Una nuova relazione sentimentale, o una nuova situazione affettiva vissuta da una delle due figure genitoriali può minare il rapporto genitore figlio, o figlia. Presentare il nuovo partner ai figli è sempre, in questa ottica, un momento delicato.
Potrebbe essere una buona idea, allora, costruire un percorso di conoscenza. Attraverso i primi incontri e una successiva frequentazione il figlio potrà conoscere, e fidarsi, del nuovo o della nuova partner. Ne parla la dottoressa Silvia Errico, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino.
Perché presentare il nuovo partner ai figli?
Sin dalla nascita siamo chiamati a costruire una relazione tra due persone sperimentando la natura sociale dell’essere umano in cui conosce, sperimenta, apprende e condivide. Condivide con l’altro, con il gruppo, con la comunità di appartenenza.
Penso che questa sia la vera ragione che spinge una persona a presentare il proprio partner. L’amore, la gioia che si prova è talmente grande che si sente il bisogno di condividerla con le persone più importanti, quelle che colorano e danno senso alle giornate.
Nella cultura sociale “i cuccioli d’uomo” diventano l’essenza della famiglia, hanno bisogno di crescere in un ambiente sano, accogliente in cui i genitori, con le loro risorse e capacità, riescano a trasmettere quei permessi e quegli strumenti che condurranno all’autonomia, ad acquisire la capacità di adattamento propria dell’essere umano.
In questo viaggio a guidare le scelte in modo efficace e armonioso è la coerenza tra i bisogni primari, di riconoscimento, di successo che percepiamo, ed i valori familiari e culturali che sono inscritti dentro noi stessi e che hanno dato vita a ciò che oggi abbiamo scelto di essere e di fare.
Quando presentare il nuovo partner ai figli?
Non c’è un momento giusto o sbagliato per presentare il partner ai propri figli. Tuttavia è opportuno fermarsi a riflettere su alcuni aspetti, che possono farci comprendere se il bisogno del genitore rispetta ed è in ascolto con i bisogni e le esigenze dei figli, rispetto la situazione quotidiana che stanno vivendo.
A livello legale non esiste una legge che stabilisca il tempo ed il modo. In caso di separazione, divorzio il giudice valuta da caso a caso se possono esserci degli impedimenti al fine di garantire il benessere psico-fisico e sociale dei figli. Solitamente si accerta se la nuova relazione è di tipo stabile e duraturo, e quale impatto può avere sulla serenità e l’educazione dei figli.
Proviamo a considerare il parametro di stabilità e durata della relazione rispetto al mondo affettivo e psicologico del bambino o adolescente, indipendentemente se ci troviamo nella condizione di genitore separato, divorziato o vedovo.
La centralità dei bisogni del figlio
Un genitore è felice di condividere un nuovo amore, affetto, di avere trovato un partner e vuole che possa diventare parte della famiglia, della quotidianità. Un figlio ha invece bisogno di crescere in un ambiente dove sentirsi accolto, visto, riconosciuto, accettato per ciò che è senza essere giudicato. Ha bisogno di avere accanto dei genitori che trovino il tempo di ascoltare ciò che riesce a comunicare e quello che manifesta attraverso i suoi gesti e le sue azioni.
In un momento di crisi intesa come rottura di equilibrio dove tutto il suo mondo ricco di momenti familiari si frantuma in mille pezzi, il figlio ha bisogno di prendersi del tempo per contattare e attraversare il dolore, la sofferenza per aver perso una figura di riferimento importante. Ha necessità di avere il tempo per accettare l’idea che quel “Per sempre insieme”, “Io ci sarò sempre”, non sarà più reale e concreta.
Ha bisogno di sentire e condividere la rabbia per essersi sentito tradito, costretto ad affrontare una situazione difficile che non ha scelto lui.
Le emozioni dei figli nel trascorrere del tempo
Nel presentare il nuovo partner ai figli, è importante comprendere che i bambini ed i ragazzi spesso hanno strategie e tempi diversi rispetto a quelle degli adulti per elaborare una perdita. Hanno modi diversi di comunicare il loro disagio. Ad esempio possono diventare più capricciosi, tristi o essere spesso arrabbiati e oppositivi, trascorrono diverse ore isolati nella loro camera, perdono l’appetito, hanno una regressione scolastica.
Allo stesso tempo bisogna ricordare che hanno necessità di tempo per iniziare a pensare all’idea di entrare e instaurare una nuova relazione con una nuova figura che potrà avere un ruolo importante nella propria vita educativa, in quella scolastica, in ogni ambiente che frequenta.
