Adolescenza e paura della prima volta

L'adolescenza è una rivoluzione emotiva, relazionale e sessuale. La paura della "prima volta" riflette insicurezze e ansie, ma comunicare e informarsi aiuta ad affrontarla.

Adolescenza e paura della prima volta

L’adolescenza è una vera e propria rivoluzione. i cambiamenti relazionali, emotivi, psicologici, sessuali e cerebrali sono funzionali a effettuare il salto dall’infanzia all’età adulta e il progressivo processo di separazione dalle figure genitoriali e la definizione della propria identità.

Il corpo infantile sotto la bufera ormonale della pubertà cambia forma e segna nella mente e nell’immagine esterna un limite tra infanzia e adolescenza. Il lutto dell’infanzia diventa sempre più presente nella mente di un adolescente nel momento in cui diventano visibili i caratteri sessuali secondari (distribuzione delle masse muscolari, della forza, dell’adipe, dei peli, variazione della voce, sviluppo dei seni) e la stimolazione ormonale (testosterone nei maschi, estrogeni e progesterone nelle femmine) rende possibile l’accesso a fantasie e pulsioni sessuali, prima non conosciute. Il corpo pubere, mortale e potenzialmente generativo richiede di essere pensato, riconosciuto da parte dell’adolescente e integrato rispetto alla propria storia, alle proprie relazioni familiari e affettive, ‘Sono sempre io quello di prima?’ e di fatto conosciuto nella palestra reale dell’incontro con l’altro.

 

La rivoluzione della prima volta, oggi

La prima volta ovvero i primi rapporti sessuali si iscrivono dunque all’interno di questa rivoluzione interna ed esterna che l’adolescente affronta: il desiderio sessuale si rivolge a un Altro definito, con cui si è iniziato ad avere una relazione affettiva o, in altri casi, si associa a una sensazione ‘di essere pronti’ e di voler superare quel blocco di ‘vergogna, imbarazzo e il non sapere come fare’ che fino a quel momento hanno fatto rimandare la decisione.

La prima volta di oggi è molto diversa da quella provata e sperimentata dagli adolescenti di alcune generazioni fa. Ci sono stati dei cambiamenti che hanno trasformato le ‘cornici di lettura della prima volta’: all’interno della famiglia ‘normativa- Super egoica’ la sessualità era legata a una dinamica stabile di coppia che la legittimava con dei ruoli socialmente definiti, nella famiglia attuale narcisistica prevalgono valori legati all’affermazione di Sè e al benessere soggettivo. La prima volta si configura oggi slegata da norme e regole affettive, funzionale al riconoscimento di sè dall’altro, spesso con un approccio al sesso, libero da significati normativi, presente spesso già alla nascita di una relazione.

Quando avviene la prima volta

Molti ragazzi, giovanissimi riferiscono di aver avuto un primo rapporto sessuale intorno ai 15 anni (Confalonieri, Olivari 2017), come riportato in una ricerca dell’Università Cattolica, l’80% riferisce di essere informato sui metodi contraccettivi e di vivere come segno di ‘vergogna’ il non aver avuto rapporti sessuali intorno ai 15-17 anni. 

La decisione di poter avere i primi rapporti sembra dunque essere presente già nei giovanissimi, che utilizzano Internet e nello specifico anche materiale pornografico per non arrivare impreparati al momento: spesso tale via amplifica le ansie da prestazione che molti ragazzi hanno connesse alle paura di non sapere e quindi di non controllare una situazione nuova, che eccita ma anche spaventa e intimorisce.

Il confronto con ‘modelli virtuali’ di uomini e donne spesso percepiti come perfetti sia nella forma fisica che nella prestazione sessuale blocca alcuni ragazzi nel poter trovare un’approccio più graduale, rispettoso di sé, piacevole e giocoso al sesso.

Quali sono le paure degli adolescenti prima della prima volta?

Molti ragazzi e ragazze, che io e le mie colleghe dell’équipe adolescenti seguiamo all’interno del Servizio specialistico di psicologia e psicoterapia per adolescenti del Santagostino, riportano nelle loro sedute una paura connessa alla prima volta di non essere accettati e apprezzati nel proprio corpo, nelle proprie caratteristiche fisiche alle volte percepite come ‘limitate o difettose’. 

La prima volta è un mettersi a nudo, nella senso vero della parola, e, oltre a una serie di dubbi su ‘come andrà’ e ‘su come lo si farà’ , vi sono molteplici dubbi e insicurezze rispetto a quanto il proprio corpo e la propria immagine piaccia, sia confermato dall’altro, possa accendere il desiderio erotico nell’altro. La scelta del ‘momento giusto’ è spesso legata alla consapevolezza, soprattutto nelle ragazze, che l’altro sia qualcuno che abbia il potere di ridurre imbarazzo e vergogna e che dunque proteggerà da possibili ‘umiliazioni’. È fondamentale che siano condivise queste paure, perché sono spesso vissute in maniera identica quando si tratta di coetanei giovani, coinvolti entrambi in prime esperienze.

