La gioia: l’emozione positiva che fa vivere più a lungo

La gioia è un'emozione fondamentale per ognuno di noi perché contribuisce a mantenere un equilibrio emotivo e influisce positivamente sulla salute fisica e mentale.

La gioia: l’emozione positiva che fa vivere più a lungo

“Voglio essere felice” è un pensiero che fanno tutti, prima o poi. Ma cosa significa essere felici? E c’è differenza tra gioia e felicità?

In questo articolo analizzeremo in dettaglio l’emozione della gioia e tutte le sue sfaccettature: comprenderne il valore potrebbe essere fondamentale per raggiungere la serenità e, chissà, poter vivere più a lungo.

La gioia in psicologia

In psicologia è largamente condivisa l’ipotesi che esistano sei emozioni di base, universali e presenti in tutte le culture:

La gioia è lo stato di appagamento e felicità che di solito si manifesta quando raggiungiamo obiettivi, vediamo esaudito un desiderio o soddisfatto un bisogno. È caratterizzata da specifici pattern espressivi e fisiologici, come l’accelerazione del battito cardiaco e l’aumento dell’eccitazione.

A cosa serve la gioia?

L’aspetto che rende così attraente e importante la gioia è la sua forza motrice. Questa emozione, infatti, con l’energia e lo stato di attivazione che è in grado di suscitare ci spinge a raggiungere i nostri obiettivi.
Sembra che proprio questo aspetto possa aver condotto l’uomo nel lungo processo di evoluzione della specie.

A supporto di questa ipotesi, alcuni studi hanno rilevato che la soddisfazione e l’appagamento per la conquista di una vittoria contribuiscono ad aumentare l’autoefficacia e la voglia di fare. La psicologa Barbara Fredrickson, professoressa di Psicologia presso l’Università del North Carolina, ha notato che le emozioni positive sembrano in grado di produrre tre importanti conseguenze psicologiche:

  1. Rinforzare le capacità attentive e cognitive, tra cui memoria, creatività e apprendimento;
  2. Favorire la capacità di analisi globale, ovvero l’abilità di vedere non solo “l’albero ma la foresta”, predisponendo a una visione complessiva delle cose;
  3. Migliorare le capacità di resilienza, ovvero l’abilità di far fronte in maniera flessibile alle situazioni di pericolo e di stress, generando maggiore fiducia in se stessi.

In sostanza, la felicità crea un circolo virtuoso: quanto più sperimentiamo emozioni positive, tanto più diventiamo in grado di perseguire i nostri obiettivi e gestire lo stress con successo. Una gestione efficace dello stress contribuisce al nostro benessere psicofisico, generando nuovamente delle emozioni positive.. e il ciclo si ripete.

Lunga vita…alla gioia

Grazie agli studi condotti sulle emozioni positive, si è capito che gioia e felicità influiscono sulla salute mentale e la longevità. Al contrario, la percezione di non riuscire a controllare lo stress e i sentimenti di ostilità verso gli altri sarebbero correlati a un minore benessere generale. 

Uno studio condotto negli anni trenta sembra essere pioniere di questa importante scoperta.  In sintesi, venne chiesto a un gruppo di giovani suore (gruppo omogeneo per stile di vita e alimentazione) di scrivere una breve autobiografia. Questi scritti sono stati analizzati di recente, considerando il tipo di emozioni espresse dalle autrici. Ciò che ne è emerso è stata una forte correlazione tra l’ammontare delle emozioni positive e la longevità delle suore.

Il 90 per cento delle suore che avevano espresso emozioni più positive erano ancora vive all’età di 85 anni, mentre solo una su tre di quelle che aveva espresso un minor numero di emozioni positive lo erano. Dunque, anche se non esiste una regola universale o una formula magica per essere felici, gli studi sembrano convergere sull’idea che sperimentare emozioni positive faccia bene e aiuti a vivere più a lungo.

Come si può descrivere la gioia?

