I canoni di bellezza in psicologia

Quali sono i canoni di bellezza? Cosa è considerato "bello" in modo universale e cosa varia nel tempo e nelle tradizioni e nelle culture di ogni società? Indaghiamo in questo articolo il concetto di bellezza

I canoni di bellezza in psicologia

La bellezza è un concetto che comprende le qualità estetiche che sono piacevoli alla vista e che suscitano ammirazione negli altri. Alcune caratteristiche, come la simmetria e l’armonia, sono considerate universali e apprezzate attraverso diverse culture, altre possono variare notevolmente riflettendo i valori e le tradizioni culturali di ogni società.

Quali sono i canoni di bellezza di oggi?

Nel mondo contemporaneo, i canoni di bellezza rappresentano non solo un ideale estetico ma anche un fenomeno psicologico e culturale complesso. L’analisi delle caratteristiche riconosciute come ideali di bellezza rivela tendenze universali, mentre l’influenza dei media e delle piattaforme social modula la percezione individuale e collettiva di questi canoni. Semplificando potremmo dire che ci sono gusti comuni a tutti, con un certo grado di variabilità.

Caratteristiche universalmente riconosciute:

  • Simmetria facciale: spesso associata a salute e buona genetica.
  • Proporzioni corporee armoniose: l’idea di un corpo “in forma” varia culturalmente, ma la tendenza globale premia la forma fisica equilibrata.
  • Pelle liscia: simbolo di giovinezza e benessere in molte culture.
  • Capelli sani: rappresentano vitalità e salute.

L’influenza dei media e delle piattaforme social sulla percezione della bellezza è immensa e duplice. Da un lato, amplificano certi ideali estetici, rendendoli pervasivi attraverso la pubblicità, i film, le serie TV e i post degli influencer. Questa costante esposizione crea un modello implicito di bellezza che può influenzare profondamente l’autopercezione e l’autostima degli individui. Dall’altro l’emergere di movimenti per la diversità e l’inclusione hanno un significato chiaro. Stiamo iniziando a sfidare e ampliare i tradizionali canoni di bellezza, promuovendo un messaggio di accettazione e valorizzazione delle differenze individuali. Questo dinamismo tra conformità e resistenza ai canoni di bellezza riflette la complessa interazione tra società, cultura e psicologia individuale.

Chi decide i canoni di bellezza?

Nel contesto contemporaneo la definizione dei canoni di bellezza è fortemente influenzata dall’industria della moda e dell’intrattenimento, due entità che giocano un ruolo cruciale nel modellare le percezioni collettive di cosa sia considerato bello. Queste industrie non solo riflettono le tendenze culturali esistenti ma, attraverso le loro scelte e rappresentazioni, hanno il potere di creare e diffondere nuovi ideali di bellezza.

La moda e l’intrattenimento, con il loro ampio raggio d’azione costituito da riviste di settore, sfilate, film, programmi televisivi e pubblicità, presentano al pubblico modelli di bellezza che spesso diventano punti di riferimento universali. Questi modelli sono selezionati con cura e rappresentati in modo tale da esaltare determinate caratteristiche fisiche, che a loro volta vengono elevate a standard da emulare. 

Tuttavia, è importante notare come anche l’industria della moda e quella dell’intrattenimento stiano iniziando a rispondere alle crescenti richieste di eterogeneità e inclusione (come accennavamo in precedenza). Questa trasformazione, lenta ma costante, espande i canoni di bellezza per includere una maggiore varietà di corpi, etnie ed età. Ne sono un esempio i nuovi attori chiamati a reinterpretare classici animati, modelle plus-size e della terza età.  Tale cambiamento riflette una consapevolezza crescente riguardo all’impatto psicologico e sociale degli ideali di bellezza e rappresenta un tentativo di creare un ambiente più accogliente e rappresentativo della realtà.

