Le psicologhe della nostra équipe adolescenti raccontano le emozioni degli adolescenti e la psicoterapia con loro ai tempi del Coronavirus
Gli adolescenti… appassionati di social, serie tv, musica trap, talvolta con idee confuse sul proprio futuro. Chi in questo periodo di quarantena per il Coronavirus risente di più di questo lungo isolamento forse sono proprio ragazzi e ragazze. Ma cosa pensano in questo periodo? Quali emozioni vivono? E come sta cambiando il lavoro terapeutico? In questo articolo vi racconto come gli adolescenti stanno vivendo questa situazione nuova e inattesa, a partire dal lavoro clinico che sto facendo online con loro e con i genitori.
Il tempo sospeso
Cosa si raccontano via chat ragazzi e ragazze, in questi giorni in cui il tempo sembra essere sospeso? Gli adolescenti al tempo del coronavirus sono attraversati da tante emozioni: impotenza, senso di precarietà, frustrazione, rabbia e paura.
Dai videocolloqui effettuati in questi giorni sto raccogliendo anche preoccupazione per la salute dei nonni, e noia perché le giornate sembrano tutte uguali. Dopo la prima settimana di blocco a scuola (vissuta anche con un pizzico di felicità) ora le giornate trascorrono lentamente, qualcuno di loro si sente sopraffatto per non avere più lo stesso spazio di libertà in casa essendoci i genitori che fanno smart working e i fratelli universitari che seguono nella stanza in comune le lezioni online. Qualcuno di loro è triste, perché era pronto ad affrontare l’esame di guida per la patente e ora dovrà aspettare, vedendo sfumare il proprio sogno.
Non è facile per i giovani tollerare le attese, stare a casa tutto il giorno… Dover stare a casa significa rinunciare a vedere i propri compagni di scuola, la fidanzata o l’amico del cuore con cui si fa sport.
In questa fase delicata della loro esistenza non è semplice per loro comprendere il significato delle regole e dei divieti. Il compito dei genitori però è quello di entrare in empatia con i bisogni dei propri figli. In questo periodo difficile è possibile cogliere l’occasione per instaurare con loro un dialogo più autentico. L’ambiente domestico dovrebbe diventare un luogo di ascolto, piuttosto che essere percepito come un luogo minaccioso e fonte di angoscia.
I ragazzi di oggi possiedono una parola per ogni sfumatura di paura, anche se molto spesso scelgono di rimanere in silenzio. Talvolta l’adolescente non racconta ciò che prova perché sa che la paura potrebbe essere contagiosa, e per questo preferisce proteggere i suoi cari.
Le fasi delle emozioni durante l’epidemia
Per metabolizzare un concetto nuovo come un’epidemia che comporta una “sospensione dalla normalità” è necessario sapere che è possibile attraversare alcune fasi:
– La prima è la fase della negazione e della paura, in cui non ci si riesce a capacitare di quanto viene comunicato: la gravità del virus e il bisogno assoluto di rimanere a casa. Da un lato si fa fatica a modificare il proprio stile di vita; dall’altro la società del benessere in cui viviamo aggiunge un livello di complessità, perché siamo abituati a un certo livello di agio e di comfort, per cui rinunciarvi suona come una privazione inaccettabile.
– La seconda fase è quella della rabbia: l’imposizione di una restrizione, il contatto prolungato tra le mura di casa con bambini iperattivi e genitori in ansia può far sorgere aggressività verso la situazione.
– Arriva poi la negoziazione, si cerca di scendere a patti e si immaginano scenari alternativi.
– Segue la fase della rassegnazione, in cui si allentano le pressioni e ci si rassegna al fatto che bisognerà portare pazienza, osservare le norme igieniche e di comportamento e attendere che il periodo di quarantena passi.
– Infine, la fase dell’accettazione, il momento in cui si inizierà a convivere con le nuove condizioni, trovando un nuovo assetto personale.
Come affrontare questo periodo
Se è difficile rassegnarsi alla necessità di rimanere a casa, è comunque possibile sfruttare questo momento in modo costruttivo. Il mondo online è enorme: approfittiamone per recuperare contatti più autentici con i nostri affetti, amici e parenti, per risolvere i conti in sospeso, per lasciarci raggiungere dalle cose da cui di solito scappiamo.
Siamo abituati ad andare veloci e non si riesce a sostare, a entrare in contatto con se stessi per paura di sentire l’insicurezza e la fragilità. Uno dei giovani che seguo mi ha raccontato che fanno molta fatica in questi giorni a tenere aperto un dialogo tra amici. In genere sono abituati a raccontarsi le cose che succedono; ora essendo le giornate ridotte al minimo sono più stimolati a dire come stanno, e tutto questo vissuto diventa una vera e propria palestra emotiva.
Perché allora non approfittarne per allenarsi a descrivere le proprie emozioni?
Ecco alcune proposte pratiche:
- Tenere un diario per riflettere; annotando tutti i pensieri e le riflessioni legate a questo periodo difficile. Questa attività ha un effetto liberatorio e induce al ragionamento su emozioni e relazioni.
- Molti adolescenti smettono di disegnare considerando questa attività tipica dei bambini, invece il disegno o la pittura è una delle forme d’arte più istintive e immediate di cui disponiamo. Disegnare può consentire ai giovani di esprimere la propria creatività e veicolare le proprie emozioni.
- Leggere un bel libro, imparare a cucinare cose nuove e fare corsi online per uscire da questo periodo con qualche competenza in più e più forti di prima.
“Rimanere fermi ma viaggiare nello stesso tempo” ormai è possibile fare il giro virtuale dei musei, fare l’aperitivo online con l’amico che vive dall’altra parte del mondo, video corsi di yoga e meditazione. Stanno nascendo tantissime iniziative, proviamo a seguirle e cerchiamo di non isolarci.
Insieme abbiamo un sacco di risorse che possiamo attivare, anche per sdrammatizzare e alleggerirci: flash-mob affacciati ai balconi e alle finestre e canzoni cantate all’unisono nei vari quartieri fanno eco nel silenzio delle strade deserte. Un grosso momento di condivisione e unità, seppure a distanza di sicurezza, per sentirsi meno soli e farsi forza a vicenda.
Stare a casa implica un sacrificio, che però è fattibile perché limitato nel tempo. Possiamo farcela.
Come sempre le crisi portano con sé anche un potere generativo, cerchiamo di sfruttarlo, il contagio e l’amplificazione emotiva funzionano anche per le emozioni positive.
Il Centro Medico Santagostino fa consulti psicologici online da diversi anni e i nostri psicologi hanno un protocollo specifico per la gestione dell’emergenza virus. Se stai vivendo un momento difficile, sei in ansia e vuoi parlarne, prenota un consulto psicologico online.
(19 Marzo 2020)