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Il disgusto in psicologia: un’emozione primaria che ci protegge

Il disgusto è un’emozione umana universale che ci spinge ad allontanarci da ciò che la provoca. Si manifesta con una serie di reazioni fisiologiche, espressive e […]

Il disgusto in psicologia: un’emozione primaria che ci protegge

Il disgusto è un’emozione umana universale che ci spinge ad allontanarci da ciò che la provoca. Si manifesta con una serie di reazioni fisiologiche, espressive e comportamentali che mirano a proteggerci da potenziali minacce. In questo articolo esploreremo l’universo che ruota attorno al sentimento del disgusto: cosa significa, quali sono le espressioni facciali con cui lo dimostriamo e perché è un’emozione primaria che può influenzare profondamente la nostra vita.

Cosa significa provare disgusto?

Provare disgusto significa immergersi in un vortice di sensazioni spiacevoli che può comprendere repulsione, avversione e rigetto verso qualcosa che percepiamo come minaccioso o sgradevole. Questa emozione primaria, incastonata nel nostro repertorio emotivo fin dalla nascita, funge da campanello d’allarme interno, è un segnale di avvertimento che ci spinge ad allontanarci da alcune situazioni per proteggerci da potenziali pericoli e minacce.

Le sue sfaccettature si manifestano in diverse forme: il disgusto può essere innescato da stimoli sensoriali immediati, come odori nauseabondi, sapori acri o visioni che ci fanno provare repulsione. Un cibo avariato, un odore spiacevole o la vista di qualcosa di poco gradevole possono scatenare una reazione di disgusto immediata e viscerale. Ma il disgusto non si limita solo al regno dei sensi. Può nascere anche da idee, comportamenti o persone che consideriamo moralmente riprovevoli o eticamente inaccettabili, ecco perché anche un atto di crudeltà, una bugia spudorata o una persona con atteggiamenti sprezzanti possono suscitare in noi un profondo senso di disgusto morale.

Come descrivere il disgusto?

La sensazione di disgusto non è solo un’esperienza emotiva, ma si traduce anche in una serie di reazioni fisiche che possono essere più o meno velate o inequivocabili: è il nostro corpo che reagisce a ciò che percepiamo come disgustoso. 

Di seguito delineiamo alcune delle reazioni che vengono espresse più frequentemente.

  • Nausea: un senso di malessere allo stomaco, come se qualcosa di tossico o pericoloso fosse entrato in contatto diretto con il nostro corpo. Questo sintomo è spesso accompagnato da una sensazione di disgusto orale, un senso di repulsione verso il cibo o altri oggetti che potrebbero essere contaminati.
  • Conati di vomito: il riflesso di espellere qualsiasi cosa percepita come contaminante o dannosa. Questo meccanismo di difesa rappresenta un tentativo estremo del corpo di liberarsi da ciò che ritiene pericoloso.
  • Aumento della salivazione: un meccanismo di difesa che serve a diluire e neutralizzare sostanze potenzialmente nocive. La saliva contiene enzimi con proprietà antibatteriche che possono aiutare a contrastare l’azione di germi e batteri.
  • Sudorazione: una risposta fisiologica che prepara il corpo alla fuga o all’azione per allontanarsi dalla fonte di disgusto. L’aumento della sudorazione aiuta a regolare la temperatura corporea e a eliminare le tossine attraverso il sudore.
  • Brividi: un segnale di repulsione e rigetto verso qualcosa che consideriamo innaturalmente ripugnante. I brividi rappresentano una risposta involontaria del sistema nervoso autonomo che si attiva in presenza di stimoli disgustosi.

A livello espressivo, il disgusto si manifesta con espressioni della faccia universali e riconoscibili in tutte le culture. La ruga del naso, il sopracciglio sollevato e la bocca storta creano un’espressione facciale inequivocabile di repulsione, comunicando agli altri il nostro stato emotivo e la necessità di allontanarci dalla fonte di disgusto.
Queste reazioni fisiche e le espressioni facciali tipiche del disgusto rappresentano un segnale di avvertimento immediato che ci spinge ad allontanarci da potenziali pericoli e a proteggerci da minacce che potrebbero mettere a rischio la nostra salute e il nostro benessere.

