Il termine “adolescenza”, dal latino adolescere, ovvero ‘crescere’, ‘svilupparsi’, ‘diventare adulto’, identifica il periodo di transizione dall’infanzia verso l’età adulta. Una fase densa di cambiamenti fisici, psicologici e sociali, fondamentale nella vita di ciascuno.
Sull’adolescenza sono stati versati fiumi d’inchiostro, e questa vastità di contenuti e pubblicazioni riflette la ricchezza e la complessità dei temi legati a questo delicato periodo.
Quando inizia e quando finisce? Cosa significa essere un adolescente? Che cosa accade nel corpo e nella mente di ragazze e ragazzi? Cosa possono fare i genitori?
L’articolo risponde a queste domande, e fornisce alcune linee guida per questa complessa fase di vita.
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Che cos’è l’adolescenza?
L’adolescenza è un periodo di transizione dall’infanzia verso l’età adulta, durante il quale si attraversano numerosi cambiamenti nel corpo e nella mente, ci si trova a dover strutturare una propria identità, e si acquisiscono nuovi ruoli e responsabilità sociali.
Si presenta dunque come un concetto dinamico, in costante evoluzione, come sottolineato da Alexa C. Curtis in un contributo per la rivista Journal of Adolescent and Family Health, meglio comprensibile se si considerano le sue tre dimensioni specifiche:
- biologica
- psicologica
- socioculturale.
Questi livelli sono fortemente interconnessi. L’aspetto ormonale influenza il piano fisico, il quale agisce sul vissuto psicologico e di identità, che a sua volta ha un impatto sulle modalità di stare in famiglia, nel gruppo di pari e nel contesto sociale.
Quali sono gli anni dell’adolescenza?
Per convenzione si considera l’adolescenza il periodo tra i 10 e i 18 anni. A seconda delle fonti, il range di riferimento varia sino a riguardare l’arco compreso tra i 9 e 26 anni.
L’inizio dell’adolescenza coincide con lo sviluppo puberale, che prende l’avvio quando l’organismo comincia a rilasciare gli ormoni che trasformeranno il corpo. Ci sono alcune differenze tra maschi e femmine:
- nelle femmine i cambiamenti corporei iniziano in media tra i 10 e i 12 anni. L’esordio è segnato dal menarca (la prima mestruazione), un importante indicatore della pubertà fisiologica. La maturità puberale non arriva a compimento con il menarca, ma può richiedere fisiologicamente altri 2 o 3 anni
- nei maschi i cambiamenti si verificano tra i 12 e i 14 anni. La pubertà inizia intorno agli 11 anni e mezzo – ma con una grande variabilità tra gli individui – con segni come aumento del volume testicolare, crescita dei peli sul volto, sulle ascelle e sul pube, cambiamenti nella voce e nella statura.
E quando finisce?
Sulla fine dell’adolescenza sembra esserci meno accordo. Per alcuni, l’adolescenza finisce verso i 19 anni, poco dopo il compimento della maggiore età. Secondo altri invece si protrae fino ai 25 anni circa, per lasciare quindi spazio alla fase del cosiddetto giovane adulto.
Lo sviluppo fisico in effetti non si arresta in modo improvviso a 18 anni. Le trasformazioni sociali, inoltre, insieme a una maggiore aspettativa di vita, hanno posticipato l’ingresso nell’età adulta e nel mondo del lavoro, dilatando anche la fase adolescenziale.
Diventare grandi: il corpo
Un tema fondamentale dell’adolescenza, come accennato, riguarda il corpo e le sue implicazioni, fisiche come emotive e psicologiche. In questa fase, più che in altri periodi della vita, il corpo è infatti uno strumento e come tale viene utilizzato per esprimere sé stessi e le proprie emozioni. Ecco allora che il corpo diventa un modo per raccontarsi e sperimentare il proprio nuovo Io: dal colore al taglio dei capelli al trucco fino all’abbigliamento.
Oltre a questo aspetto c’è una nuova dimensione, quella della sessualità. Il corpo dell’adolescente vive una nuova realtà, fatta di trasformazioni e stati di eccitazione non sempre vissuti positivamente. Il fisico sessualizzato mette l’adolescente davanti a nuove sfide tra cui l’idea di generatività, e alle responsabilità che questa comporta.
Se poi si pensa, per esempio, alle componenti di impulsività tipiche dell’età puberale, l’aspetto della sessualità risulta particolarmente delicato. L’agire prima di riflettere comporta per l’adolescente il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. Risulta dunque estremamente importante educare gli adolescenti alla sessualità, senza tabù.
Ma un altro aspetto essenziale legato al corpo in adolescenza è la difficoltà di accettarlo. I cambiamenti fisici della pubertà spesso non sono semplici da assimilare, e il corpo si trasforma così in un mezzo per esternare questo disagio.
