Il bullismo e le sue conseguenze sono una tematica di grande rilevanza sociale, che è diventata negli ultimi anni oggetto di interesse e attenzione da parte dei media e delle istituzioni. In Dov’è finita Audrey?, Sophie Kinsella la racconta attraverso le parole della vittima, che parla in prima persona e ci lascia con l’arduo compito di decostruire le sue contraddizioni.
Trama
Qualcosa di brutto è accaduto a Audrey, che è finita in una clinica e ha iniziato un lungo percorso di riabilitazione a base di terapie e psicofarmaci. Dopo qualche mese è tornata a casa, dove vive una segregazione volontaria, accortamente seguita da una psicologa.
La narrazione inizia quando Audrey è in parte già uscita dal tunnel e quel che ci viene raccontato è la parte centrale della sua guarigione. Vive reclusa, parla solo con i suoi familiari e soprattutto con se stessa, combattendo col suo “cervello-lucertola” che cerca continuamente di prendere il sopravvento per evitarle contatti traumatici. Porta sempre occhiali scuri per non dover guardare nessuno negli occhi e passa le sue giornate leggendo fumetti e osservando cosa succede in casa.
Recensione
Il punto di forza del libro è un interessante e realistico gioco di sfumature e chiaroscuri che richiede al lettore un’attenzione elevata ai dettagli: molto di quel che accade infatti non è narrato esplicitamente. Per esempio la famiglia di Audrey appare all’inizio chiaramente “squilibrata”, ma solo nel corso della storia il lettore, attraverso gli occhi della protagonista che lentamente si risveglia e torna al mondo reale, si rende conto che la vera causa dell’inquietudine della famiglia è proprio la figlia.
La madre ha lasciato il lavoro perché Audrey non si sentisse trascurata, ma il lavoro le manca. Il padre è soprattutto preoccupato delle ripercussioni che gli eventi possono avere su Audrey, e anche il fratello, apparentemente avvolto nella sua bolla incantata di videogiochi, è altrettanto scosso e preoccupato.
Nel corso del romanzo, Audrey riprende lentamente i contatti col mondo. La sua visuale, inizialmente claustrofobica, si va allargando, il “cervello-lucertola” si ritira in buon ordine, la famiglia comincia lentamente a rilassarsi. Comincia a intravedersi un lieto fine.
Chi è l’autrice?
Sophie Kinsella, pseudonimo di Madeleine Wickham è una scrittrice britannica. È famosa soprattutto per la serie I love shopping ma ha pubblicato diversi altri romanzi a tematica rosa.
Perché ne parliamo?
Dov’è finita Audrey? è un’accurata ed efficace descrizione di quello che in psicologia si definisce disturbo da stress post traumatico. Dopo un’esperienza traumatica il cervello rimane in uno stato di iperattivazione, in cui bastano anche stimoli innocui (per esempio rumori forti, contatto fisico anche amichevole) per innescare una risposta di panico o di fuga. Tutte le energie mentali di chi sperimenta questo disturbo sono concentrate nell’evitare di sperimentare un nuovo trauma e questo spesso innesca una spirale di evitamento degli stimoli e quindi del mondo esterno, percepito come sempre più pericoloso. Audrey trova il modo di spezzare questa spirale attraverso l’utilizzo della telecamera, che diventa un filtro tra sé e il mondo. Guardare le registrazioni le permette di vedersi da un punto di vista più oggettivo ed esterno, adottando un nuovo punto di vista che le permette di scoprire aspetti della realtà che prima le sfuggivano.
A chi può interessare?
Il libro è pensato per lettori in età adolescenziale. Come tutti i buoni libri per giovani adulti, però, ha parecchio da dire anche a chi adulto lo è ormai da un pezzo, in particolare genitori, insegnanti, educatori in generale.
(20 Ottobre 2017)