L’arrivo di un figlio segna l’inizio di una straordinaria trasformazione, dove una coppia si evolve in una nuova entità: la famiglia.
Questo cambiamento non riguarda solo la creazione di uno spazio fisico per il neonato, ma coinvolge profondamente l’identità dei neogenitori. Prima ancora della nascita, infatti, la coppia intraprende un percorso di preparazione, riflessione e crescita individuale e di coppia per creare il contesto migliore per accogliere il bambino.
Nel nostro articolo, esploreremo questo viaggio, offrendo consigli preziosi su come affrontare la transizione da coppia a famiglia. Scopriremo come il passato e il futuro si intrecciano in questa esperienza unica e offriremo consigli sul modo migliore per gestire l’ampliamento della dimensione familiare.
Cosa succede alla coppia quando nasce un figlio?
Quando nasce un figlio, la coppia affronta una serie di cambiamenti significativi che possono influenzare diversi aspetti della loro vita. I ruoli si ridefiniscono, il tempo e l’attenzione reciproca diminuiscono, causando stress e stanchezza. Le nuove priorità legate al bambino influenzano la vita quotidiana, mentre la gestione delle emozioni e la comunicazione diventano essenziali. Anche l’aspetto sessuale può subire variazioni. La coppia affronta nuove prospettive sul futuro, necessitando comprensione reciproca e supporto per superare questa fase di transizione.
In sintesi, la coppia si ritrova a dover affrontare una trasformazione che coinvolge più dimensioni.
- Dimensione psicologica: arriva un “terzo” che si mette inevitabilmente in mezzo ai due partner. C’è allora la necessità di trovare uno spazio mentale oltre che fisico. Da coppia si passa a triade, e i due adulti sono chiamati a farsi carico dell’elemento più debole.
- Dimensione emotiva: la coppia è chiamata a fare i conti con la frustrazione legata alle rinunce personali a favore del nuovo assetto. A tutto ciò si affianca il timore per un’esperienza nuova, sconosciuta e quindi fonte di allerta.
- Dimensione organizzativa: quotidianità e tempo libero devono essere ridefiniti sulla base delle nuove esigenze di cura e crescita del bambino.
I compiti evolutivi dei neogenitori
Con l’arrivo di un figlio, il compito forse più difficile per la coppia è quello di trovare un’integrazione armoniosa dei due stili genitoriali, che possono essere anche molto diversi. Ognuno infatti mette in gioco ciò che gli è stato trasmesso dai genitori e l’idea che ha sviluppato sull’essere genitori. Nella cura del nuovo arrivato emergono allora stili relazionali che entrambi i genitori hanno sperimentato quando erano piccoli.
A questo proposito è particolarmente significativo il tipo di attaccamento sviluppato nella propria famiglia d’origine. L’attaccamento è l’insieme di schemi e aspettative che ognuno sviluppa durante l’infanzia verso le proprie figure di riferimento (genitori, ma anche chiunque si prenda cura di noi). I neogenitori si trovano presto a cercare di armonizzare l’eredità di queste esperienze personali.
Per evitare i conflitti può essere utile:
- Sviluppare buona capacità di ascolto e di empatia (cioè capacità di mettersi nei panni dell’altro):
- Mettersi in gioco ed evitare le prospettive unilaterali. Due visioni differenti della modalità di educare un figlio sono potenzialmente un arricchimento, non un motivo per prevalere sull’altro.
Cosa fare subito dopo la nascita di un figlio?
Avere un figlio comporta una serie di cambiamenti significativi nella vita di una persona. In particolar modo implica una trasformazione dell’identità: da partner si diventa anche madre e padre. Per il benessere della coppia è essenziale che questi due ruoli coesistano, e che uno (partner) non escluda l’altro (madre/padre). Dopo la nascita di un figlio, dunque, è importante adottare alcune strategie per preservare la coppia:
- Comunicazione aperta. Mantenere un dialogo aperto e sincero per esprimere sentimenti, preoccupazioni e aspettative reciproche.
- Condivisione dei compiti. Distribuire equamente le responsabilità legate al neonato, inclusi i compiti domestici e la cura del bambino, per ridurre lo stress e promuovere la collaborazione.
- Tempo di qualità. Trovare momenti dedicati alla coppia, anche brevi, per coltivare la connessione emotiva senza la presenza del bambino.
- Supporto reciproco. Essere comprensivi e solidali, riconoscendo i cambiamenti e le sfide della nuova genitorialità.
