L’analisi transazionale: cos’è, a cosa serve e quando è utile

L'analisi transazionale è mirata alla comprensione di sé stessi e delle proprie dinamiche relazionali, che vengono messe in atto non solo quando si ha a che fare con gli altri, ma anche quando si attua un dialogo interno. Vediamo in cosa consiste.

L’analisi transazionale: cos’è, a cosa serve e quando è utile

L’analisi transazionale è un approccio terapeutico mirato a una migliore comprensione di sé stessi, delle proprie dinamiche relazioni e dei propri modelli di comportamento.

Il termine “transazionale” si riferisce al fatto che gli individui interagiscono tra loro attraverso scambi detti transazioni.

La dottoressa Silvia Errico, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino, offre una breve guida all’argomento, spiegando cos’è questo tipo di analisi, a cosa serve e quando ricorrervi. 

Cosa si intende per analisi transazionale? 

L’analisi transazionale è stata sviluppata negli anni ’50 dallo psichiatra e psicoanalista canadese Eric Berne (1910-1970) ed elaborata insieme a un gruppo di psicoanalisti negli anni ‘60.

Utilizzata originariamente in ambito clinico come approccio psicoterapeutico, grazie al suo linguaggio semplice ed efficace, l’analisi transazionale è stata applicata con successo anche in ambito organizzativo ed educativo. Oggi, può essere definita:

  • Una teoria della personalità che attraverso il modello degli Stati dell’Io, ci aiuta a capire come funzioniamo e come manifestiamo la nostra struttura di personalità attraverso i comportamenti che mettiamo in atto
  • Una teoria della comunicazione che ci aiuta a essere consapevoli degli stili comunicativi con cui entriamo in relazione con noi stessi, con gli altri e nella comunità attraverso l’analisi degli scambi comunicativi (transazioni). 
  • Una teoria dello sviluppo infantile che spiega, attraverso l’analisi del proprio copione di vita, come gli schemi di pensiero, emozioni e comportamenti attuali siano stati generati durante le esperienza vissute nell’infanzia (relazione di attaccamento, bisogno di essere riconosciuti e accolti, bisogno di struttura e di sapere come riempire il tempo in modo significativo). E come, alcuni di questi, che durante la fase dell’infanzia e dell’adolescenza si erano dimostrati utili ed efficaci, oggi continuano a essere riproposti ma risultano di ostacolo nella vita da adulti.

Il termine “transazionale” si riferisce alle interazioni intenzionali quotidiane e ai modi in cui le persone comunicano tra loro. Berne sosteneva che questi scambi comunicativi influenzano profondamente il modo in cui le persone si sentono e si comportano. 

I concetti chiave dell’analisi transazionale sono 4:

  • Il modello degli stati dell’Io
  • Le transazioni: gli scambi comunicativi che avvengono tra gli Stati dell’Io di due o più persone
  • I giochi psicologici
  • Il concetto di copione di vita: modelli comportamentali stabili e ripetitivi nel corso della vita. 

A cosa serve l’analisi transazionale?

L’obiettivo principale dell’analisi transazionale è quello di aiutare le persone a migliorare la qualità della propria vita intraprendendo un percorso di consapevolezza del proprio modo di pensare, sentire e agire con sé stessi e nelle relazioni interpersonali, del proprio stile comunicativo, di come e quali scelte hanno preso e quali strategie hanno adattato per vivere e/o sopravvivere nell’ambiente familiare, comunitario. 

La consapevolezza del proprio copione di vita porta anche alla scoperta che le scelte intraprese, se non ci aiutano o ci ostacolano per il raggiungimento dei nostri obiettivi e ci procurano stress, possono essere cambiate. Per far questo, si dà inizio a un nuovo obiettivo: liberarsi del proprio copione e raggiungere l’autonomia, esercitando il potere di decidere, recuperando e valorizzando le proprie potenzialità, ristabilendo il proprio equilibrio, riprendendo il cammino da dove si era interrotto, superando ogni difficoltà che la vita pone dinanzi.

Intraprendere questo viaggio con il terapeuta significa conoscere e imparare ad utilizzare alcuni degli attrezzi propri dell’Analisi transazionale per acquisire il permesso di essere sé stessi in ambito personale, familiare, lavorativo o in contesto educativo.

Quali sono i tre stati dell’io in analisi transazionale?

Gli stati dell’Io sono definiti, secondo Berne, come un insieme coerente di pensieri, sentimenti e modelli di comportamento. Questi sono una parte dinamica e funzionante della personalità e si possono osservare attraverso i comportamenti che ogni persona mette in atto durante le interazioni sociali e nei processi decisionali. 

