La fobia scolare: cos’è e come affrontarla

Questa condizione è caratterizzata da uno stato d’ansia intenso che si manifesta con un rifiuto della scuola e costanti tentativi di evitare la frequentazione regolare

La fobia scolare: cos’è e come affrontarla

La fobia scolare indica uno stato di ansia intenso, una paura incontrollata e invalidante che si manifesta con costanti tentativi di rifiuto da parte del bambino o adolescente di frequentare regolarmente la scuola e/o rimanere in classe per un giorno intero.

La fobia scolare colpisce tra l’1 e il 5% dei giovani tra i 6 e i 18 anni e si verifica con maggiore frequenza nei momenti di cambiamento evolutivo, nei cambi di ciclo scolastico come l’ingresso alla scuola primaria, nel passaggio alle scuole medie, scelta universitaria, nei periodi in cui ci si prepara ad adattarsi a un contesto nuovo.

Quali sono le principali manifestazioni della fobia scolare?

Può manifestarsi attraverso disturbi somatici come dolori addominali, vertigini, mal di testa, tremori, palpitazioni, nausea, vomito, diarrea, dolori agli arti.

Quando l’angoscia è presente sin dalla sera precedente e i livelli di ansia sono particolarmente alti, si possono manifestare disturbi del sonno, incubi e risvegli notturni talvolta in alcuni bambini accompagnati da enuresi notturna.

In molti casi il ragazzo chiede ai genitori di poter restare a casa, con la promessa di andare a scuola il giorno dopo. A volte tenta di imporsi con la forza con comportamenti aggressivi. Altre volte sembra calmarsi, ma non appena potrà cercherà di fuggire da scuola per tornare a casa oppure lamenterà dei disturbi di fronte alle insegnanti che telefoneranno ai genitori affinché vengano a riprendere il proprio figlio.

Si attiva un circolo vizioso dell’evitamento, senso di colpa e vergogna nel confronto con i pari: “meno vado a scuola, più penso che gli altri mi giudicheranno negativamente, mi criticheranno nel momento in cui farò ritorno a scuola e allora cerco di evitare e mi proteggo tra le mura domestiche”.

Spesso i genitori si sentiranno dire “ti prometto che domani torno a scuola”, promessa che verrà disillusa perché ci si sente bloccati.

Bisognerà aiutare il ragazzo innanzitutto a capirne le cause e a trovare delle strategie più efficaci, delle soluzioni nuove per gestire questo malessere profondo.

A seguito della pandemia, del lockdown, isolamento sociale e didattica a distanza per cui l’impossibilità di frequentare il contesto scolastico hanno slatentizzato alcune condizioni che prima potevano essere pre-morbose e poi sono diventate problematiche.

Dove c’erano dei tratti di chiusura e introversione, questi ragazzi si sono rifugiati a casa per proteggersi dal contesto sociale esterno percepito come pericoloso e fortemente stressante.

È importante non sottovalutare i primi campanelli d’allarme e offrire un intervento precoce di sostegno psicologico al ragazzo.

Quali fattori favoriscono l’insorgere della fobia scolare?

Tra i fattori che possono facilitare l’insorgere di una fobia scolastica vi sono:

  • eventi di vita stressanti come la malattia propria o di un familiare. Talvolta i ragazzi sono preoccupati per uno dei genitori, cercano di non andare a scuola per controllarlo, andare a scuola sarebbe troppo angosciante con lui. Si crea una conflittualità per controllare una dinamica così stressante
  • la separazione tra i genitori o dai genitori (disturbo dell’attaccamento, ansia da separazione)
  • relazioni conflittuali nella famiglia
  • un legame problematico e disfunzionale con uno dei genitori
  • difficoltà relazionali nel gruppo dei pari o con un insegnante
  • il ritorno a scuola dopo una lunga vacanza

Perché si ha paura della scuola?

Molti ragazzi che non riescono a frequentare la scuola mostrano delle difficoltà anche nell’affrontare altre situazioni della propria vita.

Presentano una idealizzazione di sé, desiderano un alto rendimento scolastico, ambiscono a essere speciali e ad essere sempre tra i “primi” vivendo con ansia ogni prova.

Non riescono a vivere la scuola come un luogo in cui condividere delle esperienze con i compagni e dove si possa usufruire della solidarietà degli altri per affrontare le situazioni difficili.

Molto spesso è presente un senso di vergogna, legato al timore di non essere percepiti come persone “che non deludono mai”, pensano che non saranno “perfetti” e che non avranno alcun valore.

A causa di queste caratteristiche, la vita scolastica diventa molto faticosa, in ogni fase di apprendimento ritengono di dover imparare tutto il possibile immediatamente, non riuscendo ad accettare una gradualità nell’apprendimento.

Il meccanismo scolastico basato su regole, verifiche, confronti, sottopone questi ragazzi ad una costante frustrazione delle proprie aspettative. Ciò crea una ferita narcisistica che impedisce loro di andare a scuola e molto spesso arrivano anche a non uscire di casa (isolamento sociale).

La casa diventa il simbolo della protezione, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, proprio perché la realtà esterna risulta spaventosa e inaffrontabile.

Fobia scolare: cosa fare se un ragazzo si rifiuta di andare a scuola?

È importante che vi sia un dialogo e un confronto piuttosto che un’imposizione dettata dalla paura delle conseguenze. Bisogna comprendere, attraverso un ascolto empatico, quelle che sono le preoccupazioni del ragazzo.

I genitori non devono sottovalutare e sminuire la situazione ritenendo che sia solo un “capriccio” o “svogliatezza”. Allo stesso tempo, però, bisognerebbe evitare di far sentire in colpa il proprio figlio. Evidentemente, sta mostrando un disagio che deve essere accolto, compreso e affrontato.

Tra le conseguenze a lungo termine ci possono essere:

  • scarsa fiducia in se stessi
  • bassa autostima
  • rallentamento del processo di crescita
  • inibizione dell’autonomia
  • impatto negativo sul processo di differenziazione ed emancipazione dalla famiglia.

È consigliabile pertanto richiedere un aiuto attraverso un percorso di terapia che possa coinvolgere il ragazzo e un sostegno alla famiglia che si trova inevitabilmente coinvolta nelle dinamiche fobiche, la famiglia risulta essere una risorsa importante per affrontare questo disturbo.

Nel percorso psicologico si può riflettere sulle conseguenze di particolari scelte comportamentali. Si può, altresì, riconsiderare il proprio modo di stare in famiglia, rimettendo in discussione le proprie dinamiche interne.

Frequentemente accade che vengano coinvolti anche gli insegnanti che devono essere messi al corrente del problema affinché favoriscano la creazione di un ambiente scolastico accogliente.

È importante creare una rete di supporto al ragazzo che gli permetta di non sentirsi solo e che gli consenta un graduale ritorno a scuola. Talvolta, può rivelarsi utile tornare con un orario ridotto. Si possono riformulare gli impegni didattici o concordare con le insegnanti delle interrogazioni programmate.