L’autostima si definisce come la consapevolezza che una persona ha di essere capace, degna di valore e adatta alla vita.
Avere una buona autostima significa percepirsi come sufficientemente capaci di far fronte alle asperità di tutti i giorni.
Le persone con una forte autostima sono in grado di affrontare le difficoltà, di raccogliere i frutti del loro impegno e di costruire in questo modo la fiducia in sé stesse. La sensazione di autoefficacia le aiuta a misurarsi con altre sfide e ad essere meno ansiose rispetto al futuro.
D’altro canto, le persone con una scarsa autostima tendono a fare meno affidamento su di sé: sentono che la fiducia in sé vacilla e percepiscono la mancanza di qualcosa di indispensabile per affrontare la quotidianità. Dubitano delle proprie capacità e temono le sfide della vita, perché – magari in seguito ad alcuni fallimenti – reputano di non essere all’altezza delle situazioni. Evitando i problemi alimentano il ciclo della scarsa autostima, che finisce per estendersi ad altri ambiti, e finiscono con il convincersi di essere davvero buone a fare nulla.


Quando e come si sviluppa l’autostima?
Contrariamente a quanto si credeva in passato (per alcuni l’autostima si forma e consolida nell’adolescenza), la nostra autostima prende forma e inizia a consolidarsi già a 5 anni. Questo è quanto emerso da uno studio del 2016 eseguito da un team di psicologi dell’università di Washington. A 5 anni alcuni bambini hanno un’alta stima di sé stessi, mentre altri hanno una bassa considerazione di sé.
Ma come si costruisce l’autostima? Sono tre i processi chiave che influenzano il modo in cui una persona si valuta:
- il giudizio degli altri: le opinioni che riceviamo dagli altri influenzano la percezione che abbiamo di noi stessi
- il confronto sociale: valutiamo noi stessi mettendoci in relazione a chi ci circonda, paragonando le nostre caratteristiche a quelle altrui
- l’autosservazione: riflettere sul nostro modo di essere ci porta a maturare un’idea di noi e a valutarci di conseguenza.
Su cosa si basa l’autostima?
Lo psicoterapeuta Nathaniel Branden (2007), ha elencato sei fondamenta dell’autostima:
- vivere consciamente
- essere assertivi
- essere responsabili
- possedere integrità personale
- essere propositivi
- accettarsi.
1. Vivere consciamente
Il primo punto vuole rappresentare la capacità di vivere nel presente, di non pensare troppo al passato, di lasciare andare quello che è stato. Focalizzarsi sul presente vuol dire non preoccuparsi del futuro, come può succedere in certi stati depressivi o di ansia anticipatoria, e questo migliora l’autostima.
Tecniche di mindfulness, che insegnano a concentrarsi su ciò che si vede, sente, prova, gusta e tocca possono aiutare una persona a vivere di più nel presente, perché danno il senso di quante cose passino inosservate, e di quanto poco possiamo essere consapevoli in alcuni momenti.
2. Essere assertivi
Questo richiede pratica nella comunicazione assertiva.
L’assertività è una tecnica che può essere appresa. Comunicare apertamente il proprio sentire aiuta l’autostima, così come concentrarsi sui fatti piuttosto che sulle proprie reazioni, mantenere un tono il più possibile discorsivo senza farsi prendere dalle emozioni. Significa insomma avere la capacità di comunicare meglio le proprie idee.
3. Essere responsabili
La responsabilità di ognuno ha a che fare con l’attribuzione delle proprie azioni. Ci sono coloro che hanno un’attribuzione interna e coloro che ne hanno una esterna. I primi attribuiscono a sé stessi i propri fallimenti, i secondi si riferiscono ad avvenimenti considerati sfavorevoli.
In entrambi i casi l’attribuzione dei propri meriti o demeriti può risultare falsata. Provare a riflettere sulla modalità con cui si attribuiscono le cause porta a più obiettività: dà la possibilità di correggere la propria percezione e di considerare in maniera più funzionale il ruolo svolto in una particolare azione, andando a migliorare l’autostima.
