La fibromialgia, cos’è e come si cura

La fibromialgia è una malattia cronica reumatica caratterizzata dalla rigidità di diverse zone dell’apparato locomotore e da tensione muscolare. Vediamo sintomi e trattamenti.

La fibromialgia, cos’è e come si cura

La fibromialgia è una sindrome dolorosa cronica che colpisce il sistema muscolo-scheletrico. È caratterizzata da dolore muscolare diffuso, fatica cronica, problemi di sonno, rigidità muscolare e sensibilità alle pressioni.

Il termine sta ad indicare, letteralmente, il dolore nei muscoli e nelle strutture fibrose (tendini e legamenti) che caratterizza tale condizione. Si tratta di una condizione complessa e multifattoriale, la cui causa esatta non è ancora del tutto compresa. Si ritiene che possa essere correlata a un’alterazione del sistema nervoso centrale che provoca una maggiore sensibilità al dolore.

Recenti teorie mediche, che prediligono un approccio biopsicosociale alla comprensione di questa patologia, indicano inoltre che esistono fattori biologici, psicologici e sociali che causano e mantengono il disturbo. La difficoltà nel processare le emozioni ed eventi di vita stressanti sono spesso presenti nelle storie di chi soffre di fibromialgia.

Come ci si accorge di avere la fibromialgia?

La fibromialgia è una delle patologie più difficili sia da individuare che da diagnosticare. L’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) l’ha riconosciuta come malattia nosograficamente autonoma.

È facile che inizialmente possa essere confusa, anche dai medici, con altre patologie e la strada per una diagnosi certa comporta spesso numerose visite mediche e test diagnostici negativi, incapaci di dare una risposta ai dolori dei pazienti. Nell’assistito, i sintomi ricorrenti, possono però aiutare lo specialista a identificare la patologia.

La fibromialgia tende a manifestarsi in giovane età, solitamente tra i 30 e i 50 anni, colpendo prevalentemente le donne (con un rapporto di 9 a 1 rispetto agli uomini).

I sintomi iniziali della malattia sono caratterizzati da dolore muscolare generalizzato, che si può manifestare in una sede localizzata (come ad esempio le spalle e il rachide cervicale) e solo successivamente diffondersi in altre sedi. Il dolore può presentarsi in qualsiasi momento, senza essere legato a stimoli specifici o attività particolari.

La diagnosi della fibromialgia si basa sulla presenza del dolore muscolo scheletrico diffuso da almeno 3 mesi, associato ad almeno 11 tender points (punti di dolore) su 18.

Tra gli altri sintomi della fibromialgia si includono:

Quali sono i punti dolenti del corpo per scoprire la fibromialgia?

La fibromialgia colpisce diverse aree del corpo ed il dolore fibromialgico può variare in base ai diversi momenti della giornata, alle condizioni atmosferiche, ai livelli di attività, allo stress e ai ritmi del sonno. Il paziente avverte il dolore principalmente a livello muscolare con annessi sintomi di malessere generale.

Sebbene durante una visita una persona possa erroneamente apparire sana, un attento esame da parte di un reumatologo può però indicare la presenza di aree dolenti in sedi specifiche (tender points, presenti su entrambi i lati del corpo): questa diagnosi permette di distinguere la fibromialgia da altre malattie come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.

Perché ci si ammala di fibromialgia?

Le cause della fibromialgia sono multifattoriali e controverse. L’ipotesi più accreditata è quella secondo cui all’origine del dolore cronico ci sia un’alterazione nel modo in cui il cervello elabora gli stimoli dolorosi. In altre parole, nei pazienti affetti da fibromialgia, la soglia del dolore potrebbe essere più bassa del normale.

I fattori che possono determinare la comparsa della sindrome fibromialgica sono molti, ad esempio:

  • Eventi stressanti, quali una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico
  • Carenza di sonno o una sua alterazione
  • Affaticamento per lavoro
  • Periodo pre-mestruale
  • Cambiamenti meteorologici.

I pazienti molto spesso non sono in grado di identificare un singolo evento, capace di scatenare questa sindrome. Alcuni studi hanno identificato alterazioni di sostanze ormonali e di mediatori chimici (neurotrasmettitori) a livello centrale; altri hanno invece osservato innumerevoli alterazioni nella qualità del sonno e una certa vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti.

Proprio una ridotta soglia di sopportazione del dolore potrebbe essere la causa scatenante della fibromialgia.

Quali sono gli esami da fare per la fibromialgia?

Non esiste un test specifico per rilevare la fibromialgia. Come indicato in precedenza, la diagnosi si basa principalmente sui sintomi del paziente. Tuttavia, il medico può richiedere alcuni esami per escludere altre condizioni mediche, responsabili di sintomi simili.
Tra gli esami indicati vi sono:

Qual è il trattamento per la fibromialgia?