Le paure che riguardano il corpo

Molte adolescenti nominano la paura della malattia e di rimanere incinta, pur sapendo da coetanei e da Internet modalità contraccettive e malattie sessualmente trasmissibili. È molto importante che questo aspetto, se possibile, venga nominato e sia qualcosa di cui si possa parlare tranquillamente con genitori, fratelli o sorelle più grandi o con insegnanti ed educatori all’interno dei sempre più frequenti ‘sistemi di formazione ed educazione alla sessualità che vengono svolti a scuola’. 

Pur essendo un tema conosciuto, le trasformazioni del corpo pubere e il contatto con una pulsione sessuale matura porta con sé, come detto, delle angosce profonde di perdita di controllo e delle paure di ‘subire passivamente’ delle emozioni nuove. 

Il senso di perdita percepito da alcuni adolescenti di controllo su di sé e di disorientamento rispetto alla nuova realtà sessualmente connotata può essere così profondo da concretizzarsi nella fantasia di ammalarsi nell’atto di fusione con l’altro e di rimanere incinta, anche se si adottano tutte le misure di precauzione e contraccezione. Se tali paure continuassero nonostante le rassicurazioni cercate e ricevute dagli altri (coetanei o adulti), è fondamentale parlarne con un professionista psicoterapeuta, esperto di adolescenti, per cercarne le cause e per poter lavorare su modalità per contenere e ridurre le angosce di perdita di controllo.

La paura del dolore

Altri adolescenti, in particolare le ragazze, nominano la paura del dolore, connessa all’atto di penetrazione: si tratta della paura del dolore fisico, che durante la prima volta può essere alle volte presente per le ragazze, che viene spesso amplificato nella propria mente sotto la pressione dell’angoscia di non sapere e il timore che la componente di dolore schiacci altre dimensioni presenti nel rapporto legate alla costruzione dell’intimità, alla scoperta del proprio e altrui piacere. È essenziale che i due partner possano parlare delle proprie paure e trovare modalità graduali e di coppia per scoprire il piacere laddove ci sia anche un aspetto di dolore fisico, per scoprire una sperimentazione di sè e del proprio corpo anche ludica laddove ci sia un pensiero ‘di dover essere e assomigliare a qualcun altro’ (spesso visto in video o film pornografici).

La paura di perdere sé e il desiderio di fondersi

Poi c’è anche la paura profonda di perdere sé, ovvero la paura che, dopo aver sancito con un ragazzo o ragazza l’accesso alla sessualità, sia difficile dire di ‘no’ al partner, sia impensabile una separazione dall’altro, e dunque che si instauri una sorta di dipendenza affettiva insolubile dall’altro, che assume un potere implicito, inconscio di influenzare possibili decisioni che riguardino il proprio corpo e la propria vita. Tale paura è comprensibile se si legge il desiderio erotico, come ricorda Otto Kernberg in ‘Relazioni d’amore. Normalità e patologia’ (1995), come desiderio di fusione, di penetrare e essere penetrati, diventando così una sola cosa, in cui limiti e confini tra sé e l’altro diventano meno chiari e si perdono completamente per quei momenti. Il desiderio di fusione con l’altro è il motore alla  base della ricerca dei rapporti sessuali, in assenza verrebbe persa una componente importante e il rapporto si trasformerenne in atto meccanico. 

Allo stesso tempo in particolare per un adolescente il desiderio di fusione, in un momento di costruzione e definizione della propria identità, può essere vissuto come un pericolo che destruttura il sé in maniera forte e travolgente. Spesso se non viene superata all’interno della relazione di coppia con la ricerca di nuovi equilibri in cui i rapporti sessuali possono mutare  e assumere ‘sfumature più quotidiane’, alcune ragazze possono davvero rimanere incastrate in relazioni tossiche in cui l’Altro assume un potere enorme fino al punto da perdere il proprio valore nella relazione (relazioni in cui si sentono svalutate, in cui compaiono aggressioni ripetute, svalutazioni…).

E poi c’è la paura di deludere

Infine altri ragazzi, soprattutti i maschi, nominano la paura di deludere, di non ‘essere abbastanza bravo’, di non riuscire a portare a conclusione un rapporto: tali paure si inseriscono nella lettura e vissuto del rapporto sessuale come prestazione perfetta da realizzare e non un’esperienza da costruire con l’altro. È normale che soprattutto per i ragazzi i primi rapporti possono portare a eccitazioni veloci e precoci, ma che sono assolutamente comprensibili nell’ottica che solo insieme all’altro si troveranno modalità per ‘arrivare insieme al piacere’. La paura di deludere presuppone una richiesta interna ed esterna di perfezione, che va ridimensionata e compresa all’interno della ‘prima volta’ ovvero che, come tutte le prime volte è solo l’inizio di un viaggio, e non il punto di arrivo.