Quindi, benché l’industria della moda e dell’intrattenimento abbiano storicamente avuto un’influenza predominante nella definizione dei canoni di bellezza, è chiaro che si stiano adattando alle esigenze di una società che valuta sempre più la pluralità e l’autenticità. Questo processo di adattamento non solo modifica la percezione della bellezza ma apre anche le porte a una comprensione più inclusiva e olistica dell’attrattiva umana.

Quali sono i canoni di bellezza in Italia?

L’Italia, con la sua ricca eredità culturale e storica, ha sempre avuto una visione distintiva del canone di bellezza. Il nostro bel paese, culla del Rinascimento e patria di innumerevoli artisti e stilisti, ha contribuito significativamente alla definizione estetica della bellezza nel corso dei secoli.

Una panoramica storica rivela che, durante il Rinascimento, la bellezza italiana era incarnata da figure come la Venere di Botticelli, simbolo di grazia e bellezza naturale. In quel periodo, i canoni di bellezza valorizzavano particolarmente la simmetria, le proporzioni armoniose e un senso di equilibrio e perfezione estetica, principi che ancora oggi trovano riscontro nella moda e nel design italiani.

Con il passare dei secoli questi canoni hanno subìto evoluzioni, rimanendo tuttavia fedeli all’idea di una bellezza classica e senza tempo. Nell’era contemporanea l’Italia continua a celebrare la bellezza attraverso la sua rinomata industria della moda, promuovendo un’immagine di eleganza sofisticata e di cura nei dettagli.

Confrontando i canoni di bellezza italiani con quelli internazionali, emergono interessanti differenze e similitudini. Mentre globalmente si tende a privilegiare standard di bellezza sempre più uniformi, spesso influenzati dai media e dalla cultura popolare, l’Italia mantiene un forte legame con il concetto di bellezza classica e naturale. Questo non significa che i canoni italiani siano immuni dall’influenza esterna, piuttosto vi è un costante bilanciamento tra le tendenze internazionali ed un’estetica profondamente radicata nella storia e nella cultura.

Dunque possiamo dire che i canoni di bellezza italiani riflettono un connubio unico tra tradizione e modernità, evidenziando una continua valorizzazione della bellezza naturale, dell’eleganza e della raffinatezza che contraddistingue il paese nel panorama globale.

Come è cambiato il concetto di bellezza?

Il concetto di bellezza ha attraversato una notevole evoluzione nel corso della storia, riflettendo i cambiamenti culturali, sociali e politici di ogni epoca. Dall’antichità, passando per il Rinascimento fino all’era moderna, il significato di bellezza si è trasformato, spesso come conseguenza delle priorità e dei valori dominanti della società.

Nella preistoria il concetto di bellezza era fortemente legato alla sopravvivenza e alla fertilità, con figure femminili rotonde spesso raffigurate in statue. In tal senso è celebre la “Venere di Willendorf”, una statua datata tra i 27.000 ed i 32.000 anni fa che mostra forme particolarmente generose. 

Nell’antica Grecia, la bellezza assunse un’accezione più idealizzata, con l’introduzione dei canoni di proporzione e simmetria, riflettendo l’armonia e la perfezione. Questo ideale è diventato un punto di riferimento per la bellezza classica, influenzando notevolmente l’arte e la cultura anche di epoca romana.

Nel Medioevo le donne erano spesso raffigurate con capelli lunghi, lisci o leggermente ondulati, considerati simbolo di femminilità e grazia. Inoltre, il corpo ideale tendeva ad essere piuttosto esile e delicato, riflettendo un ideale di fragilità e raffinatezza. Ma il vero segno distintivo risiedeva nella carnagione. Una pelle chiara e pallida era molto ambita, poiché simboleggiava la purezza e uno status sociale elevato, indicando che la persona non lavorava all’aperto e quindi non era esposta al sole, a differenza dei contadini e degli operai.