Tutti e tre gli stati dell’Io hanno delle proprietà specifiche che li rendono riconoscibili in sé stessi e negli stessi altri. Nello specifico gli stati dell’Io sono:

  • Stato dell’Io Genitore
  • Stato dell’Io Adulto
  • Stato dell’Io Bambino.

Questi stati: 

  • Sono in grado di controllare l’attività neuromuscolare dell’organismo (potere esecutivo)
  • Hanno la capacità di rispondere contemporaneamente a stimoli sociali (adattabilità) 
  • Possono cambiare ed evolversi (fluidità biologica) 
  • Sono intelligibili: ogni individuo può riconoscere in quale stato dell’io si trova in un momento specifico.

Stato dell’Io Genitore

Lo Stato dell’Io Genitore è un insieme di sentimenti, pensieri e modelli comportamentali acquisito nell’ambiente circostante, sin dalla nascita, nell’interazione con le figure genitoriali e con quelle più significative durante l’infanzia e l’adolescenza. 

Questo stato ha due funzioni nella vita quotidiana:

  •  Verso sé stessi, attraverso un dialogo interno 
  • Quando entra in relazione con gli altri: il Genitore Normativo (GN) e il Genitore Affettivo (GA). 

Genitore Normativo e Genitore Affettivo

Quando una persona si trova nello Stato dell’Io del Genitore Normativo, pensa, sente e si comporta come un genitore che esercita il controllo, fornisce istruzioni come una guida o mette in atto regole. 

Nel gruppo dei pari o in un confronto, la persona manifesta e difende le proprie opinioni senza svalutare le altre persone e le loro idee, oppure dando una direttiva con voce ferma e adeguata alla circostanza. 

Ad esempio, dinanzi a un semaforo verde e mentre sta passando una macchina, il genitore può dire al proprio figlio che è in procinto di attraversare: “Fermati e accertati che la macchina rallenti e si fermi per farti passare”.  A volte può risultare critico e distruttivo esprimendo giudizi e offese che sminuiscono l’altro: “Sei proprio un cretino! Sei sempre il solito, non sai fare niente!” 

Il Genitore Affettivo invece si manifesta con atteggiamenti e messaggi di natura permissiva che possono essere necessarie e utili allo stato dell’Io Bambino. Si prende cura di sé stesso e degli altri quando esiste un reale bisogno incoraggia, supporta. Gli script genitoriali positivi possono portare a un senso di sicurezza. Mentre gli script negativi possono costituire una critica eccessiva e determinare senso di inadeguatezza, senso di colpa, sfiducia in sé stessi e nelle proprie capacità. 

Questo si può verificare anche quando si attiva un Genitore Affettivo negativo o iperprotettivo. In questo caso, la persona nei rapporti interpersonali si sostituisce all’altro, svalutando le capacità o impedendo la maturazione e il senso di responsabilità dell’altro. Un esempio tipico si verifica nella relazione adulto-bambino, quando un genitore tende a vestire il proprio bambino anche se sa per certo che il bambino è in grado di farlo da solo. 

Stato dell’Io Adulto

Lo Stato dell’Io Adulto (A) è caratterizzato da un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento autonomo che risultano appropriati alla situazione reale del momento. 

Quando una persona è in questo stato, è in grado di elaborare informazioni in modo neutrale e oggettivo, senza essere influenzato da pregiudizi o stereotipi. 

Nello stato dell’Io Adulto, il soggetto, usando il pensiero intuitivo e logico, è in grado di calcolare la probabilità di un successo di una situazione, un progetto di valutare le evidenze e le prove disponibili e reali, i possibili errori, le sue capacità agendo di conseguenza. Questo stato dell’io è cruciale per prendere decisioni ponderate e gestire le situazioni in modo efficace.

Stato dell’Io Bambino 

Lo Stato dell’Io Bambino (B) riflette i sentimenti, le emozioni e i comportamenti interiorizzati durante l’infanzia. Quando una persona si trova in questo stato, rivive o esprime emozioni e comportamenti simili a quelli vissuti ed esercitati nell’infanzia. 

Lo stato dell’Io Bambino si può manifestare in due modi:

  • Il Bambino Libero (BL) 
  • Il Bambino Adattato (BA).

Il Bambino Libero si esprime in modo spontaneo giocoso e creativo, senza preoccuparsi della reazione dei genitori. 

