La tDCS è una tecnica che, attraverso la stimolazione elettrica transcranica a corrente diretta, agisce su diverse aree del cervello in modo non invasivo e indolore.
Questo metodo permette di intervenire in tutte quelle situazioni in cui, per qualche motivo, la corretta funzionalità cerebrale risulta alterata. Sono dunque diversi i campi di utilizzo della tDCS, dalla cura della depressione al potenziamento cognitivo.
Scopriamone di più.
tDCS: cos’è e come funziona?
La tDCS (transcranial Direct Current Stimulation) è una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che permette di modificare l’eccitabilità neuronale. In che modo? Attraverso l’applicazione sullo scalpo di una coppia di elettrodi (uno eccitatorio, l’altro inibitorio) che emettono un flusso di corrente continua di bassa intensità (o,5-2 mA) non percepibile dal soggetto stimolato, ma capace di modificare la frequenza di scarica dei neuroni e facilitare così l’attivazione delle aree corticali selezionate, favorendo la plasticità e la creazione di nuove reti neurali.
In parole più semplici, la tDCS rende più reattive le aree del cervello che vengono stimolate.
Modificando l’intensità e la posizione degli elettrodi è possibile agire su diverse funzioni cerebrali. Tutte le applicazioni sono totalmente indolore considerata la bassissima intensità delle stimolazioni, che equivale più o meno a quella della pila di un orologio.
La stimolazione è in grado di indurre modificazioni dell’eccitabilità cerebrale che durano a lungo, anche dopo il trattamento.
tDCS: perché funziona?
Immaginiamo di voler imparare a suonare un nuovo strumento: il metodo più comune è quello di iniziare a esercitarsi per prendere “confidenza” con la nuova attività e continuare a praticarla per apprendere e perfezionarsi. Il nostro cervello durante tutta la fase dell’allenamento si modifica: crea nuove connessioni neuronali e rafforza quelle esistenti utili allo scopo. Quando impariamo qualcosa di nuovo, che sia un particolare movimento o un testo di scuola, il nostro cervello si modifica sfruttando quella che viene chiamata “plasticità cerebrale”, una capacità che ci accompagna con diversa intensità durante tutto il corso della nostra vita.
Seguendo il nostro esempio, in che modo la tecnica tDCS può aiutare a imparare a suonare uno strumento? Con la tDCS è possibile rendere il cervello più reattivo, poiché la stimolazione elettrica mirata facilita la creazione delle nuove connessioni necessarie per svolgere correttamente l’esecuzione che si desidera ottenere.
Allo stesso modo, la tDCS può agire in un cervello in cui è presente un’alterazione dovuta a un deficit di carattere psichiatrico o neurologico, riequilibrando e rinforzando le connessioni e la funzionalità neuronale.
Dove e quando si applica?
Negli ultimi anni la tDCS è stata ampiamente utilizzata nello studio dei processi cognitivi e comportamentali, sia in soggetti sani che in pazienti affetti da malattie degenerative o psichiatriche.
Infatti, la semplicità dell’esecuzione, l’assenza di effetti collaterali e la persistenza degli effetti indotti rendono questa tecnica un’interessante prospettiva per il trattamento di diverse patologie neurologiche e neuropsichiatriche.
La tDCS, in particolare, viene utilizzata per la depressione, malattia dovuta, secondo molte ricerche, a un funzionamento ridotto dei cosiddetti circuiti dopaminergici della ricompensa, ovvero di quelle aree del cervello che ci fanno provare una bella sensazione quando facciamo qualcosa di piacevole. Attraverso la stimolazione elettrica transcranica si punta a riattivare quei circuiti e rinforzarli, al fine di ripristinare il loro corretto funzionamento e permettere un miglioramento della condizione clinica.
Le principali applicazioni della tDCS
La tDCS agisce sul sistema nervoso centrale e trova potenziale applicazione in tutte le condizioni patologiche in cui è coinvolta la corteccia cerebrale. Viene oggi utilizzata con risultati molto incoraggianti in molti ambiti e tutt’ora la ricerca di nuovi campi d’applicazione è molto fiorente.
Allo stato attuale le applicazioni più comuni della stimolazione elettrica transcranica sono focalizzate sulle patologie neurologiche e psichiatriche, comprese:
- depressioni farmacoresistenti
- dipendenze (in particolare da alcol, cibo, fumo di sigaretta)
- patologie neurologiche degenerative come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla
- disturbi motori (come la distonia) o di linguaggio (come l’afasia) conseguenti a lesioni o eventi traumatici (ictus, trauma cranico)
- dolore cronico e la fibromialgia
- disturbi del comportamento alimentare (DCA) come l’anoressia e la bulimia
- emicrania
- epilessia.
La tDCS è inoltre impiegata nel:
- potenziamento degli sportivi
- potenziamento cognitivo.
Qual è la differenza tra TMS e tDCS?
La stimolazione magnetica transcranica (TMS) e la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) sono entrambe tecniche di stimolazione dell’attività cerebrale che condividono alcuni aspetti ma presentano al contempo sostanziali differenze.
La prima è puramente cronologica: la TMS è in uso da tempo e si fonda su una lunga sperimentazione, la tDCS, al contrario, ha guadagnato attenzione più recentemente ed è tuttora in fase di ricerca.
Dal punto di vista operativo, la TMS:
- utilizza un’attrezzatura complessa: una bobina, attraversata da corrente elettrica, genera impulsi magnetici di bassa intensità che penetrano nella testa e, raggiungendo la corteccia cerebrale, provocano una corrente capace di modificare l’attività neuronale e stimolare alcune regioni del cervello
- agisce prima interrompendo e poi ripristinando l’attività cerebrale
- offre il vantaggio di stimolare simultaneamente diverse aree cerebrali, elemento cruciale per l’analisi di attività che coinvolgono multiple regioni del cervello.
La tDCS:
- impiega una strumentazione semplice che prevede l’uso diretto di elettrodi sul capo
- funziona inviando una corrente che modula l’attività cerebrale senza interromperla
- ha effetto anche su regioni distanti da quelle stimolate, ma non consente l’analisi contemporanea di più aree.
Per quanto riguarda le applicazioni, le due tecniche condividono alcuni ambiti di impiego, come quello del movimento, della memoria e dei disturbi neuropsichiatrici, inclusa la depressione.
In alcuni casi, tuttavia, differiscono nell’approccio o nello scopo:
- in ambito motorio, la TMS si occupa di studiare il movimento nella mappatura delle aree corticali e nella valutazione dell’eccitabilità, la tDCS si focalizza invece sul miglioramento di alcune facoltà motorie e sulla riabilitazione in seguito a danni cerebrali o malattie
- nella ricerca sulle patalogie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, la TMS si è occupata principalmente dello studio delle interazioni cerebrali motorie e non, mentre la tDCS si dimostra efficace nel riapprendimento di capacità motorie e funzionalità.