La pelle abbronzata divenne un simbolo di bellezza e status sociale ambito solamente a partire dagli anni ’20 del XX secolo. Questo cambiamento fu influenzato da figure come Coco Chanel, che, dopo essere tornata da una vacanza in Costa Azzurra con la pelle abbronzata, trasformò l’abbronzatura in un segno di lusso e di uno stile di vita agiato.

Oggi alcuni canoni sono rimasti invariati, altri come abbiamo visto si sono trasformati. In generale viviamo in un’era di pluralismo e inclusività, dove i canoni di bellezza sono più vari e dinamici che mai. L’influenza dei media e delle piattaforme social ha ampliato la percezione della bellezza, promuovendo l’accettazione di diverse forme corporee, etnie e stili. Questo cambiamento segna una tendenza verso l’apprezzamento dell’unicità individuale, superando gli ideali inarrivabili di bellezza e celebrando la diversità umana in tutte le sue forme.

Che impatto hanno i canoni di bellezza sulle persone?

I canoni di bellezza hanno un forte impatto sulla psicologia delle persone. Stabiliscono non solo standard estetici ma influenzano profondamente anche l’autostima e la percezione di sé. Questi ideali possono portare a bias di valutazione, dove individui percepiti come attraenti vengono automaticamente considerati più competenti, affidabili o desiderabili. 

Poi la continua esposizione a immagini di bellezza irrealistiche può inizialmente essere fonte di ispirazione e motivazione, ma nel lungo periodo erodere la fiducia in se stessi e alimentare sentimenti di inadeguatezza e frustrazione.

Parallelamente, esiste una decisa correlazione tra i canoni di bellezza e i disturbi alimentari (DCA). L’insistenza su corpi particolarmente magri o scolpiti può spingere individui di ogni genere verso restrizioni alimentari o eccessivo esercizio fisico. Disturbi come l’anoressia e la bulimia sono più frequentemente documentati tra le donne, spesso motivati dal desiderio di conformarsi a modelli estetici esageratamente snelli. Tra gli uomini invece si osserva un aumento di condizioni come la vigoressia, un disturbo caratterizzato dall’ossessione per un corpo muscoloso e ipertrofico, che può portare a comportamenti dannosi come l’uso eccessivo di integratori o steroidi anabolizzanti.

Quale direzione futura per i canoni di bellezza?

Nel mondo di oggi assistiamo ad un significativo cambiamento nel significato della bellezza, che va oltre i tradizionali canoni estetici per abbracciare e valorizzare l’unicità e la diversità individuale. Questa evoluzione riflette un approccio più maturo e consapevole, che rispecchia i valori di una psicologia dell’inclusione, che riconosce come bellezza le caratteristiche uniche che una volta erano viste come difetti.

Un esempio emblematico di questa trasformazione è visibile nel mondo della moda, dove modelle con tratti distintivi come Winnie Harlow, che vive con la vitiligine, o Shaun Ross, affetto da albinismo, hanno guadagnato notorietà. Questi modelli non solo sfidano gli standard convenzionali ma sono celebrati per le loro caratteristiche uniche, trasformando quelle che erano considerate deviazioni dalla norma in simboli di bellezza individuale.

Per promuovere una percezione della bellezza più sana ed inclusiva è fondamentale adottare strategie quotidiane che incoraggino l’accettazione e la valorizzazione di ogni forma di bellezza. Ciò può includere il supporto a marchi e iniziative che promuovono la diversità nei loro messaggi pubblicitari, oppure partecipare a dialoghi e piattaforme social che amplificano voci e storie di persone di tutte le etnie, forme e dimensioni. Educare se stessi e gli altri sull’importanza di una rappresentazione equa nei media contribuisce a creare un ambiente in cui tutti possano sentirsi valorizzati e accettati.

Questo movimento verso un modello di bellezza più inclusivo e meno escludente non è solo una questione di estetica ma un cambiamento culturale profondo che promuove il rispetto e l’apprezzamento della varietà umana in tutte le sue forme.