4. Possedere integrità personale
L’autostima si basa sul difendere i propri valori, agire secondo le loro regole, non cedere al compromesso per paura o opportunismo rende più consapevoli di ciò che siamo e di ciò che vogliamo essere.
5. Essere propositivi
Vuol dire avere qualcosa da realizzare, saper immaginare e programmare la propria vita, il proprio lavoro, le situazioni.
Bisogna avere obiettivi che si compiono in pochi mesi e agiscono rapidamente sull’autostima, ma anche obiettivi a scadenza più lunga, a cui dedicare impegno e risorse. Questo rende consapevoli di cosa si è adesso e cosa si potrà diventare domani.
6. Accettarsi
Accettare sé stessi in toto, senza tralasciare nessuna parte, perché considerata sgradita o poco desiderabile, è indispensabile per l’autostima: la perfezione non è reale. Nessuno può essere perfetto, ma tutti possiamo migliorare. Anche ciò che non ci piace può avere una sua funzione, una sua utilità e rivelarsi uno strumento per progredire.
È importante riconoscere che tutto ciò che siamo si combina in un’immagine che non possiamo percepire con un solo colpo d’occhio, ma in cui ogni singolo pezzo ha la sua importanza.
Quanto è importante l’autostima?
In un mondo complesso e veloce siamo sottoposti costantemente a nuove sfide e fonti di ansia e preoccupazione. Una buona autostima è molto importante, perché di fronte ai cambiamenti e alle difficoltà, spesso dobbiamo cavarcela da soli e possiamo contare solo su noi stessi.
Avere una buona autostima è importante sul lavoro, così come in amicizia e nelle relazioni sentimentali. Il rischio maggiore di non avere una buona autostima consiste nel dover sempre cercare l’approvazione degli altri.
Come fare per avere più autostima?
Per aumentare l’autostima è possibile fare alcuni cambiamenti sulla vita di tutti i giorni:
- cercare di essere intraprendenti e propositivi, significa portare avanti i nostri progetti senza arrendersi appena le cose non stanno funzionando. I successi che verranno ottenuti contribuiranno alla crescita dell’autostima
- dire qualche “no”. Tracciare i limiti di ciò che siamo disposti e non disposti ad accettare, sia sul piano delle relazioni, che su quello lavorativo e via dicendo
- cogliere anche le piccole occasioni. Di fronte alla possibilità di una gioia o di qualcosa di piacevole, non essere eccessivamente rigidi con sé stessi
- per aumentare l’autostima bisogna provare a rischiare un po’ di più, in amore, nel lavoro e in ogni ambito della vita, senza temere la sconfitta. Alcuni fallimenti possono anche aiutarci a capire dove migliorare
- scegliere modi diversi di proporsi, pur continuando a essere sé stessi. Cercare di esaltare le caratteristiche più originali di sé e meno scontate, quelle che ci rendono differenti dagli altri
- assumersi sempre la responsabilità delle scelte.
Una buona autostima contribuisce al raggiungimento del benessere psicologico: un sufficiente grado di consapevolezza riguardo a noi stessi, alle nostre possibilità e limiti, e alla realtà che ci circonda.
Questa consapevolezza ci permette di affrontare la vita, comprese le eventuali situazioni spiacevoli, con la necessaria serenità. Fare questo cammino verso il benessere non è sempre semplice e immediato. A volte può risultare decisivo l’aiuto di uno psicoterapeuta.


Come aiutare chi ha problemi di autostima?
Quando una persona amica o un familiare soffre di scarsa autostima, diciamo frasi generalmente accettate nel senso comune come “Non devi buttarti giù” oppure “Devi guardare il lato positivo”. Queste affermazioni, però, spesso rischiano di ridurre ulteriormente la stima di sé che ha quella persona.
Questo accade perché chi si stima poco tende anche a incolparsi o svalutarsi proprio per il fatto di avere poca autostima. Un modo migliore per aiutare persone che si stimano poco è quello di fare domande aperte, più che usare frasi fatte rassicuranti. Domande come: “Come mai ti senti così?”, “Cosa ti fa pensare di avere così poco valore?” possono spingere la persona a riflettere su di sé sentendosi meno in colpa o giudicata.
(13 Dicembre 2024)