IL Bambino Adattato manifesta un comportamento che tende a compiacere il genitore. A volte può risultare anche capriccioso, ribelle o addirittura depresso per esempio, quando per ottenere l’attenzione degli altri assume un comportamento distruttivo oppure quando il senso del dovere e i bisogni dei genitori prevalgono sui suoi.

Le persone spesso cambiano stati dell’io a seconda delle situazioni e delle persone con cui interagiscono. Ad esempio, una persona potrebbe essere nello Stato dell’Io Adulto durante una discussione di lavoro, ma passare nello Stato dell’Io Genitore quando interagisce con i propri figli o nel momento in cui impartisce un insegnamento. Oppure essere nello Stato dell’Io Bambino quando cerca complicità e divertimento con il proprio partner.

Cosa sono le transazioni?

Quando stiamo insieme agli altri o con noi stessi, per comunicare scambiamo messaggi verbali e non verbali. Questi scambi intenzionali comunicativi, che consistono in uno stimolo e una risposta tra stati dell’Io specifici, si definiscono transazioni. Le transazioni sono considerate l’unità base della comunicazione. 

L’analisi degli stati dell’Io, coinvolti in queste transazioni, ci permette di comprendere in che modo stiamo cercando di soddisfare quel bisogno primario di esistere e di essere riconosciuti. Conoscere il proprio stile comunicativo, il tipo di transazioni che una persona privilegia, favorisce la consapevolezza. Aiuta a comprendere come ci si percepisce, come si percepiscono gli altri e come questo influisca sulle relazioni interpersonali, sullo stato emotivo, sul benessere soggettivo.

L’analisi degli scambi e degli stati dell’Io permette di rispondere a domande ricorrenti come: “Perché finiamo sempre per litigare?”; “Il mio capo usa un atteggiamento e un tono aggressivo con me, come posso fare per lavorare in un clima sereno?” “Perché sento che quello che ha detto Mario a Grazia, si riferisce a me?”

In generale, prendere consapevolezza di aver acquisito un modello disfunzionale di comunicazione o saperlo riconoscere nell’altro può aiutare ad acquisire nuove transazioni più efficaci e costruttive, migliorando le relazioni interpersonali e risolvendo eventuali problemi comunicativi o conflitti.

Esistono diversi tipi di transazione, le principali includono:

  • Transazione semplice o complementare
  • Transazione incrociata
  • Transazione ulteriore

Transazioni Complementari

Le transazioni sono complementari se avvengono tra solo due stati dell’Io (uno per persona) e se stimolo e risposta hanno vettori paralleli. In altre parole, il livello verbale e non verbale del messaggio è congruente e l’esito della conversazione dipende dalla regola di comunicazione. Finché una transazione rimane complementare, la comunicazione può proseguire per un tempo indefinito. Vediamo alcuni esempi:

  • Persona A (Adulto): “Che ora sono?”
  • Persona B (Adulto): “Le 7.00.” 

Oppure:

  • Persona A (Genitore): “Hai completato i tuoi compiti?” 
  • Persona B (Bambino): “Sì, li ho finiti”.

Transazioni Incrociate

Nelle transazioni incrociate la risposta allo stimolo proviene da un altro stato dell’Io rispetto a quello stimolato e quindi i vettori della comunicazione si incrociano. In questi casi la comunicazione subisce un’improvvisa frattura, causando tensioni, conflitti o incomprensioni. Spesso, una persona può essere in uno stato dell’io, mentre l’interlocutore risponde da uno stato dell’io diverso, generando una comunicazione incerta o poco chiara.

Ecco un esempio:

  • Persona A: “Che ora sono?”
  • Persona B: “Comprati l’orologio!”.

Transazioni Ulteriori

Nelle transazioni ulteriori ci sono invece due messaggi: uno sociale o esplicito e uno psicologico o implicito. Il messaggio psicologico è il vero contenuto che si vuole trasmettere, ma è nascosto. Spesso il messaggio ulteriore passa dal linguaggio non verbale o dall’intonazione. Il risultato di una transazione è determinato dal livello psicologico e non è prevedibile a chi non conosce questo livello. 

Ecco alcuni esempi:

  • Persona A: “Come è venuto il risotto?” (messaggio sociale)
  • Persona B: “Dimmi quanto è buono” (messaggio psicologico).

Oppure:

  • Persona A: “Non male!” (messaggio sociale)
  • Persona B: “È davvero disgustoso!” (messaggio psicologico).

Cosa si intende per copione di vita nell’analisi transazionale?

Facciamo un esempio con alcune frasi tipiche del tipo: “Come è possibile che capitano tutte a me?” “Perché ogni volta sono lasciata con la solita scusa?” “È già la terza volta che cambio lavoro, eppure io sono bravo.”

