La terapia metacognitiva (Metacognitive Therapy o MCT) rappresenta un approccio innovativo nel campo della psicoterapia, che si focalizza sulla metacognizione, ovvero il modo in cui pensiamo, valutiamo e reagiamo ai nostri pensieri e alle nostre emozioni.
A differenza delle terapie tradizionali, la MCT non si concentra esclusivamente sul contenuto dei pensieri, bensì sul processo di pensiero in sé. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sia la terapia metacognitiva, come funziona, e come può aiutare le persone a gestire i disturbi psicologici.
Che cosa vuol dire metacognitivo?
Prima di approfondire le caratteristiche della terapia metacognitiva, è bene soffermarsi sul termine “metacognitivo”, per comprenderne meglio il significato e le implicazioni. “Metacognitivo” deriva dalla combinazione di due parole: meta, che significa “oltre” o “al di sopra,” e cognitivo, che si riferisce al pensiero e ai processi mentali. In termini semplici, la metacognizione si riferisce alla capacità di pensare in modo riflessivo a come pensiamo. È il processo attraverso il quale monitoriamo e valutiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni.
La metacognizione si compone di tre elementi:
- credenze metacognitive
- esperienze metacognitive
- strategie metacognitive
Quando si usa la metacognizione? Perché è importante?
La metacognizione è una parte intrinseca della nostra esperienza quotidiana. La usiamo costantemente, spesso senza nemmeno rendercene conto. Ecco alcuni esempi di situazioni in cui entra in gioco:
- decisioni quotidiane: quando prendiamo decisioni, valutiamo i nostri pensieri, le nostre preferenze e i nostri obiettivi
- apprendimento: quando impariamo qualcosa di nuovo, utilizziamo la metacognizione per monitorare il nostro livello di comprensione e per decidere se abbiamo bisogno di rivedere o approfondire un argomento
- emozioni: la metacognizione è fondamentale anche nella gestione delle emozioni. Ci aiuta a riconoscerle e a valutare come rispondere in modo appropriato ad esse
- difficoltà: quando affrontiamo un problema, utilizziamo la metacognizione per pianificare e valutare le nostre strategie per risolverlo
La metacognizione è importante perché ci aiuta a sviluppare un senso di consapevolezza di noi stessi e delle nostre esperienze mentali. Ci permette di guardare oltre il contenuto dei nostri pensieri, e di concentrarci invece sul “come” reagiamo a questi pensieri. Quando comprendiamo come funzionano i nostri processi di pensiero e come influenzano le nostre emozioni e il nostro comportamento, possiamo prendere decisioni più ponderate e sviluppare strategie efficaci per affrontare le sfide della vita.
Che cos’è la terapia metacognitiva?
La terapia metacognitiva è una metodologia terapeutica sviluppata da Adrian Wells sulla base di un modello creato dallo stesso Wells con Gerald Matthews. Questo approccio terapeutico si basa sull’idea fondamentale che i disturbi psicologici siano influenzati dalla metacognizione.
Diversamente dalle terapie cognitive, come la terapia cognitivo-comportamentale, che si concentrano sul contenuto dei pensieri, la MCT pone l’attenzione su come pensiamo a noi stessi, agli eventi e al mondo che ci circonda. In altre parole, non è tanto ciò che pensiamo (il contenuto del pensiero) a essere cruciale, quanto il modo in cui pensiamo (il processo di pensiero) a influenzare la nostra salute mentale.
In questa prospettiva, la sofferenza emotiva e i modelli di pensiero disfunzionali sono il risultato del “come” affrontiamo i nostri pensieri ed emozioni. Nella terapia metacognitiva, il terapeuta lavora con il paziente per esplorare e modificare i processi metacognitivi che contribuiscono ai suoi disturbi psicologici. Per esempio, nel caso di disturbi d’ansia o depressivi, quel ciclo di autovalutazioni negative che alimenta schemi di pensiero disfunzionali dentro i quali restano intrappolate le persone. Questi schemi dipendono dai fattori interni della metacognizione: credenze, esperienze e strategie metacognitive.
Nella terapia metacognitiva, il terapeuta, invece di confutare la veridicità delle credenze dei pazienti, aiuta il paziente a sviluppare un modo diverso di gestire i pensieri, modificando le dinamiche metacognitive controproducenti.
Terapia metacognitiva interpersonale
La terapia metacognitiva interpersonale (TMI) è un modello di psicoterapia sviluppato nella seconda metà degli anni Novanta con lo scopo di applicare i principi della terapia metacognitiva ai pazienti con disturbi di personalità. Questo nuovo approccio è nato dall’esigenza di trovare strumenti terapeutici efficaci per il trattamento di questi pazienti che, poiché incapaci di riflettere sui propri stati mentali, avevano difficoltà a identificare i pensieri e le emozioni che provavano. Queste difficoltà impedivano ai terapeuti di applicare le tradizionali tecniche di terapia cognitiva standard.
Come funziona la terapia metacognitiva?
La terapia metacognitiva si basa su un modello denominato Self-Regulatory Executive model (S-REF, modello di autoregolazione delle funzioni esecutive), che spiega i processi mentali coinvolti nei disturbi emotivi in relazione a tre livelli di cognizione:
- un livello di elaborazione automatica degli stimoli, perlopiù al di fuori della sfera della consapevolezza
- un livello di valutazione degli eventi sulla base di processi cognitivi consapevoli
- un livello di credenze metacognitive
Il processo terapeutico inizia con una valutazione approfondita dei pensieri e delle credenze del paziente. Una delle componenti centrali della terapia metacognitiva è il concetto di Cognitive Attentional Syndrome (CAS), che si riferisce a un insieme di processi di elaborazione dell’informazione che includono preoccupazioni e rimuginio eccessivo, bias attentivi e strategie di coping disfunzionali. Questi processi contribuiscono al mantenimento dei disturbi psicologici. Durante la terapia metacognitiva, il terapeuta lavora per identificare e modificare il CAS del paziente.
L’obiettivo ultimo è aiutare il paziente a cambiare la propria reazione alle preoccupazioni, sviluppando un modello di risposta ai pensieri e alle emozioni più funzionali. Ciò significa imparare a prendere le distanze dai propri pensieri, esaminare le credenze metacognitive in modo critico, così da ridurre la loro influenza sulla propria salute mentale.
Durante la terapia metacognitiva, vengono utilizzate diverse tecniche per aiutare i pazienti a modificare il CAS e i processi coinvolti. Tra queste vi sono:
- la Detached Mindfulness (DM), il training attentivo (ATT) e la rifocalizzazione situazionale dell’attenzione (SAR) per agire sul CAS
- il dialogo socratico metacognitivo, volto a identificare il CAS del paziente e confutare le credenze metacognitive negative
L’efficacia dell’approccio metacognitivo è comprovato da numerosi studi che ne hanno confermato i risultati nel trattamento di numerosi disturbi clinici quali:
- disturbo d’ansia generalizzato
- disturbo depressivo maggiore
- fobia sociale
- disturbo da stress post traumatico
- disturbo ossessivo compulsivo