Secondo l’effetto Flynn inverso stiamo diventando meno intelligenti

L’effetto Flynn inverso si riferisce a un fenomeno recentemente osservato in alcune nazioni sviluppate, dove i punteggi medi di QI hanno iniziato a diminuire dopo decenni […]

Secondo l’effetto Flynn inverso stiamo diventando meno intelligenti

L’effetto Flynn inverso si riferisce a un fenomeno recentemente osservato in alcune nazioni sviluppate, dove i punteggi medi di QI hanno iniziato a diminuire dopo decenni di aumento costante. Questo trend è considerato come un possibile cambio di direzione dell’effetto Flynn.

Ma andiamo per ordine: cos’è l’effetto Flynn?

L’effetto Flynn

L’effetto Flynn prende il nome dal ricercatore neozelandese James R. Flynn, che lo identificò e lo descrisse nei tardi anni ’80. Questo fenomeno consiste nell’osservazione di un incremento sostanziale e costante dei punteggi medi di quoziente intellettivo (QI) misurati in diverse popolazioni di tutto il mondo nel corso del XX secolo.

L’effetto Flynn è stato osservato in molti paesi, con incrementi stimati fino a tre punti di QI per decennio. Ciò significa che le nuove generazioni tendevano a ottenere punteggi mediamente più alti nei test di QI rispetto alle generazioni precedenti, anche quando i test venivano aggiornati e standardizzati per mantenere una media di 100 punti.

Le cause dell’effetto Flynn inverso

Se parliamo dell’effetto Flynn, le possibili spiegazioni includono:

  • I miglioramenti nell’educazione: l’accesso all’istruzione si è ampliato e la qualità dell’educazione è migliorata nel tempo, influenzando direttamente le capacità cognitive misurate dai test di QI.
  • I miglioramenti nella nutrizione: la qualità e la quantità dell’alimentazione possono influenzare lo sviluppo del cervello e le capacità cognitive.
  • Lo sviluppo della salute pubblica: il progresso della salute pubblica, che porta a una riduzione delle malattie infantili e a una migliore assistenza sanitaria, potrebbe avere avuto effetti positivi sullo sviluppo cognitivo.
  • La complessità ambientale crescente: l’ambiente moderno è caratterizzato da stimoli più complessi, inclusi i media, la tecnologia e i giochi interattivi, che possono esercitare e migliorare le funzioni cognitive.
  • La dimensione ridotta del nucleo familiare: con famiglie più piccole, i bambini possono ricevere più attenzione e risorse, potenzialmente migliorando le capacità cognitive.

Per contropartita, l’effetto Flynn inverso potrebbe essere causato da fattori simili e opposti.

Ne sono un esempio i recenti cambiamenti nei sistemi educativi. Oppure l’aumento dell’impiego di tecnologie che non stimolano le funzioni cognitive allo stesso modo delle attività tradizionali. Anche i cambiamenti nella dieta e la riduzione nell’attività fisica possono essere degni di attenzione.

Inoltre, non si possono non considerare i mutamenti delle dinamiche demografiche, come i tassi di natalità differenziali tra vari gruppi socio-economici o l’immigrazione.

Tuttavia, in generale, l’effetto Flynn (e il suo inverso) ha sollevato importanti questioni riguardo l’accuratezza e la validità dei test di QI nel tempo. Dunque facciamo un altro passo indietro e capiamo quali sono i principali strumenti per la valutazione del QI.

QI: metodi e strumenti per calcolarlo

Come detto in precedenza, il QI medio di una persona è generalmente fissato a 100. Ciò vuol dire che i test di QI sono standardizzati in modo che la media della popolazione consegua un punteggio di 100.

La distribuzione dei punteggi di QI segue una curva normale (o distribuzione gaussiana) con uno scarto tipo di circa 15 punti. La maggior parte delle persone ottiene un punteggio compreso tra 85 e 115. Circa il 95% della popolazione, invece, ottiene un punteggio compreso tra 70 e 130.

Un punteggio superiore a 130 è considerato “molto superiore alla media” e si definisce con il termine di plusdotazione cognitiva. Al contrario, un punteggio inferiore a 70 indica la presenza di difficoltà intellettuali significative.

Il calcolo del QI avviene attraverso l’uso di test psicometrici specifici che misurano diverse aree delle capacità cognitive. Questi test sono progettati per valutare vari aspetti dell’intelligenza, come il ragionamento logico, la comprensione verbale, il ragionamento visuo-percettivo, la memoria di lavoro e la velocità di elaborazione.