La gioia può essere descritta e compresa attraverso una serie di segni unici e distintivi:

  • il sorriso: è l’unica emozione capace di generare questo gesto corporeo che coinvolge sia i muscoli facciali che gli occhi contemporaneamente
  • la fugacità: si sperimenta spesso in anticipo rispetto all’evento che la genera e, allo stesso modo, tende a svanire col passare del tempo. Si tratta di un emozione in grado di soddisfare i desideri e i bisogni fondamentali dell’individuo, portando con sé un profondo senso di piacere e di esaltazione per le cose buone che accadono nella vita.
  • la sua capacità di stimolare la flessibilità mentale e l’adattamento, permettendo all’individuo di interagire in modo creativo con l’ambiente circostante.
  • il suo impatto sulla percezione visiva: quando siamo pieni di gioia, sembra che i colori intorno a noi diventino più brillanti e vividi. Inoltre, tale emozione contrasta efficacemente le emozioni negative, permettendoci di affrontare le circostanze più difficili con un atteggiamento positivo.

La gioia, infine, offre una prospettiva diversa sulla vita, indipendentemente da quanto le situazioni possano essere complesse o dolorose.

Qual’è la differenza tra gioia e felicità?

Distinguere in modo chiaro gioia e felicità non è un lavoro semplice. Spesso infatti questi termini vengono utilizzati come sinonimi o considerati come intercambiabili (alla felicità abbiamo dedicato qualche tempo fa un dossier, lo potete leggere qui).

Entrano in gioco molti altri fattori, tra cui quelli culturali o di significato personale. Daniel Kahneman e Jason Riis, rispettivamente professore e ricercatore di Psicologia presso la Princeton University, hanno distinto due dimensioni della felicità: quella esperienziale e quella valutativa.

La prima comprende condizioni psicologiche transitorie, quali emozioni positive brevi, legate a situazioni contingenti di benessere e gratificazione. La seconda include invece valutazioni globali, come ad esempio la percezione della qualità di vita e di autonomia, quella di controllo delle proprie azioni e decisioni e per tale ragione riguarda sensazioni più persistenti e durature.

Antonella delle Fave, docente di Psicologia generale presso l’Università di Milano, ha voluto vedere in questa distinzione l’elemento discriminatorio tra gioia e felicità: la prima è una condizione transitoria di breve durata, un’emozione del momento, mentre la seconda è più stabile e duratura, spesso influenzata da fattori esterni.

Cos’altro non è la gioia?

Un’altra emozione diversa dalla gioia, ma per certi versi simile, è l’euforia. Questa si trova “un gradino sopra” in termini di intensità e attivazione fisiologica e psicologica.

Esperienze di questo genere si possono sperimentare a seguito di episodi di successo, o anche nell’innamoramento o dopo l’assunzione di sostanze eccitanti o farmaci. Per peculiari caratteristiche individuali, poi, può avvenire che si possa rimanere in questo stato per un tempo prolungato e la persona faccia fatica a “scalare la marcia”. L’elevato stato di eccitazione può ostacolare la capacità di svolgere le consuete attività quotidiane. In tale circostanza, può risultare benefico indagare i significati psicologici che si celano dietro questa condizione.

 

Come sperimentare più emozioni positive

Secondo le ricerche condotte da autorevoli professori e psicologi, è possibile sperimentare la gioia e imparare a essere felici introducendo piccoli ma significativi cambiamenti nella propria vita. Di seguito alcune azioni concrete che potrebbero favorire l’esperienza di emozioni positive.

  1. Trascorrere più tempo con altre persone. Numerosi studi suggeriscono che molto tempo in solitudine può risultare dannoso per l’umore e incentivare l’isolamento (ne abbiamo parlato anche qui). La professoressa Laurie Santos dell’Università di Yale consiglia di privilegiare i momenti di interazione con amici o persone a noi care. Le ricerche mostrano infatti che singole azioni in questa direzione possono contribuire a migliorare l’umore più di quanto si possa pensare
  2. Osservare tutto ciò per cui ci si sente grati. Gli studi mettono in luce che le persone grate sembrano anche più felici
  3. Prestare attenzione alla qualità del sonno. Per la salute e il buon umore è importante in particolare la qualità del sonno, piuttosto che la sua quantità
  4. Dedicare qualche minuto al giorno alla meditazione. Solo 10 minuti al giorno di meditazione sembrano migliorare sensibilmente il nostro stato d’animo
  5. Cercare di fare almeno dieci minuti di esercizio fisico al giorno. L’esercizio fisico aiuta a rilassarsifavorisce il rilascio di endorfine, le sostanze responsabili del buonumore

Per concludere, è importante ricordare che il sorriso è contagioso, favorisce un clima relazionale positivo e contribuisce a gestire con maggiore efficacia anche le situazioni più complesse.