Per un genitore accertarsi dell’accoglienza e soddisfazione di questi bisogni può essere una chiave per poter iniziare a creare l’idea della possibilità che la famiglia si allarghi. Inoltre sarà necessario aver sperimentato con il tempo che il partner abbia le competenze e risorse proprie per facilitare e mantenere un clima sereno, avendo la sensibilità di bussare ogni giorno con tatto e delicatezza al cuore dei piccoli e grandi cuccioli d’uomo che saranno disposti a dare fiducia al proprio genitore.
Come far accettare il nuovo compagno al figlio?
Quando siete sicuri che la relazione è solida, con il partner avete iniziato a progettare di vivere insieme e vostro figlio ha accettato la perdita o la separazione del genitore, è importante spiegargli che avete conosciuto un’altra persona che vi rende felice e che vi piacerebbe presentarlo. I ragazzi hanno bisogno di sapere che per voi saranno sempre al primo posto, che possono contare su di voi e che l’altro non potrà mai sostituire il proprio genitore.
Spiegate quanto sia importante per voi e che avrete cura di affrontare insieme ogni paura rispettando i suoi tempi ed i suoi spazi. Pensate ad un inserimento graduale. Per le prime volte lasciate che si formi un’immagine nella mente di vostro figlio attraverso i vostri racconti, poi provate a proporre di incontrarsi a prendere un gelato, un’uscita al cinema confrontandosi sempre su ciò che ha provato vostro figlio.
Comportatevi con naturalezza restando in ascolto delle sensazioni. Chiedete come è stato per lui? Cosa gli è piaciuto? Se le risposte sono tutte negative forse dovrete attendere un po’ di tempo e riprovare.
Non una competizione, ma un incontro
Successivamente potete proporre di invitarlo a casa per trascorrere una giornata o un weekend insieme, così potranno condividere delle attività piacevoli e creare un’intesa. La figura del partner non sostituisce l’altro genitore ma all’interno di una convivenza, un nuovo matrimonio, diventa implicitamente una figura di riferimento.
È importante che rispetti le regole educative stabilite da entrambi i genitori, che sia di supporto nei momenti in cui il bambino o il ragazzo spontaneamente chiederà aiuto e di fare molta attenzione a non entrare in competizione con il genitore che non vive più a casa. Sarebbe opportuno che insieme scegliessero delle regole comportamentali e di vita quotidiana da seguire in casa basate sul rispetto reciproco.
Quando una figlia non accetta la nuova compagna del padre?
Il legame tra madre e figlia è un legame che comincia fin dal grembo materno e diviene il primo punto di riferimento per tutta la vita. Quando accanto al papà una figlia vede una donna che sostituisce la sua mamma può divenire oggetto di resistenza, rabbia e incomprensione.
Durante i colloqui psicologi con i bimbi emerge ad esempio il tema della paura di non poter essere consolati se si svegliano di notte, oppure la tristezza quando il papà e la compagna sono felici, mentre la loro mamma è a casa da sola e triste. È necessario rassicurare i bambini che la mamma sarà sempre un punto di riferimento. Il piccolo può chiamarla in qualsiasi momento. Anche il papà può fare compagnia, starle accanto e superare la difficoltà del momento.
Il papà può insegnarle che la mamma è persona adulta. Come ogni persona adulta, la mamma è in grado di restare da sola e quando sarà pronta anche lei, se lo vorrà potrà stare con un nuovo fidanzato. Paura, tristezza, senso di colpa e protezione sono alcune emozioni e sentimenti che i bambini contattano soprattutto nei primi periodi di separazione.
Bisogna rassicurare la nuova compagna che ci vorrà del tempo e trovare modi diversi per entrare in contatto e stabilire un rapporto di fiducia.
L’importanza di rivolgersi ad un supporto professionale
Le ragazze, cresciute con le favole, spesso possono manifestare diffidenza e paura verso la compagna. Si potrebbe rivelare come la matrigna di Biancaneve o Cenerentola. Questi pensieri possono emergere soprattutto se la compagna è stata oggetto del tradimento e considerata causa della separazione.
In questo ultimo caso penso che per il papà sia utile rispettare i tempi della figlia. Così da condividere con lei il risentimento, la fatica nell’adattarsi ad una figura nuova. Come educatore può insegnare che a volte i grandi commettono degli sbagli, ma tutti hanno il diritto ad avere una opportunità. Sarà attento e premuroso con entrambe le figure.
Se la separazione è stata litigiosa e non si è costruito un buon rapporto con l’altro genitore, è importante chiedere un consulto ad uno specialista. In questo modo si avrà un valido supporto in questo momento delicato.
(13 Dicembre 2022)