Che cosa è il disgusto?

In psicologia, il disgusto è considerata un’emozione primaria, al pari di felicità, tristezza, rabbia e paura. Ciò significa che è un’emozione innata, presente in tutti gli esseri umani fin dalla nascita. Questa sua natura primordiale evidenzia il ruolo fondamentale che il disgusto ha svolto nel corso dell’evoluzione umana.

La sua funzione principale è quella di proteggerci da potenziali fonti di malattia e contagio. In un ambiente ancestrale pieno di pericoli e minacce, il disgusto ha permesso ai nostri antenati di identificare e allontanarsi da cibi avariati, acqua contaminata o animali pericolosi, contribuendo così alla loro sopravvivenza e alla perpetuazione della specie.

Oltre al suo ruolo protettivo, il disgusto ha anche una funzione sociale importante. Contribuisce a definire le norme morali e i valori di una società, delineando ciò che è considerato accettabile o inaccettabile. Ad esempio, in molte culture il disgusto verso certi cibi o comportamenti è alla base di tabù e divieti che hanno lo scopo di preservare la salute e l’ordine sociale.

Il disgusto è un’emozione complessa e sfaccettata che influenza profondamente la nostra vita. Dalle sue origini innate al suo ruolo nella morale e nella psicopatologia, il disgusto rappresenta un affascinante oggetto di studio che ci permette di comprendere meglio noi stessi e il nostro rapporto con il mondo che ci circonda.

Quali sono i due tipi di disgusto?

È possibile distinguere in due principali tipi di disgusto che lavorano in sinergia per proteggerci da pericoli e minacce, sia fisiche che morali. Il disgusto sensoriale ci aiuta ad evitare potenziali fonti di malattia, mentre il disgusto morale ci guida verso comportamenti etici e socialmente accettabili.

1) Disgusto sensoriale: è il tipo di disgusto più immediato e viscerale, innescato da stimoli sensoriali sgradevoli. Un esempio lampante è la repulsione verso cibi avariati o odori sgradevoli. Questo tipo di disgusto ha una funzione di sopravvivenza immediata, proteggendoci da potenziali fonti di malattia e contagio.

Come si manifesta il disgusto sensoriale?

Il disgusto sensoriale si attiva in risposta a stimoli che colpiscono i nostri sensi, come:

  • Vista: la vista di cibi avariati, insetti, ferite o escrementi può scatenare una reazione di disgusto sensoriale.
  • Olfatto: odori nauseabondi come quelli provenienti da rifiuti, gas di scarico o cibi in decomposizione possono attivare il disgusto sensoriale.
  • Gusto: il sapore di cibi avariati, piccanti o amari può provocare una reazione di disgusto sensoriale.
  • Tatto: la sensazione di qualcosa di viscido, appiccicoso o putrido può attivare il disgusto sensoriale.
  • Udito: suoni forti o sgradevoli, come urla o rumori metallici, possono innescare una reazione di disgusto sensoriale.

 

2) Disgusto morale: è un tipo di disgusto più complesso e sfumato, legato a idee, comportamenti o persone che consideriamo moralmente riprovevoli. Ad esempio, la tortura o l’inganno possono suscitare in noi un profondo senso di disgusto morale.

Come si manifesta il disgusto morale?

Il disgusto morale si attiva in risposta a stimoli che violano le nostre norme morali e i nostri valori. Può essere innescato da:

  • Idee: pensieri di crudeltà, ingiustizia o immoralità possono attivare il disgusto morale.
  • Comportamenti: atti di violenza, bullismo o disonestà possono scatenare una reazione di disgusto morale.
  • Persone: individui che manifestano comportamenti immorali o che incarnano caratteristiche che consideriamo ripugnanti possono suscitare in noi disgusto morale.

Il disgusto morale gioca un ruolo fondamentale nel definire le norme sociali e i valori morali di una comunità. Contribuisce a creare un senso di coesione sociale, delineando ciò che è considerato accettabile o inaccettabile. Il disgusto morale ci spinge ad evitare comportamenti che potrebbero danneggiare gli altri o minare l’ordine sociale.