Esistono diverse strade per affrontare il percorso terapeutico della fibromialgia, alla quale spesso si accompagnano sintomi fisici e psichici di varia natura che compromettono la qualità della vita quotidiana del paziente.

Il trattamento più indicato è dunque quello multidisciplinare, che all’impiego dei farmaci associa interventi comportamentali.

I farmaci che possono essere utilizzati per il controllo della sintomatologia sono in genere:

Segnatamente, tra i farmaci più prescritti dallo psichiatra, c’è la duloxetina che agisce sui sistemi neurotrasmettitoriali modulando la percezione del dolore e la regolazione delle emozioni. Si è dimostrata, infatti, efficace sia nel miglioramento dei sintomi che nel mantenimento del benessere a lungo termine.

La percentuale di risposta è tuttavia parziale e tende a diminuire con il tempo, probabilmente a causa della eterogeneità delle caratteristiche fisiopatologiche e cliniche di chi ne è affetto: il sintomo doloroso di solito è al centro di molti altri disagi.

Comportamenti utili

Contestualmente al trattamento farmacologico, è importante intervenire anche sullo stile di vita del paziente, per una migliore gestione della patologia nel tempo. È utile innanzitutto educare il paziente a uno stile di vita più corretto, sia dal punto di vista dietetico che abitudinario. A questo scopo è importante

  • Ridurre lo stress ed evitare sforzi eccessivi, sarebbe utile che il paziente trovasse ogni giorno tempo per rilassarsi
  • Migliorare la qualità del sonno e limitare il riposo diurno, sarebbe utile per stabilire un orario definito per andare a dormire la sera e per svegliarsi al mattino
  • Praticare una regolare attività fisica, soprattutto di tipo aerobico: camminare, andare in bicicletta e nuotare
  • Mantenere uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata con una riduzione del consumo di zucchero, sale, caffeina e di carne rossa (preferendo altre proteine animali), apportando invece un aumento di verdura e frutta di stagione

Cosa fa peggiorare la fibromialgia?

Alcuni fattori o condizioni possono peggiorare i sintomi della fibromialgia, rendendo più difficile la gestione della patologia nel lungo termine, per esempio:

  • Stress può aumentare i livelli di dolore e affaticamento, pertanto, è importante evitare situazioni stressanti o imparare a gestirle in modo efficace.
  • Mancanza di sonno
  • Attività fisica eccessiva
  • Clima freddo e umido che può aumentare la rigidità muscolare e articolare nei pazienti con fibromialgia. Pertanto, è importante proteggersi adeguatamente
  • in caso di clima freddo e umido.
  • Depressione e ansia
  • Alimentazione scorretta: soprattutto gli alimenti ricchi di grassi, zuccheri raffinati e additivi alimentari
  • Abuso di alcol e droghe.

Quanto è grave la fibromialgia?

La fibromialgia non causa danni ai tessuti o agli organi interni come molte altre condizioni reumatiche: questo significa che non c’è rischio di degenerazione nel corso del tempo o compromissione della durata della vita.

Tuttavia la fibromialgia tende a essere una condizione cronica e progressiva, il che porta i sintomi a peggiorare nel tempo, influenzando significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Il dolore costante, l’affaticamento e i disturbi del sonno possono causare problemi di memoria e di concentrazione, rendendo difficile svolgere le normali attività quotidiane, così come quelle professionali.
Il dolore perenne può inoltre generare ansia e depressione, aggiungendo ulteriore stress e difficoltà alle vite delle persone colpite.

L’incidenza negativa sulla vita quotidiana sottolinea quindi l’importanza cruciale di un supporto adeguato a chi soffre di questa condizione.

Fibromialgia e ricerca

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è dal 1992 che riconosce l’esistenza della fibromialgia e nel 2019, nella sua classificazione internazionale delle malattie, l’ha indicata come sindrome e inclusa alla voce “dolore cronico diffuso”.

Anche in Italia è un disturbo riconosciuto a livello medico, e l’ISS (Istituto superiore di sanità) l’ha identificato come malattia cronica capace di compromettere lo svolgimento delle comuni e quotidiane attività e la maggior parte degli aspetti legati alla qualità della vita.

Il 29 febbraio 2024 ha segnato l’avvio di una campagna volta a ottenere il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante da parte del Governo. Tra le richieste principali vi è l’inserimento della patologia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo così l‘esenzione dalla spesa per le prestazioni sanitarie per i malati.

L’obiettivo è quello di garantire un trattamento uniforme in tutta Italia per i pazienti affetti, eliminando le disparità regionali e stabilendo diritti e procedure standardizzati.