Sebbene possa sembrare un’espressione di uso comune che poco o niente ha di scientifico, in realtà il concetto di apertura mentale interessa da molto tempo la psicologia che, sul suo significato, ha spesso dibattuto, si è interrogata e ha cercato risposte che andassero al di là delle frasi di buon senso.
Nel corso degli anni, sono emerse tante definizioni diverse frutto di altrettante ricerche qualificate e puntuali sul tema, le quali si sono talvolta sforzate di indicare una via (con dei risvolti decisamente concreti) attraverso la quale chiunque potesse accrescere e coltivare la propria apertura mentale.
Cosa si intende per apertura mentale?
La definizione più larga possibile di “apertura mentale” può essere circoscritta alla volontà di un soggetto di rendersi disponibile all’ascolto e all’accoglienza di nuove idee. Andando più in profondità, cercando di farsi aiutare dalla psicologia, si può considerare apertura mentale la volontà di osservare un dato tema sotto più punti di vista, di vagliare più soluzioni per un particolare problema e di accogliere costruttivamente il contraddittorio. Secondo alcuni studiosi, l’apertura mentale consiste proprio nella volontà di considerare seriamente un nuovo punto di vista.
Secondo moltissimi autori, l’apertura mentale ha molto a che fare con la capacità di mettere in dubbio e sottoporre a continue analisi e valutazioni le proprie opinioni e le proprie convinzioni, alimentando una disponibilità interiore e seria a soppesare opportunamente anche conclusioni e idee difformi dalle proprie, cercando – se possibile – di valutarle in maniera equa e obiettiva.
Per alcuni psicologi, si deve ricercare l’apertura mentale mettendosi continuamente in discussione, cioè provando a individuare attivamente degli argomenti contro le proprie posizioni di base, i propri piani o i propri obiettivi per eventualmente modificare le proprie convinzioni dopo una valutazione accurata di punti di vista alternativi. Per altri, chi possiede una mentalità aperta semplicemente riesce a vedere il mondo con occhi diversi.
Come si dice quando una persona è aperta mentalmente?
In italiano, un’espressione tipica che si usa per descrivere una persona che è mentalmente aperta è dire di qualcuno che è di “ampie – o larghe – vedute”. In realtà, questo sintagma ha anche molto a che fare con il concetto di tolleranza: apertura mentale, in questo caso, significa capacità di rispettare e astenersi dal giudicare chi ha convinzioni, credenze e usi diversi dai propri.
Tradizionalmente, nella nostra lingua, le “ampie vedute” significano proprio questo e l’analogia con una vista in grado di poter osservare un ampio panorama (cioè la veduta) indica quindi la capacità di guardare cose molto diverse senza per questo sentirsi in dovere – o sentire la voglia – di giudicarle.
In senso lato, chi è “di larghe vedute” è generalmente ben disposto verso il prossimo, è cordiale, socievole ed estroverso.
Che cosa vuol dire aprire la mente?
Ancora una volta, chiedendo aiuto alla psicologia, una buona spiegazione di cosa significhi aprire la mente la si può ricercare nel confronto con le idee altrui. Di solito, “aprire la mente” indica la disponibilità a mettere alla prova le proprie opinioni, traendo anzi dal confronto nuova linfa per la propria crescita personale.
In sostanza, la curiosità e la voglia di conoscere qualcosa al di fuori dei propri schemi sono i primi germi che aiutano a sviluppare la voglia di aprire la propria mente, così come la sensibilità a considerare attentamente ogni contraddittorio a ciò che si pensa o crede, la volontà di non chiudere mai definitivamente la saracinesca su un argomento, l’inclinazione alla riflessione profonda su di sé e sulla propria visione del mondo.
Come si fa ad aprire la mente?
Diversi psicologi hanno osservato come esistano tutta una serie di accorgimenti utili per cercare di lavorare efficacemente sulla propria apertura mentale. Naturalmente, una seria e costante applicazione sotto tutti questi punti di vista può portare grandi progressi nel proprio atteggiamento di fronte alle idee, alle opinioni e alle credenze altrui.
- Esporsi consapevolmente a teorie e visioni differenti dalla nostra. In poche parole, è preferibile uscire dalla propria zona di comfort per provare a informarci presso chi sappiamo avere opinioni anche molto contrastanti rispetto alle nostre, invece che tornare sempre e comunque alle fonti che sappiamo già rispecchiare il nostro orientamento, i nostri interessi o le nostre convinzioni.
- Sforzarsi di andare oltre la prima impressione. È dimostrato che si tende a credere più fermamente nel primo giudizio che si dà su qualcosa con cui veniamo in contatto: cercare di non schierarsi finché non si è esaminato ogni possibile punto di vista riguardo a un fatto, una credenza o una convinzione è invece preferibile perché non sempre la prima impressione, per quanto convincente, si rivela quella giusta.
- Contrastare la nostra tendenza a essere meno critici con i soggetti che di solito esprimono idee che condividiamo e, per contro, a individuare facilmente falle e lacune nei proponimenti di chi sostiene una visione che non ci appartiene. In sintesi: sforzarsi di andare contro i propri pregiudizi. In passato sono stati condotti esperimenti che hanno dimostrato come, di fronte a delle fonti di informazione che condividevano due tesi opposte disposte in quantità perfettamente bilanciata, le persone tendevano a rafforzare la propria opinione di partenza senza quasi tenere conto del contraddittorio.
- Diverse ricerche mostrano come la mancanza di tempo ci porti a informarci in maniera sommaria e frammentaria mentre, invece, l’apertura mentale richiede tempo e spazio per essere praticata. Le reazioni di pancia immediate, in altre parole, non sono certo le più affidabili. Dunque, quando ci si vuole formare un’idea in maniera aperta, occorre investirci del tempo.
- Vivere ogni decisione o scelta come se fosse importante perché, quando siamo convinti di essere di fronte a un passo decisivo della nostra vita, tendiamo a sforzarci di affrontare la questione sotto più punti di vista, valutando attentamente pro e contro e, in definitiva, cercando così di approcciare il problema con mentalità aperta.
Degli esperti nel campo del pensiero creativo hanno formulato tre esercizi pratici che può essere utile svolgere per allenare la propria apertura mentale:
- Scegliere un argomento controverso, capire come la si pensa in merito e sforzarsi di scrivere una lista di cinque argomenti a favore della tesi opposta alla nostra.
- Rievocare un’occasione del passato in cui siamo stati offesi da qualcuno e provare a elencare almeno tre ragioni che hanno portato questa persona a offenderci, intenzionalmente o meno.
- Se si hanno figli, un esercizio utile può essere pensare a un argomento che è costante fonte di litigio con i propri figli adolescenti. A questo punto, provare a prendere le loro parti ed enucleare almeno tre ragioni per cui, dal loro punto di vista, la loro posizione all’interno del litigio è valida e logica.