Per l’adolescente, l’attacco al corpo può diventare un modo di gestire e comunicare stati d’animo ed emozioni complesse. Gesti di autolesionismo, consumo eccessivo di alcol e sostanze o disturbi alimentari possono rappresentare un modo per far fronte a vissuti troppo intensi e travolgenti e rappresentano, in definitiva, una richiesta di aiuto.
Per altri versanti, l’adolescente può andare incontro al ritiro sociale, decidendo dunque di sottrarre il proprio corpo all’interazione sociale.
Il cervello dell’adolescente
Il dinamismo caratteristico dell’adolescenza si riflette anche a livello cognitivo. La maturazione delle aree cerebrali avviene infatti con tempi non omogenei e differenziati. La maturazione delle aree prefrontali, deputate al controllo degli impulsi e all’inibizione dei comportamenti, avviene nel cervello degli adolescenti più tardi rispetto alle altre aree.
Proprio a questo aspetto sono dovuti i comportamenti impulsivi adolescenziali, che a loro volta possono determinare problemi e cambiamenti nel modo di essere e di presentarsi agli altri.
La ricerca dell’identità
Il tema dell’identità in adolescenza è cruciale: comporta la ricerca della propria dimensione e indipendenza, della propria verità, dei gusti e delle preferenze, al confine tra quanto appreso in famiglia nell’infanzia e chi si decide di diventare in autonomia. L’adolescente è per definizione tra il non più e il non ancora: non è più bambino, asessuale e dipendente dalle figure genitoriali. Ma non è ancora adulto, non è indipendente né pienamente sessualizzato.
La ricerca di un’identità che sia completa e integrata può intercettare traiettorie diverse, e non è detto che si concluda nell’adolescenza. Una simile ricerca dovrebbe poter rispondere chiaramente alla domanda: “Chi sono io?”. Si diventa individui e adulti quando si è in grado di distinguere sé stessi dagli altri, riconoscendo la coesistenza tra quanto assorbito, ereditato dai modelli familiari e sociali, e il proprio autentico Sé.
Erik Erikson, psicoanalista tedesco, è lo studioso che maggiormente si è occupato di questo tema. Per Erikson, il tentativo di definire sé stessi è una tappa imprescindibile della vita di ognuno di noi, ed è necessario coniugare esplorazione e impegno per raggiungere un’identità completa. Bisogna allora sperimentare più modi di essere e comportarsi, diversi valori e passioni e definire sé stessi scegliendo solo alcune delle possibilità sperimentate, sviluppando grazie ad esse la propria identità.
La strada per diventare sé stessi è insomma un percorso obbligato e non esente da avversità. È importante dunque che gli adolescenti siano sostenuti e supportati in questo percorso. Anche per questa ragione è prevista una terapia specifica per l’età dell’adolescenza.
L’adolescente in famiglia e in gruppo
L’adolescente intraprende un percorso di individuazione che implica una quota di fisiologico distacco e allontanamento dai modelli familiari. Quanto trasmesso dalla famiglia nelle fasi precedenti, i valori e gli insegnamenti, è in parte interiorizzato e in parte posto in discussione.
Comincia a prevalere il gruppo dei pari rispetto alla famiglia. I gruppi amicali diventano il punto di riferimento e confronto principale, in cui ricercare approvazione e consenso. Permettono all’adolescente la sperimentazione necessaria a stabilizzare una propria solida identità, e forniscono un nuovo senso di affiliazione diverso da quello familiare. Nel gruppo infatti l’adolescente deve negoziare la propria appartenenza, dovendosi adattare, in questo modo si allena alla relazione con l’altro, si mette in gioco in un contesto in cui l’accettazione non è scontata né garantita a priori.
L’adolescente oscilla tra distacco e appartenenza rispetto alla famiglia. Se da una parte le ragazze e i ragazzi cercano una nuova autonomia, dall’altra hanno ancora bisogno di percepire un porto sicuro cui ritornare, in cui “riprendere fiato” e ritrovare sicurezze di fronte al complicato ingresso nel mondo adulto.
Uno dei compiti evolutivi, sia per la famiglia che per l’adolescente, diventa ora la negoziazione di nuove regole e confini, cosa che può introdurre una certa conflittualità nel sistema familiare.
Come affrontare l’adolescenza?
L’adolescenza è un periodo molto dinamico, di trasformazione e di crescita. Diventa importante allora conoscere e riconoscere sviluppi fisiologici e sviluppi patologici. In questo modo si possono affrontare serenamente le possibili crisi di questo periodo di vita, le sue tappe e i suoi compiti evolutivi. Così da crescere insieme in modo maturo e consapevole. Per approfondire queste tematiche, il Santagostino ha realizzato il digital book gratuito intitolato Adolescenti – Tra il non più e il non ancora.
I cambiamenti fisici e psicologici di questo particolare periodo possono mettere a dura prova. Per questa ragione, all’interno del servizio specialistico di Psicologia e Psicoterapia del Santagostino, l’équipe Adolescenti incontra dalla prima visita sia il giovane che i genitori. Prenota un primo colloquio.
(18 Ottobre 2024)