La comunicazione paraverbale riguarda tutti quegli aspetti della nostra comunicazione che non sono parole scritte o dette, ma come le parole stesse vengono espresse. Include il tono della voce, il ritmo, le pause e l’enfasi che mettiamo nel parlare: tutti elementi che possono modificare significativamente il significato di ciò che diciamo.
Ad esempio, il tono può suggerire se siamo seri o scherzosi, mentre le pause possono enfatizzare un punto importante o creare suspense. La comunicazione paraverbale è fondamentale perché arricchisce il messaggio verbale e aiuta a trasmettere emozioni e intenzioni, rendendo la nostra comunicazione più efficace e completa.
Quali sono i tre tipi di comunicazione?
Nelle relazioni interpersonali, la comunicazione si articola in tre tipologie fondamentali, ciascuna essenziale per una piena comprensione dei messaggi trasmessi:
- Comunicazione verbale: questo tipo include le parole che utilizziamo nella comunicazione scritta o orale. È la forma più diretta ed esplicita di comunicazione, attraverso cui esprimiamo idee, pensieri e informazioni mediante il linguaggio.
- Comunicazione non verbale: comprende tutti quei segnali che trasmettiamo attraverso il nostro comportamento, espressioni facciali, gesti, postura e contatto visivo. La comunicazione non verbale è cruciale perché spesso trasmette più del linguaggio verbale, influenzando la percezione che gli altri hanno di noi e delle nostre intenzioni.
- Comunicazione paraverbale: come visto nel capitolo precedente riguarda gli elementi vocali che accompagnano le parole, come il tono, il volume, il ritmo del parlato e le pause. Anche se non altera le parole stesse, la comunicazione paraverbale modifica significativamente il modo in cui il messaggio viene percepito e interpretato dagli altri.
Ogni tipo di comunicazione gioca un ruolo insostituibile nel modo in cui interagiamo, contribuendo a formare e a chiarire il contesto e il significato dietro le nostre parole.
Quanto vale la comunicazione paraverbale?
La risposta breve è… Tanto. Molto più di quello che saremmo portati a credere. Infatti la comunicazione paraverbale gioca un ruolo cruciale nel modo in cui percepiamo e interpretiamo i messaggi. Uno studio degli anni ’70 condotto da Albert Mehrabian, professore di psicologia all’Università della California, ha evidenziato che nella comunicazione faccia a faccia il 38% dell’impatto del messaggio deriva dalla comunicazione paraverbale. Questo include tono della voce, volume, ritmo del parlato e pause, che possono modificare sostanzialmente la percezione del messaggio ricevuto. Il 55% sarebbe costituito dalla CNV (comunicazione non verbale) e solamente il 7% dalla comunicazione verbale.
Per esemplificare quanto possa variare il significato di una frase a seconda della comunicazione paraverbale, consideriamo la seguente espressione: “Sì, certo che puoi farlo.” Questa frase può assumere diverse connotazioni a seconda di come viene espressa:
- Detta con un tono energetico e incoraggiante, trasmette entusiasmo e fiducia, spronando la persona a procedere con sicurezza.
- Se pronunciata con un tono scettico e lento, può invece sembrare una concessione riluttante, trasmettendo dubbio e mancanza di supporto.
Questo esempio illustra chiaramente come la comunicazione paraverbale non solo supporti il contenuto verbale, ma spesso lo trasformi, comunicando sottilmente ulteriori strati di significato. La capacità di modulare consapevolmente questi aspetti paraverbali può quindi arricchire enormemente la comunicazione, influenzando l’efficacia con cui i messaggi sono trasmessi e ricevuti.
La comunicazione paraverbale in ambito sanitario
Nella relazione medico-paziente o psicologo-paziente, la comunicazione paraverbale assume un ruolo fondamentale per migliorare la fiducia e la compliance terapeutica. Per i professionisti sanitari infatti, mantenere un tono di voce, ritmo, volume e pause adeguati è essenziale per creare un ambiente di fiducia e comprensione. Questi elementi paraverbali possono influenzare notevolmente la percezione del paziente, contribuendo a tranquillizzarlo, a farlo sentire ascoltato e capito. Un tono calmo e rassicurante può facilitare la condivisione di informazioni personali e sensibili, migliorando la qualità dell’assistenza e l’efficacia degli interventi terapeutici. Pertanto, la capacità di gestire efficacemente la comunicazione paraverbale è indispensabile per supportare il benessere emotivo del paziente e ottimizzare l’esito delle cure, specialmente nei rapporti che si protraggono nel tempo come quello psicologico-psicoterapeutico.
Come migliorare la propria comunicazione?
Migliorare la propria comunicazione è fondamentale in ogni contesto, sia personale che professionale. Per comunicare in maniera più efficace, è utile integrare e armonizzare i tre tipi di comunicazione: verbale, non verbale e paraverbale.