Come affrontare le paure della prima volta?

È fondamentale ad ogni età, ma soprattutto per adolescenti alle prese con la scoperta del proprio e altrui corpo e con i primi rapporti sessuali, sentirsi legittimati e liberi nel poter comunicare all’altro, prima e durante un rapporto sessuale, paure, insicurezze, timori, fantasie e desideri.

Spesso molti giovani temono di essere giudicati dall’altro se hanno paura, se ‘non sanno come si fa’, come se il rapporto sessuale diventasse solo ‘una prestazione’ al cui termine qualcuno potesse valutare la ‘loro competenza o adeguatezza fisica e prestazionale’.

L’importanza della comunicazione

È molto importante che i ragazzi possano essere aiutati a pensare, sia in casa che nei dialoghi con adulti di riferimento o con amici, quanto non ‘ci sia un modello o manuale’ da rispettare o da imitare ma che avere ‘un rapporto’ sessuale è proprio una co-costruzione che si crea insieme all’altro, in una alchimia e incontro che costruiscono loro scegliendo come stare insieme e qual’è il loro modo di stare insieme che sentono come piacevole. Spesso utilizzo la metafora del gioco, ovvero come l’incontro sessuale deve essere una scoperta giocosa, nel rispetto dell’uno e dell’altro: vi è un aspetto di scoperta del proprio corpo e altrui corpo che deve essere accompagnata allo stupore e alla curiosità e non al ‘dover fare o essere’.

Comunicare le proprie fragilità e insicurezze sembra contrastare con il bisogno che sentono gli adolescenti in quel momento, di vivere il rapporto  più come affermazione della propria identità e conferma della funzionalità del proprio corpo: è invece utile e centrale per sentirsi più se stessi, più ragazzi e non già degli ‘adulti fatti e finiti’ e per scoprire che l’altro è nella loro stessa posizione. Comunicare paure e timori è dunque un meccanismo che paradossalmente riequilibra le fantasie narcisistiche di ‘vittoria e predominio sull’altro’, favorendo un vissuto di sintonia con l’altro.

E di trovare le giuste informazioni

Fondamentale è anche poter cercare delle informazioni corrette sui primi rapporti sessuali, parlando con coetanei, con adulti di riferimento, magari chiedendo ai genitori di poter svolgere una visita ginecologica per avere delle indicazioni su quali metodi contraccettivi utilizzare o accedendo ai Consultori dove è possibile svolgere una visita medica preliminare. 

Arrivare informati e rassicurati da parte dei genitori o di adulti competenti aiuta a ridurre alcune paure o sentire di ‘avere degli strumenti e conoscenze’ per poterle affrontare. Infine è sempre consigliato iniziare un percorso terapeutico laddove le paure e i timori diventino dei blocchi, che impediscono la crescita ed evoluzione del ragazzo/a.

Come sviluppare un approccio positivo alle prime volte?

Per gli adolescenti è dunque fondamentale portare nella mente delle domande da porsi prima della scelta di aver un primo rapporto sessuale. Farsi delle domande protegge dal prendere decisioni che possono essere subite passivamente e di cui, in un certo senso, pentirsi in un secondo momento. Porsi delle domande nella propria mente aiuta anche a vivere la prima volta come un’esperienza da cui apprendere e non una etichetta definitoria il sé e la propria adeguatezza.

Alcune domande da porsi prima della prima volta

Queste sono alcune delle domande che pongo ai miei giovani e alle mie giovani pazienti, con l’idea di cercare insieme e non necessariamente in quel momento la risposta:

  • Quali sono gli aspetti della relazione o quali sono le emozioni che ti fanno sentire pronto/a a farlo per la prima volta?
  • Cosa ti fa sentire al sicuro/a e tranquillo/e nell’avere dei rapporti con lui/lei
  • Ti sei informato sui metodi contraccettivi che potete utilizzare?
  • Ti senti libero/libera nel poter dire di no se non ti va di provare qualcosa in ambito sessuale?
  • Ti senti libero/libera nel poter condividere eventuali esperienze pregresse che ti stanno influenzando ora nel vivere serenamente questo momento?
  • Ti senti libero/libera nel comunicare quello che desideri e quello che temi?

Queste domande hanno lo scopo di aiutare i ragazzi nell’arrivare consapevoli di Sè ai rapporti sessuali e alla possibilità di vivere il momento del rapporto come un’occasione unica per stabilire una connessione profonda, intima, autentica con l’altro in cui corpo, parole ed emozioni si intrecciano in maniera unica  e indissolubile.

Vedere solo la parte libidica e corporea alle volte fa dimenticare ai ragazzi la loro storia, eventi precedenti che possano averli feriti (anche tradimenti, separazioni familiari…) e segnati, la loro unicità come persone.