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Alla ricerca del reality shifting: cos’è e come si pratica

Il reality shifting è una pratica che si è diffusa enormemente tra i più giovani attraverso i social. Consiste in una forma di sogno lucido o viaggio mentale, attraverso cui rifugiarsi in un mondo immaginario che risponde alle proprie aspettative. Vediamo di cosa si tratta.

Alla ricerca del reality shifting: cos’è e come si pratica

Reality shifting è un termine inglese che significa letteralmente “spostamento della realtà”.

Indica una sorta di sogno lucido, o fantasia intensa, che viene praticato immaginando e visualizzando, attraverso la sola forza della mente, mondi e situazioni di cui si desidera fare esperienza in prima persona. Alcuni sostengono che sia un metodo per viaggiare in universi paralleli o realtà alternative.

Il dottor Daniele Cavadini, psicologo e psicoterapeuta del Santagostino, ci spiega in cosa consiste il reality shifting, che significa e che valore ha questa pratica tra i più giovani.

Cos’è il reality shifting?

Per reality shifting si intende una pratica volta a fare esperienza di uno scenario immaginato, sufficientemente ricco di dettagli sensoriali e narrativi da dare la sensazione di essere davvero lì. 

Nelle sue caratteristiche essenziali, al di là del nome suggestivo che gli è stato dato, assomiglia molto a tecniche immaginative talvolta utilizzate anche in contesti di psicoterapia

In altre parole, il reality shifting si può definire una forma di visualizzazione mentale, attraverso cui accedere alla realtà desiderata, dove visitare luoghi mai esplorati, vivere esperienze alternative, e anche interagire con personaggi d’invenzione. 

La pratica si è grandemente diffusa attraverso i canali social (TikTok, Instagram), dove, in una serie praticamente infinita di video, adolescenti e giovani adulti documentano le loro esperienze di shifting. Che si tratti di mondi fantastici come quello di Harry Potter, o di incontrare i propri idoli musicali, i racconti parlano di esperienze appaganti, che vengono vissute come un rifugio sicuro. 

Come si pratica lo shifting?

Esistono vari metodi, più o meno articolati, per praticare il reality shifting e favorire l’accesso a un’esperienza immaginativa realistica. 

Un elemento comune riguarda la preparazione dello scenario, che dev’essere quanto più dettagliato possibile, sia nell’ambientazione che nelle caratteristiche identitarie di sé e dei personaggi che la popolano. 

L’altro elemento comune è la preparazione dello stato mentale e fisico con cui “accedere” all’esperienza immaginativa. Questo è caratterizzato da condizioni di rilassamento, calma, svuotamento della mente da altri pensieri e indirizzamento dell’attenzione allo scenario che si intende evocare.

L’accesso in sé viene favorito da passaggi narrativi metaforici come un viaggio in treno, seguire un personaggio, un conto alla rovescia.

Cosa comporta questa pratica?

Questa pratica comporta una sorta di spostamento dei sistemi di riferimento interni, dei processi percettivi e attentivi, dalla realtà circostante a un mondo di immaginazione in cui immedesimarsi. 

Una differenza evidente rispetto a ciò che avviene in modo analogo con la lettura di un libro, guardando un film o una serie, giocando a un videogioco, è che la persona che sta sperimentando il reality shifting ha un ruolo creativo totale nella sua produzione. Utilizza le informazioni contenute nella propria memoria a lungo termine piuttosto che passare principalmente attraverso mediatori esterni.

Perché i ragazzi fanno reality shifting?

Ciascuno può trovare, quando sceglie di praticare il reality shifting, la migliore risposta a un proprio bisogno interno. Spesso sono ragioni paragonabili a quelle che ci spingono a cercare qualsiasi altro spazio di evasione e svago rispetto alle difficoltà che incontriamo nelle nostre giornate. 

C’è chi, semplicemente, apprezza maggiormente un tipo di esperienza basata sull’utilizzo della fantasia e delle proprie risorse immaginative, piuttosto che limitarsi a fruire di realtà alternative “preconfezionate”, come possono essere le serie tv o i videogiochi. 

L’adolescenza è un periodo della vita in cui le spinte esplorative predispongono alla ricerca di esperienze nuove e stimolanti, tanto verso l’esterno quanto verso il proprio mondo interiore. Il reality shifting ha le giuste caratteristiche per risultare attrattivo in tal senso.

Ci sono rischi?

Non esistono a oggi studi che forniscano dati scientifici al riguardo. Pertanto è possibile ipotizzare eventuali rischi, confrontando questo tipo di esperienza con altre analoghe, oltre che sull’esperienza clinica. 

Un suo utilizzo massiccio, in termini di frequenza e tempo dedicato, potrebbe in alcuni casi rendere il reality shifting una fuga dal confronto con il mondo e con gli altri, riducendo la propria capacità di adattamento sociale ed emotivo. Questo può avvenire soprattutto quando lo shifting diventa il principale canale attraverso cui si cerca di rispondere a bisogni complessi.

Inoltre, se esiste una predisposizione, questa potrebbe favorire l’attivazione di fenomeni dissociativi disfunzionali o lo sviluppo di una dipendenza dagli stati emotivi che si producono durante le esperienze di reality shifting.

In tutti questi casi, gli effetti in termini di sofferenza soggettiva o di compromissione del funzionamento in altre aree della vita dovrebbero diventare segnali da monitorare.