Il tabù sul piacere sessuale, inclusa la masturbazione femminile, è ancora estremamente diffuso. L’immagine di una donna (di qualsiasi età) che si dedichi all’autoerotismo è ancora fortemente vincolata da stereotipi di “purezza” da salvaguardare e “integrità morale” da mantenere.
È fondamentale dire che masturbarsi non è un obbligo per nessuno e non deve esserlo. Tuttavia, è altrettanto importante legittimare questa pratica allentando le maglie rigide del giudizio culturale e della disinformazione, data dall’assenza di un’adeguata educazione sessuale.
Difficilmente si parla apertamente di piacere in termini positivi. Si tende a collegare questo concetto alla vergogna, come se implicitamente ci fosse qualcosa di male che non si conforma all’immagine della donna “perbene”. La masturbazione femminile è tuttora relegata all’ambito del non detto, che esiste ma non si dice.
Con l’aiuto delle dottoresse del Santagostino Paola Zucchi (psicologa e psicoterapeuta) ed Elisa Sipio (ginecologa) proviamo a fare chiarezza sul tema.
Come funziona la masturbazione femminile?
La masturbazione femminile, così come quella maschile, non ha una modalità unica e tanto meno corretta di espressione. Una buona possibilità è quella di approcciarsi all’autoerotismo cercando di conoscere la propria anatomia. Magari avvalendosi di uno specchio e approfondendo la conoscenza della fisiologia della risposta sessuale, cercando di esplorare i propri punti sensibili e le zone erogene. Primo tra tutti il clitoride, ma anche tutta la vulva fino, per chi volesse, l’interno della vagina.
Generalmente, tra le tecniche di masturbazione, il metodo più diffuso è la stimolazione clitoridea attraverso le dita delle mani (sfregando, premendo o accarezzando il clitoride con movimenti circolari). Questa pratica consente di scegliere l’intensità e il ritmo che più si adattano al proprio piacere. Esistono, poi, modalità indirette di stimolazione come:
- il getto dell’acqua
- un cuscino
- oggetti che possono essere utilizzati per stimolare i genitali (avendo cura che siano congrui allo scopo)
A questo proposito, molto spesso, esistono preoccupazioni rispetto alla possibilità di “farsi male” nell’atto di autoerotismo. Risulta importante il buon senso e la cura dei propri genitali esattamente come per il resto del corpo. Se si sente male o la stimolazione risulta troppo intensa, sarà sufficiente rimodularla o cambiarla. Anche l’igiene è fondamentale: se si utilizzano oggetti è bene che siano adeguatamente puliti (senza arrivare agli eccessi).
L’utilizzo dei giocattoli sessuali
Senza dubbio una possibilità di autoerotismo è rappresentata dai cosiddetti sex toys. Questi oggetti, infatti, sono appositamente realizzati per stimolare i genitali. Vi sono modelli molto diversi:
- semplici
- vibranti
- destinati al clitoride, alla vagina o combinati.
Questi prodotti possono essere utilizzati sia per pratiche autoerotiche, ma anche durante il rapporto con il/la proprio/a partner. Può essere utile vedere su internet quali modelli esistono e la loro descrizione per scegliere quello che può fare al caso proprio.
Anche in questa eventualità, sarà importante scegliere oggetti di qualità certificata per poter essere libere di esplorare il proprio piacere in sicurezza. Può essere molto utile avvalersi di un lubrificante durante l’atto di masturbazione, sia in presenza di un sex toy che in assenza.
L’autoerotismo è un atto emotivo
È, inoltre, fondamentale ricordare che l’autoerotismo non è solo un atto meccanico, ma anche emotivo. Nella risposta sessuale, è importante essere serene, a proprio agio con quello che si sta facendo ed essere in contatto con il proprio desiderio sessuale. Rispetto a questo, è utile riferirsi a un immaginario sessuale che si può costruire con fantasie mentali oppure prendendo spunto per esempio da film o letture erotiche.
Come arrivare all’orgasmo femminile con la masturbazione?
Partendo dal presupposto che il piacere è soggettivo, e che ognuno trae piacere da cose diverse che si imparano a riconoscere col tempo, il modo migliore per vivere la masturbazione e per raggiungere l’orgasmo è, come accennato, dedicarsi a questo momento di cura personale quando si è rilassate e serene. L’orgasmo femminile è una questione tanto fisica quanto mentale ed emotiva.
