La fiducia è uno degli elementi che determina la qualità di una relazione. Si sviluppa nell’infanzia e può essere allenata. Ecco alcune indicazioni pratiche per cementare il rapporto di coppia.
Il modo in cui le nostre relazioni si sviluppano ed evolvono dipende in misura significativa dallo stile affettivo a cui siamo stati esposti nel corso della prima infanzia.
Le interazioni con le figure di attaccamento primarie modellano il modo in cui percepiamo noi stessi, gli altri e le relazioni. Le interazioni ripetute del bambino con le prime figure di accudimento generano rappresentazioni interne di sé stessi, dei caregiver e del mondo esterno, che persistono in maniera relativamente stabile nel tempo.
Le esperienze di vita individuali quindi influenzano i nostri comportamenti futuri, compresi quelli relativi alle relazioni di coppia. Per capire meglio questo concetto dobbiamo fare riferimento al cosiddetto stile di attaccamento.
“Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia.” Ernest Hemingway
Cos’è l’attaccamento e come influenza la fiducia negli altri
Per “attaccamento” si intende l’insieme di schemi mentali che definiscono il nostro modo di stare in relazione. Questi schemi includono rappresentazioni di se stessi, degli altri e di cosa è probabile aspettarsi nelle relazioni in base alle esperienze significative del passato. Lo stile di attaccamento dei partner è un possibile predittore della qualità del rapporto di coppia: tendiamo ad esempio a scegliere un partner che conferma le rappresentazioni relazionali sviluppate durante l’infanzia.
Come avviene questo processo?
Cerchiamo di capirlo con un esempio. Se non abbiamo potuto sviluppare un senso di fiducia negli altri penseremo che in generale non è possibile fidarsi delle persone, e che è necessario difendersi per evitare di essere danneggiati. A causa di questa convinzione avremo più difficoltà a creare e a mantenere i rapporti con gli altri e tenderemo ad attuare schemi comportamentali coerenti con le nostre aspettative ed emozioni.
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Altre cause del non riuscire a fidarsi
Non riuscire a fidarsi degli altri può dipendere anche condizioni di abbandono, abuso fisico o psicologico vissute durante l’infanzia e l’adolescenza. La diffidenza può anche derivare da atteggiamenti di critica e sospettosità appresi dalle figure di riferimento. L’altro – come ad esempio un partner – può attivare vecchi “file” personali e riaprire ferite mai del tutto rimarginate.
Come tornare a fidarsi degli altri
Per darci la possibilità di fidarci, sarebbe utile mettere in atto dei piccoli accorgimenti: vediamone alcuni.
- Lavorare su se stessi per lasciar andare il passato. Cercare di ridefinire – magari con l’aiuto di un professionista – gli schemi mentali che definiscono il nostro modo di stare in relazione.
- Riconoscere gli errori commessi da chi doveva prendersi cura di noi.
- Imparare a comunicare e condividere le proprie emozioni.
- Non avere fretta. Darsi il tempo necessario, perché recuperare la fiducia nel prossimo richiede tempo e pazienza.
All’interno dei rapporti di coppia la fiducia è cruciale e quindi va costruita giorno dopo giorno. Riuscire a fidarsi vuol dire sostenere un sentimento di sicurezza e tranquillità che deriva dal non avere dubbi o incertezze. Sperimentare questa attitudine crea un collante tra le due parti e regola l’impegno e l’investimento emotivo in quella relazione.
Quando la mancanza di fiducia è cronica e da soli proprio non riusciamo a migliorare la qualità delle nostre relazioni interpersonali, l’aiuto di un professionista psicologo può essere la scelta migliore per iniziare a stare meglio con gli altri.
(30 Settembre 2021)