Psichiatria

Onicofagia o mangiarsi le unghie: di cosa si tratta

Si tratta di un disturbo del controllo degli impulsi dovuto a stati d'ansia o di forte stress, ma anche a noia, inattività e, in età infantile, a meccanismi di imitazione dei genitori

Onicofagia o mangiarsi le unghie: di cosa si tratta

L’onicofagia o il mangiarsi le unghie è un comportamento che, se ripetuto nel tempo, rientra nella categoria dei disturbi di tipo ossessivo compulsivo, caratterizzati dall’incapacità del soggetto che ne soffre di resistere agli impulsi.

L’onicofagia è causata solitamente dall’ansia o dallo stress, ma può essere dovuta anche alla noia o rappresentare una risposta ad un senso di vuoto o inattività.

Che cos’è l’onicofagia?

L’onicofagia è il termine con il quale si descrive il vizio di mangiarsi le unghie. Si tratta di un comportamento che, se ripetuto spesso e compulsivamente, la psichiatria classifica tra i disturbi di tipo ossessivo compulsivo all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. 

Disturbi come l’onicofagia sono caratterizzati dall’incapacità di resistere agli impulsi, che diventano una tentazione incontrollabile. 

L’atto, in questo caso di mangiarsi le unghie, è preceduto da un senso di agitazione e tensione. Dopodiché, la persona prova sollievo e piacere. Altri comportamenti simili concettualmente all’onicofagia, che rientrano nel medesimo gruppo di disturbi, sono ad esempio, la tricotillomania, ossia il bisogno morboso di giocare con i propri capelli o strapparli, la dermatillomania (il procurarsi escoriazioni sulla pelle) e la dermatofagia (l’impulso di mangiarsi le pellicine intorno alle unghie).

Come si manifesta?

Il gesto di portarsi le mani alla bocca è molto semplice, tanto che è una delle prime azioni che si compiono appena nati. Si tratta di un comportamento spesso automatico, che viene messo in atto anche inconsapevolmente. La sua facilità è, quindi, una delle principali ragioni per cui il mangiarsi le unghie è un gesto così comune e frequente.

L’onicofagia riguarda potenzialmente le unghia di tutte le dita delle mani e si sviluppa tipicamente in due fasi distinte. 

Nella prima, la persona ispeziona con accuratezza tutte le aree attorno alle unghie allo scopo di individuare quei punti che hanno delle imperfezioni e che andranno “corrette”. 

La seconda consiste nell’azione di mordersi vera e propria, che mira a correggere tutte le imperfezioni individuate attraverso l’eliminazione di cuticole (sottili ispessimenti della pelle che si trovano alla base delle unghie), lamine delle unghie e, in generale, della pelle che si trova in prossimità delle unghie o sotto le lamine stesse.

Cosa causa l’onicofagia?

Stati d’ansia o di forte stress sono sicuramente tra le cause principali dell’onicofagia. Mangiarsi le unghie, infatti, è un modo per scaricare la tensione, trovando sollievo in un’azione molto semplice da mettere in pratica. 

Si tratta di tradurre emozioni difficili da gestire in qualcosa di tangibile, in un’azione concreta più semplice da identificare.

Ci si mangia le unghie, molto spesso, anche per noia o per colmare un senso di vuoto. Certamente, infatti, nelle persone che hanno questo vizio, i momenti di inattività sono uno stimolo ulteriore a mangiarsi le unghie. 

Alla base dell’onicofagia, infine, potrebbe esserci una motivazione imitativa. L’azione del mangiarsi le unghie da parte dei bambini potrebbe essere dovuta al fatto che i genitori lo fanno e non a particolari ragioni psicologiche più complesse. Con il passare del tempo, poi, questo gesto nato per imitazione può diventare un’abitudine. 

Come si cura l’onicofagia?

Per i disturbi più lievi del controllo degli impulsi, si possono provare ad adottare, perlomeno inizialmente, rimedi semplici ed economici. 

Ad esempio, nel caso dell’onicofagia, può essere utile mettere sulle unghie dello smalto amaro, che funga da deterrente scoraggiando l’abitudine di mangiarsele. 

Nei casi più complessi, invece, è necessario capire quali siano i fattori emotivi di cui l’onicofagia è una delle declinazioni comportamentali. 

In questo senso, può risultare funzionale un percorso di terapia comportamentale, nel caso le misure sopra citate non dovessero rivelarsi efficaci. Individuare e, di conseguenza, controllare lo stimolo che innesca l’impulso di mangiarsi le unghie è un aspetto chiave per superare questo disturbo del controllo.

Una risposta positiva l’hanno data anche le terapie di farmaci antidepressivi utilizzati per trattare i disturbi ossessivo-compulsivi, così come la vitamina B inositolo, che agisce sulla serotonina, l’ormone adibito al controllo dell’umore e che riduce lo stimolo a mordersi le unghie.