Ecco alcuni dei test di QI più comunemente utilizzati e i metodi associati:

  • Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS), è una delle batterie più complete per la valutazione dell’intelligenza negli adulti e comprende l’analisi di quattro indici: comprensione verbale, ragionamento visuo-percettivo, memoria di lavoro e velocità di elaborazione. Richiede competenze verbali per poter essere somministrata.
  • Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC), è una delle batterie più complete per la valutazione dell’intelligenza nei bambini e comprende la valutazione di quattro indici: comprensione verbale, ragionamento visuo-percettivo, memoria di lavoro e velocità di elaborazione. Richiede competenze verbali per poter essere somministrata.
  • Matrici progressive di Raven, ne esistono di due tipi (in bianco e nero e a colori) valutano il ragionamento logico e non richiedono competenze verbali, possono essere somministrate dai 4 anni di età.
  • Leiter-R, valuta l’intelligenza fluida, può essere somministrata dai 2 ai 20 anni, non richiede competenze verbali.
  • Stanford-Binet Intelligence Scales, consiste nell’evoluzione della prima scala ideata da Binet per la valutazione dell’intelligenza e si propone di misurare l’intelligenza generale di una persona presentandole una varietà di compiti di difficoltà crescente. Non discrimina chiaramente tra competenze verbali e non verbali.
  • Test Mensa, presenta quesiti basati sulle matrici di Raven.

L’interpretazione dei punteggi di questi test richiede competenze professionali in psicometria e una comprensione dei limiti e delle applicazioni dei vari test di QI. Pertanto, è consigliabile che questi test siano amministrati e interpretati da professionisti qualificati nel campo della psicologia o della psicometria.

Le matrici di Raven

Un approfondimento merita di essere fatto sulle matrici di Raven, sviluppate dallo psicologo britannico John C. Raven nel 1936. Si tratta di un tipo di test di intelligenza non verbale ampiamente utilizzato per valutare il ragionamento logico.

Questo test è noto per la sua capacità di misurare l’intelligenza fluida, una forma di intelligenza che riguarda la capacità di pensare logicamente e risolvere problemi nuovi, indipendentemente dalla conoscenza acquisita precedentemente.

Il test consiste in una serie di domande, ognuna delle quali presenta una griglia di simboli o oggetti con un elemento mancante. L’obiettivo del partecipante è di scegliere l’oggetto corretto da un numero di opzioni che completa il modello nella griglia in modo logico. Le griglie diventano progressivamente più complesse man mano che il test procede.

Le Matrici di Raven sono considerate particolarmente utili perché sono meno influenzate dalla lingua e dalla cultura rispetto ad altri test di QI. Di conseguenza, sono spesso impiegate in contesti diversi come nella ricerca cross-culturale, nell’ambito educativo per identificare le esigenze educative speciali degli studenti e in contesti clinici per valutazioni professionali.

Le matrici di Raven e l’effetto Flynn inverso

Le matrici di Raven forniscono uno strumento robusto e comparabile per studiare le tendenze nel tempo nei punteggi di QI, essenziale per comprendere fenomeni complessi come l’effetto Flynn inverso. Ma perché?

Innanzitutto, essendo uno strumento standardizzato e ampiamente utilizzato a livello internazionale, permette di confrontare i punteggi di QI attraverso differenti popolazioni e periodi di tempo. Questo rende possibile identificare tendenze come l’effetto Flynn o il suo inverso in contesti geografici e culturali molto diversi tra loro.

Inoltre, il design non verbale del test riduce l’impatto di variabili culturali e linguistiche, rendendo più affidabile la misurazione dell’intelligenza in studi che coinvolgono gruppi eterogenei. Questo è particolarmente importante quando si esaminano cambiamenti nei punteggi di QI su larga scala e su lungo termine.

Di conseguenza, qualsiasi cambiamento nei punteggi può suggerire mutamenti nelle capacità di ragionamento astratto e problem solving, indicando potenziali aree di interesse per indagare le cause dietro l’inversione dell’effetto Flynn.

Il dibattito sulla realtà e sulle cause dell’effetto Flynn inverso è ancora attivo. I ricercatori continuano a esplorare queste tendenze per comprendere meglio le loro implicazioni a lungo termine per la società.