se riferita alle scelte di consumi e risparmio, assume un’accezione metaforica, definendo un atteggiamento di ossessiva parsimonia che porta a limitare le spese per sfizi e piaceri immediati per il timore di non poter far fronte a incombenze future. Come l’ipermetrope non riesce a mettere a fuoco gli oggetti più vicini, allo stesso modo, chi soffre di iperopia, è troppo preoccupato dalle prospettive di lungo periodo per focalizzarsi sul presente.
Cosa causa l’iperopia
Alla base dell’iperopia c’è l’inquietudine di non poter prevedere le circostanze future e la preoccupazione di incontrare improvvise difficoltà economiche.
Un senso di instabilità e vulnerabilità che negli ultimi anni è stato significativamente esacerbato dalle conseguenze della pandemia da Covid-19 e della crisi economica che ne è derivata. Questi eventi hanno modificato le abitudini di spesa di molti, portando a far fronte alle sole necessità primarie e a rinunciare a beni e servizi considerati superflui. Il sentimento di incertezza che grava sul futuro genera timore e insicurezza, e spinge molte persone a procrastinare o depennare le spese non essenziali, estendendo però talvolta queste restrizioni anche ad ambiti rilevanti, che non meriterebbero di essere messi in secondo piano, come la salute.
Sintomi e conseguenze dell’iperopia
La forzata propensione al risparmio indotta dall’iperopia porta le persone a uno stile di vita essenziale, fatto di calcoli, ristrettezze e rinunce, nel tentativo di scongiurare un’eventuale carenza di denaro in futuro.
A differenza di chi pratica un risparmio equilibrato, mettendo da parte solo una piccola parte dei propri introiti e facendo eventuali investimenti quando possibile, l’iper-risparmiatore si costringe a una restrizione severa dei consumi presenti, perché animato dall’ansia di eventuali problemi economici e turbato dal fantasma della povertà.
Si tratta, per certi versi, di un comportamento opposto a quello alla base dello shopping compulsivo, che induce l’impulso incontrollato di fare acquisti, anche se non realmente utili.
Ma quali sono le conseguenze di questo atteggiamento di compulsiva prudenza? Le ricerche condotte nel campo hanno mostrato come l’iperopia conduce a rimpiangere, nel breve periodo, le spese fatte impulsivamente, per capriccio, ma allo stesso tempo a pentirsi ancora di più – sul medio-lungo termine – anche di quelle non fatte. Sembrerebbe, cioè, che a turbare maggiormente i soggetti che soffrono di iperopia siano le occasioni perse di vivere il momento, la rinuncia a godere a pieno del presente.
L’analisi del comportamento dei consumatori evidenzia dunque una complessa dinamica emotiva in cui il rimorso si trasforma da senso di colpa per essere stati troppo indulgenti nei soldi spesi a rimpianto per non essersi concessi quei piaceri che aiutano a vivere più serenamente, ad alleggerire gli obblighi e i tedi della quotidianità. Ecco allora che l’iperopia può incidere notevolmente sull’equilibrio psicologico dell’individuo, sfociando in sintomi ansiosi e persino in depressione.
Come curare l’iperopia?
Per poter superare l’iperopia è cruciale innanzitutto riconoscere l’impatto negativo che questo disturbo può avere sulla propria qualità di vita e imparare a riassegnare la giusta importanza al denaro, puntando a trovare un equilibrio sano tra precauzione e cura dei propri bisogni e desideri. Anche di quelli che, materialmente parlando, rappresentano una concessione, un extra non strettamente necessario, ma che sono in grado di migliorare il tono dell’umore e nutrire il benessere psicoemotivo.
Una soluzione pratica, a questo proposito, può essere impostare un budget dedicato a spese non essenziali ma gratificanti, come cenare fuori oppure acquistare un capo di vestiario o un oggetto di proprio gradimento, per gestire in modo oculato questi desideri senza compromettere la propria sicurezza finanziaria.
Non meno importante è dedicare del tempo alla propria educazione finanziaria. Acquisire conoscenze di base in questo ambito può infondere maggiore fiducia nelle proprie capacità di gestione del denaro e aiutare a ridimensionare le ansie legate all’incertezza economica futura.
Quando questi piccoli accorgimenti non sono sufficienti, il modo più efficace per affrontare una deriva ossessiva del proprio comportamento è rivolgersi a un professionista della salute mentale, in grado di fornire assistenza specializzata. La psicoterapia è un supporto prezioso per gestire le problematiche legate all’iperopia e può aiutare a sviluppare un’efficace compensazione tra la necessità del risparmio e la cura di sé in senso lato.
(18 Settembre 2024)