Il processo relazionale di cura che intercorre tra genitori e bambini può essere definito parenting.
Il significato del termine parenting, traducibile con ruolo genitoriale, non deve però essere inteso come univoco e dato una volta per tutte. Al contrario, indica una funzione, piuttosto un insieme di funzioni che si sviluppano nel corso del tempo, a partire dalla nascita di un figlio. Gli stili genitoriali, quindi le modalità con le quali un figlio viene accompagnato alla crescita, possono inoltre essere diverse.
La dottoressa Martina La Greca, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino specializzata nel trattamento dell’età evolutiva, spiega quali sono le caratteristiche del parenting, cosa si intende per genitorialità e in cosa consistono le cure genitoriali.
Cosa si intende per parenting?
Il termine parenting può essere inteso su diversi livelli. Un primo è dato dalle competenze genitoriali, e dalle concrete azioni intraprese per la cura dei propri figli, azioni che riguardano la sfera educativa, l’alimentazione, il sostegno nello sviluppo dell’identità e della autonomia dei figli, la loro capacità di comunicare.
Allo stesso tempo, genitorialità vuol dire anche l’insieme di processi psichici grazie al quale i due partner della coppia diventano genitori, indica lo spazio interiore che accoglie il figlio appena arrivato, o sul punto di arrivare. Lo stesso spazio che accoglie l’idea di essere diventato padre o madre.
Quanti sono gli stili genitoriali?
Il punto di vista della psicologia racconta l’esistenza di diversi stili genitoriali. Nel 1983, in uno studio intitolato “Il ruolo genitoriale nella socializzazione dei bambini” Eleanor Maccoby e John Martin identificarono quattro diversi stili genitoriali: indulgente, autoritario, autorevole e disimpegnato.
Il primo stile è caratterizzato dall’essere genitori permissivi che non forniscono orientamenti chiari e concedono eccessiva libertà senza regole precise. L’approccio autoritario, invece, si manifesta attraverso un controllo rigoroso e dettagliate istruzioni sul comportamento del bambino, con aspettative talvolta irrealistiche.
Il genitore autorevole, al contrario, adotta un approccio che combina fermezza con assenza di punizioni, fornendo indicazioni chiare e comprensibili sul comportamento desiderato. Infine, il genitore disimpegnato non offre il necessario sostegno al bambino, trascura i suoi bisogni e non controlla le sue azioni.
Il parenting inteso come funzione
Il parenting è stato studiato anche come funzione genitoriale. E in questa ottica, Bornstein analizza le attività dei genitori nei vari ambiti di sviluppo come autonomia, apprendimento e relazioni sociali.
Un approccio simile è proposto da Visentini nel suo studio Definizione e funzioni della genitorialità, nel quale il ruolo genitoriale viene definito in termini di scopi psico-sociali dell’accudimento, basandosi su teorie psicologiche e relazioni familiari, identificando dodici funzioni genitoriali, dalle quali si indicano la funzione protettiva, affettiva, emotiva, normativa e predittiva, che consiste nella capacità del genitore di anticipare la successiva e vicina tappa evolutiva.
Ci sono poi la funzione rappresentativa, ovvero l’insieme delle interazioni concrete che si hanno con il bambino, la funzione significante, per mezzo della quale il bambino si avvicina alla costruzione di senso, e la funzione triadica, che vede entrambi i genitori in una alleanza reciproca nella cura del piccolo.
Cosa prevede la genitorialità?
La genitorialità prevede quindi un insieme complesso di responsabilità e azioni mirate a sostenere la crescita e lo sviluppo sano dei figli. Azioni quali fornire un ambiente sicuro e amorevole, nutrire fisicamente ed emotivamente, instillare valori e princìpi, e incoraggiare autonomia e autostima.
I genitori devono essere guida, modello di comportamento, e dovrebbero essere in grado di fornire orientamento in ambito educativo, sociale ed emotivo. Tutto questo implica anche un ascolto attivo, l’empatia e la gestione amorevole dei conflitti, rimanendo coerenti con le regole date al bambino ed essendo esempio in prima istanza.
La coppia genitoriale dovrebbe sostenere l’apprendimento attraverso una interazione che sia di stimolo, risolvendo problemi, coltivando la curiosità e l’intelligenza emotiva dei bambini. A tal proposito, risulta fondamentale la funzione riflessiva genitoriale, elaborata da Gottman nel 1996, intesa come capacità del genitore di pensare e rispondere alle emozioni proprie e del figlio, favorendo la mentalizzazione. La funzione riflessiva è inoltre correlata allo stile di attaccamento, favorendo la strutturazione di un attaccamento di tipo sicuro.
In estrema sintesi, la genitorialità si traduce in un sostegno costante, fatto di ascolto, rispetto e amore, elementi fondamentali per uno sviluppo sano e per il futuro benessere del bambino.
(30 Ottobre 2023)