Psichiatria

La categorizzazione in psicologia: potere e rischi del semplificare la realtà

Utile per semplificare i concetti più complessi, questa particolare abilità psicologica può aiutarci nella vita quotidiana. A patto di utilizzarla con criterio

La categorizzazione in psicologia: potere e rischi del semplificare la realtà

Alla nostra mente serve una bussola speciale per orientarsi nel labirinto della realtà. Si tratta della categorizzazione, una fondamentale abilità psicologica che consente di semplificare i concetti complessi.

Attraverso di essa, infatti, riusciamo a classificare e raggruppare temi e argomenti difficili in base a caratteristiche salienti, in modo da farli sembrare più chiari e rendere l’organizzazione dei pensieri più semplice. 

In questo articolo, scopriremo insieme cosa si intende di preciso in psicologia per “categorizzazione”. Analizzeremo, inoltre, come il nostro cervello dà vita a questo potente strumento di pensiero ed economia cognitiva, ma anche gli svantaggi e i rischi che un eccessivo ricorso a questo metodo di organizzazione della realtà può causare.

Che cos’è la categorizzazione in psicologia?

Il processo di categorizzazione è come un sistema di etichette che la mente utilizza per organizzare la percezione del mondo. Il cervello di ogni individuo ha una tendenza naturale a raggruppare oggetti e idee simili in scatole comuni al fine di semplificare il più possibile la realtà.

Ciò accade, ad esempio, con le diverse razze di cani che – grazie a somiglianze basilari – il nostro cervello recepisce come appartenenti alla stessa categoria, nonostante le differenze specifiche esistenti tra un cucciolo e l’altro.

Come spesso accade, dietro questo concetto apparentemente semplice c’è in realtà molto più da scoprire. In psicologia, infatti, esiste la teoria del prototipo, un concetto che sta alla base del principio di categorizzazione e che si ritiene giochi un ruolo cruciale nel nostro modo di categorizzare e comprendere il mondo che ci circonda.

Secondo tale teoria, infatti, la nostra mente ha un’idea “tipica”, o prototipo, di ciò che rappresenta una determinata categoria. Le categorie, però, non sono definite da confini rigidi o regole precise ma da una serie di tratti e caratteristiche che si avvicinano al prototipo e questa semplificazione spesso può portare a errori di categorizzazione e stereotipi dannosi. 

Ad esempio, quando si pensa alla categoria “frutta“, è molto difficile che si pensi alle olive o i pomodori, spesso associati alla categoria “verdura“, mentre è molto più probabile che ci si immagini una mela, il prototipo di frutta più comune e caratteristico. Questo modo istintivo di analizzare la realtà, però – come dimostra l’esempio appena citato – può causare errori e semplificazioni. 

Che cos’è la categorizzazione sociale?

La teoria del prototipo si intreccia anche con la nostra capacità di categorizzazione sociale. Infatti, quando ci troviamo a dover pensare a persone e gruppi sociali, tendiamo a creare prototipi basati su tratti caratteristici che possono influenzare la nostra percezione degli altri e condurre a pregiudizi e percezioni distorte.

La categorizzazione sociale è radicata nella nostra necessità di comprendere e semplificare le interazioni sociali complesse. Ciò significa che tendiamo a suddividere le persone in gruppi distinti, come nazionalità, genere, etnia, religione, orientamento sessuale e così via al fine di organizzare le informazioni, immedesimarsi, sentirsi parte di un gruppo e persino prevedere come le persone si comporteranno o cosa potrebbero pensare.

Quali possono essere le conseguenze della categorizzazione?

Se da un lato, la categorizzazione può aiutarci a semplificare la nostra percezione del mondo e persino creare un senso di appartenenza e identità all’interno di ogni categoria sociale, dall’altro può anche portare a spiacevoli problematiche. 

Le categorie infatti, possono diventare stereotipi, ovvero credenze generalizzate su un gruppo di persone basate su caratteristiche superficiali, e condurre inevitabilmente a divisioni, conflitti e discriminazioni. 

Ad esempio, associare automaticamente una determinata etnia a tratti di personalità specifici è un esempio di stereotipo che può portare a pregiudizi, positivi o negativi, sulla categoria di appartenenza. Tali pregiudizi influenzano inevitabilmente il nostro processo decisionale. Ma lo stesso può avvenire anche per altri temi delicati come, ad esempio, l’identità di genere.

Gli studi sulla categorizzazione sociale hanno rivelato quanto può essere cruciale comprendere questo processo per affrontare problemi purtroppo molto comuni come l’omofobia, la transfobia o il razzismo. L’educazione e la sensibilizzazione possono aiutare a sfidare gli stereotipi dannosi e a promuovere una visione più equanime delle persone.