Non è una malattia bensì un meccanismo psicologico che connette la nostra memoria alle percezioni dell’olfatto (e non solo): la sindrome di Proust ha un’origine letteraria ma cos’è in realtà, oggi, ce lo spiega in maniera piuttosto chiara la psicologia.
Sebbene il nome possa indurre le persone a credere il contrario, la sindrome di Proust non è una malattia, non è un disturbo né una disfunzione.
Con questa terminologia si descrive, in maniera più scientifica, ciò che volgarmente viene detto “momento madeleine”, “madeleine di Proust” o, più sbrigativamente, semplicemente “madeleine”, ossia quando un particolare odore ci scatena una fiumana di ricordi anche piuttosto datati, di solito risalenti al periodo dell’infanzia.
Il nome di questa particolare reazione psico-emotiva a uno stimolo olfattivo deriva da un celeberrimo passaggio di Alla ricerca del tempo perduto, il capolavoro dello scrittore francese Marcel Proust.
Che cos’è la sindrome di Proust?
Conosciuta anche con molti altri nomi – tra i quali, il più diffuso è certamente “momento madeleine” (quando non direttamente “madeleine” e basta) – la sindrome di Proust consiste nella rievocazione molto vivida di un ricordo passato, in genere autobiografico, attraverso l’interazione con un’esperienza di vita quotidiana, in particolare il sentire un odore o un profumo.
Sebbene la definizione nasca a partire dallo stimolo olfattivo, per estensione si parla di “madeleine” anche se il fattore scatenante non è per forza un odore: la sindrome si attiva anche mediante un sapore, la visione di un oggetto o di un colore, la percezione di un gesto.
Qual è il significato della madeleine nel romanzo di Proust?
La sindrome di Proust viene definita anche “Madeleine de Proust” o, colloquialmente, “madeleine” proprio perché lo scrittore francese descrive mirabilmente, nella sua opera datata 1913 Alla ricerca del tempo perduto, il meccanismo di attivazione di un ricordo lontano attraverso l’assaporamento dell’odore e del gusto proprio di una madeleine (che è essenzialmente un biscottino a forma di conchiglia tipico della pasticceria transalpina).
All’interno della narrazione di Proust, infatti, nel momento stesso in cui il suo protagonista si ritrova ad assaggiare una madeleine imbevuta di tè, ricorda istintivamente le visite alla zia Léonie di quando era bambino, in occasione delle quali, questa gli offriva proprio delle madeleine inzuppate nel tè.
Dalla memoria della vecchia zia rimasta invalida, poi, scaturisce un’ulteriore ondata di sensazioni, immagini e suoni che provengono dall’infanzia dello scrittore che, in generale, si potrebbe anche identificare con il significato per estensione della stessa madeleine.
Cosa si intende per memoria olfattiva?
Secondo molti studiosi, gli odori hanno una grandissima capacità di attivare le zone della cosiddetta memoria episodica perché l’apparato olfattivo è anatomicamente vicino tanto all’ippocampo, sede della memoria, quanto all’amigdala, porzione del cervello atta a elaborare le emozioni.
Sarebbe insomma grazie a tutto ciò che la memoria olfattiva – cioè quella capacità di rievocare ricordi grazie a un odore o a un profumo – riesce a stimolare memorie particolarmente dettagliate e vivide, ricche anche di riferimenti sensoriali precisi come una specie di fotografia a più dimensioni.
Il genere di ricordo che la memoria olfattiva richiama è di tipo episodico e può anche essere molto lontano nel tempo così come connesso a emozioni e sensazioni precise che vengono anch’esse rievocate; tuttavia, non è possibile scegliere il ricordo che viene rievocato perché è un processo che ha a che fare con i meccanismi dell’inconscio e che non si può pilotare a piacimento.
Chi ha scritto la madeleine?
L’episodio della madeleine che scatena la memoria del protagonista all’interno del primo libro dell’enorme opera che è Alla ricerca del tempo perduto, intitolato Dalla parte di Swann, è frutto dell’arte dello scrittore francese Marcel Proust, vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 e, in particolare, attivo sul suo romanzo più noto dal 1906 fino al 1922, anno della sua morte.
Sebbene dire che “Proust abbia scritto la madeleine” sia impreciso, si può tranquillamente affermare che è grazie all’episodio immortalato su carta dall’autore parigino che noi definiamo “madeleine” o sindrome di Proust lo scaturire di ricordi infantili da un odore, un sapore o un profumo.
(31 Luglio 2024)