I social network ci fanno davvero sentire meno soli?

Cosa dice la ricerca riguardo agli effetti dei social network sulle nostre relazioni e capacità sociali.

I social network ci fanno davvero sentire meno soli?

I social sono ormai parte integrante dei nostri rapporti umani ed è difficile immaginare la nostra quotidianità senza. Ma come influenzano davvero le nostre relazioni? Ci fanno sentire più o meno soli? La ricerca non dà ancora risposte chiare: da una parte si sottolinea la cattiva qualità delle relazioni virtuali, dall’altra si valorizza l’utilità dello strumento per arricchire le modalità di connessione con gli altri.  

A fronte della pervasività con cui i social sono entrati a far parte della nostra vita (cosa faremmo alla fermata dell’autobus nell’attesa? come potremmo condividere le foto delle vacanze con i nostri amici? come essere informati degli eventi presenti nella nostra città?) viene spontaneo interrogarsi su come abbiano modificato il nostro modo di pensare, di sentire e di stare con l’altro. Cosa dice la ricerca a questo riguardo? 

Perché utilizziamo i social network?

Nel 2017, i dati parlano di un uso dei social network in Italia da parte del 52 per cento della popolazione e, a livello globale, da parte di 2,8 miliardi di utenti (più di un terzo della popolazione mondiale).

La ricerca ha evidenziato cinque motivazioni principali che ci spingono all’uso della comunicazione online:

  1. mantenere relazioni e rimanere sempre in contatto con i propri amici e familiari
  2. incontrare e conoscere persone nuove
  3. compensare eventuali difficoltà di relazione e comunicazione presenti nei rapporti offline
  4. essere parte di un gruppo sociale e di una comunità
  5. divertirsi.

Quattro motivazioni su cinque hanno una natura strettamente relazionale e interpersonale. Le relazioni sono sempre state e si confermano una delle principali spinte che sorreggono le nostre scelte e le nostre azioni, incluso l’uso dei social network.

Ma i social ci rendono davvero meno soli?

I social danno per definizione la sensazione di essere “in contatto” e di essere “sociali”. Sembrano, di fatto, inserirsi nei nostri spazi di solitudine, riducendola. Ma è davvero autentica questa percezione? O alla lunga, i social peggiorano la nostra capacità di creare legami intimi e autentici?

Durante il suo discorso per la vittoria del premio Hamingway 2014, Zygmunt Bauman, sociologo polacco, ha affermatoMark Zuckerberg ha capitalizzato 50 miliardi di dollari puntando sulla nostra paura di essere da soli, ed ecco Facebook“. E ha aggiunto “usando questi social mi metto in una cassa di risonanza, dove mi aspetto che tutti mi diano ragione. È una sorta di stanza degli specchi in cui non ci si confronta, non ci si espone realmente al dialogo che, invece, presuppone che io voglia espormi a qualcuno che la pensa in modo diverso, correndo anche il rischio di essere messo in discussione e di avere torto”.

I pro dei social network

È innegabile che i social abbiano consentito un abbattimento dei confini spazio-temporali: grazie a Facebook è diventato possibile recuperare amicizie perdute da tempo o lontane, ricontattare vecchi compagni di scuola, conoscere persone nuove senza dover uscire di casa.

I social ci aiutano a rimanere costantemente in contatto con i nostri amici, a organizzare un evento, a condividere momenti della nostra vita e a essere sempre aggiornati sulla vita altrui. Ci sostengono nel portare avanti cause umanitarie o a diffondere una petizione, promuovere eventi sociali o la propria attività lavorativa, scambiare opinioni politiche, discutere di cronaca, sentirci parte di una comunità.

Per i più timidi, i social facilitano la rivelazione di aspetti intimi di sé e consentono di mostrarsi all’altro senza il timore, talvolta presente nelle interazioni faccia a faccia, di dire la cosa sbagliata, di non essere sufficientemente attraenti o di risultare goffi e impacciati. Ciò facilita gli approcci, le nuove conoscenze e offre occasioni che la vita reale non sempre garantisce.

I contro dei social network

Attraverso internet però i rapporti umani assumono inevitabilmente una nuova forma: più semplice e accessibile ma, allo stesso tempo, più indiretta e mediata di quella a cui erano abituati i nostri nonni. Il corpo e la comunicazione non verbale trovano minore spazio e se ciò, da un lato, semplifica le relazioni, dall’altro le priva di una dimensione fondamentale di vicinanza e contatto autentico.

Inoltre, osservare la vita altrui attraverso i social può generare distorsioni e farci sentire meno realizzati e felici degli altri. I social ci offrono tanto la possibilità di accedere in maniera semplice alla socialità quanto di averne una visione distorta, ostacolando quindi un successivo accesso ad una socialità “fisica” e la possibilità di presentarci agli altri con i nostri difetti, con le nostre difficoltà e con i nostri momenti bui.

Cosa dice la ricerca?

Una ricerca pubblicata nel 2011, trova le possibili risposte a queste domande in due teorie predominanti in letteratura sull’uso dei social nei giovani: la teoria del Disimpegno e la teoria della Stimolazione.

La teoria del Disimpegno si fa portavoce delle conseguenze negative che i mezzi di comunicazione online hanno sul benessere psicologico: da un lato, sottraggono tempo che potrebbe essere dedicato ad amicizie “reali”, dall’altro, stimolano la tendenza dei ragazzi a intrattenere relazioni con sconosciuti, di breve durata e non emotivamente significative.

La teoria della Stimolazione, al contrario, sostiene che la comunicazione online permetta di arricchire il contesto relazionale e rappresenti un’opportunità di crescita e adattamento sociale. Tale teoria è sostenuta da ricerche che mostrano come i social e le applicazioni di instant messaging come Messenger o WhatsApp favoriscano la qualità delle relazioni interpersonali dei giovani. Inoltre, ulteriori ricerche hanno messo in evidenza come il mondo online possa, talvolta, configurarsi come trampolino di lancio per il mondo offline e rappresentare uno strumento che consente di consolidare le relazioni amicali già esistenti. Nel 2006 Amichai-Hamburger e McKenna scrivevano “Internet ha un enorme potenziale per creare contatti sociali effettivi. Le sue caratteristiche uniche costituiscono un’ottima base: permette, per esempio, di creare un ambiente sicuro, diminuire l’ansia, ridurre le distanze geografiche, contenere notevolmente i costi e favorire il contatto intimo e la cooperazione“.

In generale, sembrerebbe che gli effetti dell’uso dei social dipendano da diversi fattori, fra cui le caratteristiche di personalità. Per esempio, sembrerebbe che le persone estroverse utilizzino i social network per migliorare ulteriormente la loro rete sociale, mentre gli introversi li utilizzino per compensare le loro difficoltà relazionali trovando supporto e compagnia.