Vivere nel passato è un’attitudine che accomuna diverse persone, ma può diventare un comportamento patologico nel momento in cui si rimane ancorati ad un qualcosa che non c’è più e che ci impedisce di andare avanti.
Il passato è un bagaglio di esperienze e vissuti che hanno definito la nostra identità e ciò che siamo oggi. Può essere fisiologico riviverlo, anche con nostalgia, a patto che non diventi un ostacolo capace di far perdere di vista il presente.
Come fare, quindi, ad evitare che il passato ostacoli la propria crescita e la possibilità di guardare avanti? In questo articolo proveremo a dare una risposta.
Cosa vuol dire vivere nel passato?
Vivere nel passato vuol dire mettere in secondo piano il presente e rimanere ancorati ad un qualcosa che non esiste più. Significa rimuginare su aspetti della nostra esistenza che non possono più essere cambiati. Ostinarsi a tornarci con la memoria porta a sprecare significative energie mentali che potrebbero essere investite diversamente.
In questo senso, vivere nel passato è come una catena che ci impedisce di andare avanti, ostacola la nostra crescita, facendoci perdere interesse verso ciò che potrebbe ancora succedere nella nostra vita.
La nostalgia è certamente un sentimento che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita, ma non deve degenerare nell’ossessione che spinge una persona a tornare continuamente indietro.
Esistono alcuni comportamenti che possono indicare che il proprio vivere nel passato rischia di diventare patologico. Un primo segnale ad esempio può essere la monopolizzazione di pensieri e conversazione da parte del passato. Si pensa costantemente a ciò che è stato, alle persone che non ci sono più o alle esperienze che si sono concluse e non possono più essere ripetute.
In molti casi, il passato ha un fascino ancora maggiore in quanto viene idealizzato. Si rimugina su episodi, dettagli, al punto che il ricordo si trasforma in ossessione.
La conseguenza, molto spesso, è che si rimane bloccati anche di fronte alle opportunità che ci si presentano di fronte, in quanto si è restii a emanciparsi dalla zona di comfort rappresentata dal passato.
Perché si pensa sempre al passato?
Il meccanismo più comune è quello di trasformare il passato nel proprio presente. La vita di ogni giorno, di conseguenza, si affronta in modo passivo.
I motivi per assumere un simile atteggiamento sono i più disparati. Sicuramente, una buona fetta delle ragioni per cui certe persone non riescono ad emanciparsi dal proprio motivo è di tipo sentimentale. Ad esempio, un amore finito da cui non ci si riesce a staccare.
Nel passato, poi, si può ricercare un particolare status che, per vari motivi, non si possiede più.
Anche un evento traumatico può spingere una persona a rimanere ancorata al passato e a ritornare con la memoria a quel particolare evento.
Come fare per non vivere nel passato?
Essere bloccati con la mente nel passato e non riuscire ad andare avanti è chiaramente una condizione reversibile. Ma bisogna lavorare su se stessi per cercare di superare questa impasse. D’altronde il passato, come abbiamo detto, ha costruito le persone che siamo oggi, costituisce parte della nostra identità e certamente non va rinnegato.
Quello che, però, bisogna evitare è di precludersi il futuro, le nuove esperienze e conoscenze per la paura dell’ignoto e per il timore determinato dalla necessità di abbandonare la propria zona di comfort.
Molto spesso è anche la paura di sbagliare che impedisce di andare avanti, a fronte di un passato che, al contrario, conosciamo bene e che abbiamo la sensazione ci dia più certezze e garanzie.
Bisogna cambiare prospettiva e considerare che l’errore fa parte della natura umana e può rappresentare un’occasione di crescita. Cosa che non può presentarsi rimanendo ancorati al passato.
Se, poi, ci si rende conto di non essere in grado, da soli, di superare questa condizione, potrebbe anche essere utile rivolgersi ad uno specialista e intraprendere un percorso psicoterapeutico, volto ad individuare le cause del proprio disagio, a provare a risolverle e superarle.
(19 Aprile 2023)