Pensavate di sapere tutto sulle fobie? Non è così, eccone 20 che forse non conoscevate.
Le nostre peggiori paure possono assumere molte forme diverse e inaspettate. Scopriamone alcune.
[Attenzione: avere una di queste fobie non rende “strani”, o malati. Ogni paura racconta qualcosa della storia di vita di una persona. Per quanto inusuali possano sembrare le fobie, non è giusto deridere chi ne soffre]
Le fobie specifiche sono paure intense e anomale molto circoscritte che provocano l’evitamento di stimoli, oggetti, animali o situazioni particolari. Queste paure possono risultare imbarazzanti e condizionare anche gravemente la vita di una persona. Le fobie si sviluppano in circostanze particolari a causa di un processo chiamato “condizionamento”, tramite il quale associamo un significato pauroso a uno stimolo neutro. Al di là di quali siano le motivazioni che le generano, comunque, le fobie possono assumere forme piuttosto bizzarre, in alcuni casi. Eccone venti, di cui forse non avevate ancora sentito parlare.
- Optofobia. Da vocabolario è la paura persistente e anomala di aprire gli occhi. Una fobia poco conveniente, perché porta la persona a vivere come se fosse cieca, ma senza specifici danni agli occhi o difficoltà visive riconoscibili.
- Coreofobia. Paura di ballare. A volte può essere legata ad ansia sociale o agorafobia, in altri casi invece esiste indipendentemente da essa. Molte persone si sentono inadeguate o imbarazzate nel ballo, ma solo alcune sviluppano una vera e propria fobia.
- Geliofobia. Paura della risata. L’atto di ridere o di trovarsi vicino a qualcuno che ride può provocare una paura intensa e incontrollata in chi soffre di questa fobia. E no, non c’è niente da ridere :0
- Eliofobia. La paura morbosa della luce solare o l’incapacità di sopportarla. Una condizione rara che rende difficile esporsi al sole. La luce solare provoca ansia e panico in persone affette da eliofobia, che possono temere anche altre fonti luminose.
- Deipnofobia. La paura persistente di affrontare conversazioni durante pranzi o cene. Per quanto possa sembrare sovrapponibile agli effetti dell’ansia sociale, questa fobia è in realtà molto più specifica e circoscritta a queste specifiche situazioni conviviali.
- Neofobia. Riguarda il timore intenso e incontrollato delle cose nuove e dei cambiamenti. Questa fobia può avere un impatto significativo sul benessere, perché limita molto la possibilità della persona di sperimentare anche cambiamenti positivi.
- Ergofobia. Paura persistente e irrazionale del lavoro, dei compiti e delle responsabilità legate all’attività lavorativa. Può condurre ad attacchi di panico e ad assenteismo e condizionare in maniera significativa la qualità della vita di una persona.
- Eritrofobia. La paura di arrossire in pubblico. Spesso le persone con questa fobia evitano le situazioni sociali per non provare imbarazzo, ma questo le porta in un circolo vizioso in cui più evitano di incontrare gli altri e di esporsi, più incrementano la propria fobia.
- Vestifobia. È una paura incontrollata dei vestiti. In genere riguarda una categoria specifica di indumenti (ad esempio vestiti attillati, o come nel caso di un ex militare citato in uno studio su questa fobia, all’uniforme) più che tutto il vestiario.
- Ranidafobia. La paura persistente e anomala delle rane, che porta a evitare di frequentare parchi e luoghi naturali per il timore di avere a che fare con questi animali.
- Somnifobia. Paura di addormentarsi. È diversa dall’insonnia, perché in quest’ultima le persone vorrebbero dormire, ma non ci riescono. Chi soffre di somnifobia vive con estrema difficoltà la perdita di controllo che si sperimenta quando ci si addormenta. Il timore riguarda anche gli incubi e le immagini che potrebbero presentarsi durante il sonno.
- Nomofobia (o FOMO). La nomofobia (anche conosciuta come) Fear of Missing Out è l’ansia di rimanere improvvisamente disconnessi. Questa paura si lega all’idea di poter rimanere esclusi dal mondo e inizia a manifestarsi quando non c’è campo o la batteria dello smartphone si sta scaricando.
- Emetofobia. Paura di vomitare e dell’imbarazzo che provocherebbe vomitare in pubblico. Sembra che questa fobia si inneschi anche di fronte alla visione di determinati cibi o al percepire rumori dello stomaco.
- Fobofobia. È la paura… della paura stessa. Di solito questa fobia si sviluppa in persone piuttosto ansiose che sono consapevoli di quanto le loro paure possono influenzare la propria vita. Qualcosa di simile si verifica anche nel disturbo di panico, in cui si sviluppa un’ansia di “secondo livello”, ovvero l’ansia di avere l’ansia.
- Globofobia. È la paura anomala dei palloncini. Può derivare da un processo di condizionamento, in cui la vista di un palloncino anticipa la sensazione di paura: in base alle esperienze precedenti (ad esempio le feste a cui partecipavamo da bambini) ci aspettiamo lo scoppio e sperimentiamo la paura associata prima che si verifichi effettivamente l’esplosione.
- Geniofobia. La paura del mento. Menti strani, prominenti, particolari, doppi-menti. Alcune persone sono ossessionate dal mento.
- Hipopotomonstrosesquipedaliophobia. La fobia che vi è venuta dopo averne letto il nome riguarda la paura delle parole lunghe.
- Alectorofobia. La paura di polli e galline, che vengono visti come aggressivi e pronti ad attaccare l’uomo. La fobia può estendersi anche al mangiare il pollo o vederne la carne in esposizione nel banco alimentare.
- Efebifobia. Paura degli adolescenti. In qualche misura è presente in tutti gli adulti, che ritengono che gli adolescenti non abbiano sufficiente capacità di controllo. Questa paura può diventare molto più intensa per chi ha subito traumi o atti di bullismo durante l’adolescenza o ha temi irrisolti che riguardano quel periodo.
- Talassofobia. Paura incontrollabile delle acque profonde. Le profondità marine sono spesso usate come metafora per l’inconscio e i desideri e pensieri più nascosti. L’acqua profonda, in cui possono vivere creature misteriose e pericolose, provoca notevole ansia in molte persone.
Secondo la psicoanalisi, le fobie si sviluppano a causa di un meccanismo difensivo chiamato “spostamento”: la paura intensa per qualcosa o qualcuno non può essere sperimentata senza risvegliare conflitti, desideri e ricordi penosi inconsci o rimossi. La paura viene quindi spostata su oggetti neutri, creando una “formazione di compromesso”, ovvero una situazione che permette alla persona di sperimentare paura senza dover affrontare i motivi che l’hanno scatenata. Per fare un esempio, un bambino sposta la paura del padre violento sui cani e da quel momento non riuscirà più ad avvicinarsi a questi animali. Ciò gli permette sia di conservare un legame affettivo con il genitore, rimuovendo l’immagine dolorosa di un caregiver violento, sia di vivere la paura e “scaricarla”.
Le fobie sono curate efficacemente con metodi di esposizione graduale e progressiva tipici della psicoterapia cognitivo-comportamentale, che si avvale anche di nuove tecnologie come la realtà virtuale. Allo stesso tempo, però, un’esplorazione psicodinamica delle cause inconsce di una fobia può permettere alle persone di conoscere meglio se stessa e di non trasformare il sintomo fobico in un sintomo di altro tipo.
(19 Ottobre 2020)