È importante esplorare e scoprire quali pratiche e ritmi si rivelano più piacevoli ed efficaci per il proprio corpo. Alcune donne possono preferire una stimolazione diretta, mentre altre potrebbero scoprire che movimenti più delicati o variazioni nel ritmo funzionano meglio per loro. Ascoltare e rispettare i propri ritmi corporei e emotivi aiuta a creare un’esperienza piacevole che può condurre all’orgasmo. La chiave sta nell’esplorazione e nella comprensione di ciò che maggiormente si adatta alle proprie necessità e desideri.
Riassumendo, ecco i consigli per gestire al meglio la masturbazione.
Staccare la spina
La masturbazione può essere vissuta come un momento di pausa in cui ci si dedica esclusivamente al proprio benessere. L’obiettivo è anche quello di staccare la spina e mettere da parte i pensieri e le preoccupazioni, dedicandosi al proprio corpo e alla propria mente. Dunque, concentrarsi su sé stesse, lasciando fuori impegni, stress e doveri è un buon presupposto da cui partire.
Creare l’atmosfera giusta
Creare l’atmosfera giusta è il primo passo per un’esperienza soddisfacente e rilassante. Il piacere, come sappiamo, coinvolge soprattutto la mente, non solo il corpo. Per questo è importante sentirsi a proprio agio, in una situazione che aiuti a nutrire il desiderio. Dunque, luci soffuse, candele profumate e musica in sottofondo possono fare al proprio caso.
Trovare la posizione più comoda
Può sembrare un consiglio banale, ma trovare la posizione più comoda e più adatta è essenziale per una perfetta esperienza del piacere. Che sia sul letto o sul divano, l’importante è evitare posizioni o luoghi scomodi, che non conciliano il rilassamento e che possano far interrompere l’atto della masturbazione.
Sperimentare
Quando si parla di erotismo la sperimentazione è uno degli ingredienti essenziali, non solo per quel che riguarda la masturbazione, ma anche per il sesso in coppia in generale.
Non bisogna avere vergogna o paura nel provare qualcosa di nuovo o lasciarsi andare a nuove scoperte. E non bisogna neanche temere che qualcosa non piaccia: le cose che piacciono si imparano col tempo.
Masturbarsi da donna fa male?
Masturbarsi, che sia una donna o un uomo a farlo, non fa assolutamente male. Al contrario, diversi studi scientifici dimostrano che è un’attività che apporta dei benefici al nostro corpo e alla nostra mente.
Attraverso l’autoerotismo, è possibile in primo luogo conoscere il proprio corpo e la propria risposta sessuale. Questi elementi, infatti, non sono per nulla scontati e risultano preziosi, soprattutto quando ci si appresta a condividere la propria sessualità in coppia.
La risposta fisiologica del corpo che si eccita sessualmente e che trova compimento quando si raggiunge l’orgasmo comporta una serie di attivazioni a livello fisico. Queste, a loro volta, portano beneficio al corpo in quanto:
- agiscono positivamente sul sistema cardiovascolare e sul sistema immunitario
- sembrerebbero addirittura avere un impatto positivo sulla memoria e sulla gestione dello stress.
Da un punto di vista psicologico, inoltre, un buon rapporto con la propria sessualità è positivamente associato a maggiori livelli di autostima e di benessere relazionale.
Perché sulla masturbazione femminile ci sono più tabù rispetto a quella maschile?
La masturbazione femminile è ancora oggetto di tabù, molto più di quella maschile. Questo può essere ricondotto alla presenza, tuttora molto forte, dello stigma legato al piacere e alla sessualità femminile.
È piuttosto insolito discutere liberamente e in modo positivo del piacere. Questo è associato a quello di vergogna, come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel provare piacere, specialmente quando si tratta di autoerotismo femminile. Questa percezione è probabilmente dovuta a una concezione tradizionale e stereotipata della donna ammodo, che non include la ricerca autonoma del piacere.
La masturbazione femminile diventa così un tabù che, seppure esiste, non può essere nominato.