- Riconoscimento delle emozioni. Accettare e condividere le emozioni, comprese le paure e le ansie, contribuisce a creare un ambiente di sostegno.
- Ascolto attivo. Prestare attenzione alle esigenze e alle preoccupazioni del partner, favorendo un sostegno emotivo reciproco.
- Flessibilità. Essere flessibili rispetto ai piani e alle aspettative, poiché la gestione del tempo diventa più complessa con l’arrivo di un bambino.
- Cercare aiuto. Non esitare a chiedere aiuto a familiari, amici o professionisti per alleviare la pressione e garantire momenti di riposo.
- Cura personale. Trovare il tempo per prendersi cura di sé stessi, sia individualmente che come coppia, è cruciale per il benessere generale.
- Riconoscimento dei successi. Celebrare i piccoli successi e le gioie quotidiane per mantenere un atteggiamento positivo durante questa fase di transizione.
- Riavvicinamento graduale alla sessualità. Recuperare l’intimità è possibile attraverso coccole, attenzioni, complimenti e, solo in un secondo momento, attraverso il contatto sessuale.
Sciogliere i nodi, preparare il terreno
Perché si è deciso di fare un figlio? Chiederselo è importante perché questa scelta potrebbe emergere da bisogni diversi da quello di generatività, facendo emergere notevoli frustrazioni nell’accudimento dei nuovi arrivati.
Ci sono motivazioni inconsapevoli che portano a desiderare un bambino, e che se non analizzate rischiano di ridurre lo spazio mentale dedicato al figlio.
Ecco alcuni esempi:
- Colmare il senso di solitudine. Il figlio viene utilizzato come sostituto di un amore familiare.
- Trattenere il partner. L’arrivo di un figlio implica una responsabilità nei suoi confronti. Il bambino viene visto come il collante della coppia che, senza il proprio arrivo, si sarebbe sciolta.
- Considerare il figlio come un prolungamento di sé. Con questo meccanismo si proiettano sul bambino i propri bisogni pensando erroneamente che possano rispondere ai bisogni del figlio.
- Adeguarsi agli altri. Si decide di avere un figlio perché gli amici e i coetanei sono diventati genitori.
Come evitare di cadere in queste dinamiche disfunzionali?
È necessario che i due partner abbiano completato il processo di individuazione e separazione. Questo include:
- Separarsi dalle famiglie di origine ed essere autonomi;
- Diventare adulti, sciogliere i propri nodi interiori;
- Stabilire le giuste distanze dai propri genitori e fare spazio alla nuova famiglia;
- Aver condiviso una progettualità di coppia in modo consapevole.
Per affrontare questi passaggi può essere utile ricorrere a un supporto psicologico. Analizzare le dinamiche personali, di coppia e familiari, può aiutare a sgombrare lo spazio interno e renderlo più libero e confortevole per l’arrivo di un figlio.
Qual è l’età giusta per diventare mamma?
L’età giusta per avere un figlio varia da persona a persona e dipende da molteplici fattori. Alcuni aspetti da considerare includono la stabilità finanziaria, la maturità emotiva, la salute fisica e la situazione di coppia. Ecco alcuni punti da tenere in considerazione:
- Stabilità finanziaria. Avere una base finanziaria solida può fornire una sicurezza economica necessaria per sostenere il costo dell’educazione e delle cure mediche del bambino.
- Maturità emotiva. La capacità di gestire lo stress, prendere decisioni ponderate e gestire le emozioni è essenziale per affrontare le sfide della genitorialità.
- Salute fisica. La salute fisica di entrambi i partner è fondamentale per garantire una gravidanza sana e ridurre i rischi per la madre e il bambino.
- Supporto familiare e sociale. Avere una rete di supporto familiare e sociale può alleviare la pressione e fornire assistenza durante la genitorialità.
- Obiettivi di carriera e personali. Considerare se si desidera raggiungere determinati obiettivi di carriera o perseguire interessi personali prima di impegnarsi nella genitorialità.
- Relazione di coppia. Una relazione stabile e sana fornisce una base emotiva solida per accogliere un figlio.
- Cambiamenti nella società. Le norme sociali e culturali possono influenzare le decisioni sull’età in cui avere figli. Alcuni preferiscono iniziare la famiglia in giovane età, mentre altri scelgono di aspettare fino a essere più stabili.
In definitiva, non esiste un’età “giusta” universale, ma piuttosto un momento che rispecchia le circostanze e le scelte personali di ciascuna coppia.
(30 Dicembre 2023)