Innanzitutto, la comunicazione verbale richiede la scelta di un lessico appropriato. Utilizzare un linguaggio chiaro, preciso e adatto al contesto aiuta a trasmettere il messaggio in modo diretto e comprensibile. Questo include anche la strutturazione logica delle frasi e la coerenza del discorso.
Parallelamente, la comunicazione non verbale, che comprende gesti, espressioni facciali, postura e contatto visivo, deve essere congruente con il messaggio verbale. Questi elementi possono rafforzare il messaggio trasmesso o, se incoerenti, possono confondere o contraddire le parole dette.
Tuttavia, la comunicazione paraverbale merita una particolare attenzione per la sua capacità di influenzare profondamente la percezione del messaggio. Un tono calmo e controllato può esprimere sicurezza e tranquillità, mentre variazioni di ritmo e pause strategiche possono enfatizzare parti cruciali del discorso o mantenere l’attenzione dell’ascoltatore.
Per migliorare la comunicazione paraverbale:
- Ascoltare attivamente altri comunicatori efficaci e prendere nota di come usano la loro voce per arricchire il discorso.
- Praticare la lettura ad alta voce, variando intenzionalmente tono e volume per adattarli al contenuto del testo.
- Registrare e riascoltare la propria voce per diventare più consapevoli delle proprie abitudini paraverbali e apportare modifiche mirate.
Incorporando questi miglioramenti ogni comunicatore può migliorare significativamente l’efficacia del proprio messaggio, rendendo la comunicazione più chiara, persuasiva e coinvolgente.
Quali sono le sfide della comunicazione paraverbale in contesti multiculturali?
La comunicazione paraverbale è profondamente influenzata dalla cultura e dalla lingua di origine di un individuo, il che può presentare sfide importanti nella sua interpretazione in contesti multiculturali. La modalità con cui tono, ritmo, volume e pause vengono utilizzati varia ampiamente tra le diverse culture, quindi è possibile distorcere il significato di un messaggio quando i partecipanti provengono da contesti culturali differenti.
Sfide principali nell’interpretazione della comunicazione paraverbale in contesti multiculturali:
- Variazioni nel significato del tono e del volume: in alcune culture, un tono di voce elevato può essere interpretato come entusiasmo o passione, mentre in altre può essere visto come segno di aggressività o ira. Questo può portare a fraintendimenti significativi tra i comunicatori. Per superare questo ostacolo può essere utile integrare la propria interpretazione con la comunicazione non verbale.
- Differenze nell’uso delle pause: in alcune culture occidentali, brevi pause sono normali e non indicano nulla di particolare; tuttavia, in culture come quella giapponese, le pause lunghe possono essere un segno di rispetto o di riflessione, mentre in altre potrebbero essere interpretate come esitazione o mancanza di sicurezza.
- Interpretazione del ritmo del parlato: un ritmo veloce può essere percepito come segno di vivacità e sicurezza in alcune culture, mentre in altre può essere visto come segno di agitazione.
Esiste la comunicazione paraverbale nella scrittura?
Questo tipo di comunicazione tradizionalmente riguarda elementi prettamente vocali. Tuttavia, anche nella scrittura possiamo identificare degli aspetti che ricordano la comunicazione paraverbale, come l’uso della punteggiatura, il layout del testo e altri stili tipografici che influenzano come il messaggio viene interpretato dal lettore.
Un esempio eclatante di questo tipo di comunicazione nella letteratura è il romanzo “Cecità” di José Saramago. L’autore utilizza la punteggiatura in modo innovativo: i periodi possono estendersi per intere pagine e le virgole separano dialoghi e narrazione senza chiari indicatori di chi sta parlando. Questo stile particolare costringe il lettore a rallentare e a riflettere intensamente su ogni frase, creando un ritmo narrativo che simula disorientamento e la confusione vissuta dai personaggi del romanzo. Saramago quindi gioca principalmente sul ritmo, dando significati nuovi alle frasi e ai dialoghi.
In tal modo, anche se tradizionalmente la scrittura non include elementi vocali, l’uso creativo della punteggiatura e della struttura del testo può trasmettere sfumature paraverbali che arricchiscono la comunicazione scritta, conferendo profondità e intensità all’esperienza di lettura.
E online? Si può interpretare la comunicazione paraverbale su Whatsapp o nella chat dei social? Assolutamente sì. Nelle conversazioni digitali, elementi come l’uso di emoji, la lunghezza dei messaggi, il ritmo con cui si risponde e l’uso di maiuscole o minuscole funzionano come segnali paraverbali. Questi possono indicare emozioni, intenzioni e toni, proprio come il tono della voce in una conversazione faccia a faccia. Pertanto, anche in ambiente digitale, la comunicazione paraverbale gioca un ruolo cruciale nel modulare e arricchire il significato dei nostri scambi testuali.
(14 Maggio 2024)