Il legame tra uomo e animali da compagnia è molto antico e la sua origine si perde nel tempo. È un tipo di relazione che può essere molto importante per il benessere psicologico e fisico. Tuttavia, la sofferenza per il lutto dell’animale domestico è ancora poco legittimata. Vediamo come vivere meglio questo momento.
Ricordate il film “Hachiko”, con Richard Gere? E “Io e Marley”? Queste pellicole raccontano la gioia del legame con un animale domestico e il dolore profondo per la sua perdita. Nonostante questo, il lutto di un animale domestico è socialmente poco considerato, a volte anche ridicolizzato (per esempio con espressioni come “ti è morto il gatto?”).
Non è molto chiaro perché la perdita del proprio animale sia così sottovalutata a livello psicologico, quando invece per chi lo vive è un lutto a tutti gli effetti, non tanto diverso da quello conseguente alla perdita di un familiare. Forse, a essere più critici nei confronti di questo tipo di lutto sono coloro che non hanno mai avuto animali domestici.
Quando un amico se ne va: il lutto per l’animale domestico
Nonostante l’importante ruolo ricoperto dagli animali domestici nella vita e nella salute psicofisica della persona, il lutto di un amico a quattro zampe viene ancora stigmatizzato e ritenuto poco importante. Alcuni studi hanno però dimostrato che il lutto per la morte di un animale amato può essere così significativo da perdurare per mesi, o anni, ed è paragonabile alla perdita di una persona cara.
Nelle famiglie con bambini, tra l’altro, è possibile che questo sia il primo vero lutto sperimentato dai figli. Ma questa perdita viene sottovalutata e addirittura derisa a volte. Le persone si trovano così a soffrire da sole, in silenzio, magari colpevolizzandosi. In questo modo, l’elaborazione del lutto per il proprio animale domestico diventa più difficoltosa, e ciò rischia di influenzare in modo negativo lo stato d’animo.
Il lutto può essere anche complicato da altri fattori, come il momento e le circostanze in cui avviene. La morte dell’animale domestico, per esempio, può essere accidentale, ambigua (l’animale sparisce), o anche forzata (eutanasia a causa di una malattia).
A volte, l’amico animale può lasciarci in un momento complicato della vita, per esempio in occasione di altre separazioni o in un periodo di stress. Questa ulteriore perdita può avere un effetto cumulativo, complicando il quadro.
Come affrontare la morte di un animale domestico?
La morte di un animale domestico non deve essere sottovalutata e dovrebbe essere sempre legittimata. Il legame che si forma è molto stretto e in certi casi paragonabile a quello con una persona amata. Una ricerca del 2016 ha rilevato che le persone legate al proprio animale da un attaccamento ansioso (cioè caratterizzato da elevata ansia e preoccupazione) possono mostrare sintomi di lutto complicato e trauma dopo la sua morte.
Che cosa fare, dunque, per affrontare la perdita del proprio animale domestico? Come prima cosa è necessario cercare di accettare i propri sentimenti, e le proprie emozioni, come la tristezza, la rabbia, e vivere le varie fasi del lutto senza sentirsi in colpa o a disagio. Non bisogna vergognarsi di chiedere supporto a chi ci sta vicino o a un professionista, per esempio, uno psicologo clinico. È normale sentirsi giù, al di là di ciò che gli altri possono dire, non capendo.
Ma quando muore un animale in casa cosa fare? La psicologa Froma Walsh suggerisce di seguire alcuni punti:
- Riconoscere il lutto e legittimarlo
- Comunicare in modo aperto i sentimenti, supportarsi a vicenda e, dove se ne senta il bisogno, salutare l’amico domestico con un rito funerario
- Ricordare l’amico che ci lascia con foto, ricordi, racconti, creando una continuità.
Perché il lutto per l’animale domestico è così doloroso? Le origini del legame tra uomo e animale
Sin dall’antichità, gli esseri umani hanno instaurato legami speciali e profondi con gli animali. Alcune evidenze archeologiche mostrano che i primi canidi vivevano con gli uomini già 14.000 anni fa.
Il rapporto uomo-animale si è instaurato grazie a una cooperazione reciproca. Gli antenati degli animali domestici ricevevano cibo e accudimento, fornendo in cambio la loro lealtà e il loro lavoro.
Per esempio, i cani proteggevano gli accampamenti, ringhiando a estranei e bestie feroci che vi si avvicinavano, oppure guidavano il gregge di pecore, o di lama in Perù.
I gatti, invece, erano preziosi compagni dei marinai, poiché bonificavano le navi dai topi.
Diverse civiltà collegavano l’animale al divino: gli egizi veneravano dèi con fattezze umane e animali, gli sciamani dai nativi americani credevano negli spiriti guida, che assumevano la forma di bufali, aquile, orsi.
Poi ancora cavalli, mucche, asini, erano fondamentali nel lavoro agricolo e negli spostamenti.
Legame tra uomo e animale: un amore incondizionato
Oggi, il legame con gli animali domestici è più forte che mai. Secondo una recente indagine, il 67% degli italiani vive con almeno un animale domestico. Il legame che si forma tra animali e proprietari è così forte e duraturo da poter essere considerato molto simile a quello che si forma con persone amate.
Un primo fattore in grado di fortificare il legame e renderlo speciale è che l’animale domestico ama in modo incondizionato. Gli animali domestici fanno sentire la persona accettata in modo completo, con tutti i pregi e i difetti. Ciò elimina una certa quota di ansia e stress, che nelle interazioni umane è sempre presente. L’amore incondizionato, poi, permette di instaurare un legame di attaccamento, in cui animale ed essere umano si cercano in modo reciproco per ricevere protezione, rassicurazione, conforto.
L’effetto degli animali domestici sulla nostra salute
Nel corso del tempo, sono state fatte numerose ricerche sull’effetto che gli animali domestici hanno sulla salute dei padroni. I risultati sono molto interessanti, sebbene non sempre confermati. La presenza di animali domestici, in effetti, è stata collegata a indicatori positivi sia dal punto di vista fisiologico che psicopatologico.
Persone con animali domestici mostravano buoni indicatori quando venivano valutate la pressione sanguigna, il rischio cardiovascolare, il livello di colesterolo. Tra coloro che avevano avuto un attacco di cuore, per esempio, il recupero era migliore in chi aveva un animale da compagnia.
Gli animali domestici sembrano avere un ruolo positivo anche nel decorso di malattie croniche come la demenza o il cancro. Alcuni cani sono in grado, poi, di percepire l’inizio di una crisi epilettica e di compiere una sorta di primo soccorso.
A livello psicologico, gli animali domestici sembrano influenzare in modo positivo il decorso di depressione e stati ansiosi, rassicurando e permettendo alla persona di combattere la solitudine e ricevere affetto e conforto.
(19 Marzo 2019)