Quando notiamo che un comportamento o una situazione si ripete nel tempo, vuol dire che stiamo mettendo in scena il copione della nostra vita. 

Ogni persona, come un regista, scrive la propria storia iniziando dalle prime esperienze di vita vissute con le figure parentali. Narra i pensieri, i valori, le decisioni, strategie e comportamenti che ha scelto di mettere in atto per confermare l’idea di sé stesso e di come deve vivere e rapportarsi agli altri per adattarsi a ogni situazione quotidiana. 

Berne infatti lo definisce: Un piano di vita basato su una decisione presa nell’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli eventi successivi e che termina con un’alternativa prescelta dalla persona.” 

La storia del concetto del copione è dinamica e segue i costrutti della scienza. Nell’ultimo decennio si parla di visione integrata del copione definito come un progetto di vita creativo, flessibile, capace di ridefinire i nuovi elementi con quelli già acquisiti e appresi.

Elementi del copione di vita

Il copione di vita è caratterizzato da 7 elementi che vengono messi in atto in età adulta spesso senza averne la consapevolezza. Essi sono:

  • Il tornaconto: è quel destino finale che è deciso dal bambino e spesso è suggerito dai genitori. Ad esempio: “Tutto ciò che vuoi puoi ottenerlo con grandi sacrifici!” “Morirò da solo!”, “Nella vita non combinerò mai niente!” 
  • Ingiunzione: sono messaggi negativi che vengono dalla Stato dell’io bambino del genitore
  • Invito: è ciò che ci permette di entrare nel copione. Si tratta di una provocazione, spesso accompagnata da una risata di compiacimento detta diabolica o della forca
  • Prescrizione: sono linee guida per vivere
  • I modelli parentali: sono messaggi che informano e vengono dallo Stato dell’Io adulto del genitore. Possono rinforzare il copione
  • Il demone: è caratterizzato dagli impulsi dello Stato dell’Io Bambino. È quella vocina dentro di noi che ci spinge a fare ciò che sappiamo essere sbagliato e che giustifichiamo con una frase tipica “non sono riuscito a fermarmi” 
  • Liberazione interna o esorcismo: è un metodo per fornire una via d’uscita futura dal copione. A volte è solo un’illusione come, per esempio: “Quando mi sposerò farò quello che voglio!”.

A cosa serve l’analisi transazionale?

L’analisi transazionale, come accennato, ha diversi campi di applicazione in contesti educativi, aziendali, clinici e per il migliorare il nostro modo di essere e di adattarci nei contesti quotidiani di vita attraverso le relazioni interpersonali. 

Per acquisire il permesso di essere sé stessi, acquistare la propria autenticità e raggiungere l’autonomia, riattivare la speranza è necessario prendersi del tempo e uno spazio protetto dove nessuno utilizzi ciò che condividiamo per ferirci e colpirci nei momenti in cui possiamo essere vulnerabili.

È possibile ritrovare questo spazio accogliente e non giudicante in cui confrontarsi, condividere riacquisire la capacità di ascoltare e gestire le proprie emozioni, imparare a lasciare andare una persona che non c’è più, una situazione difficile a cui siamo particolarmente legati attraverso:

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Counseling e coaching: per migliorare le competenze di comunicazione, le abilità interpersonali e le capacità di leadership. Può essere utile per affrontare situazioni difficili sul posto di lavoro o in ambito sociale.

Il viaggio che si intraprende in ognuno degli spazi mira ad acquisire consapevolezza su noi stessi e su come ci relazioniamo ci aiuta a scoprire dove siamo e dove vogliamo andare per mezzo dell’analisi del copione di vita. 

Obiettivi della terapia

Gli strumenti dell’analisi transazionale che si acquisiscono favoriscono lo sviluppo personale, migliorano le relazioni e promuovono il benessere emotivo e psicologico. 

Attraverso la terapia, è possibile:

  • Esplorare le proprie esperienze passate 
  • Elaborare i traumi 
  • Conoscere le dinamiche familiari o di gruppo e gli schemi disfunzionali. 

Inoltre si analizzano i conflitti che si manifestano in casa, sul posto di lavoro, a scuola, in ogni contesto in cui trascorriamo il tempo e si acquisiscono strategie per gestirlo in modo efficace.

Come si svolgono le sedute nell’analisi transazionale?

Nei primi incontri l’analista transazionale e la persona si conoscono, si osservano per comprendere come instaurare insieme una relazione di fiducia e rispetto reciproco

In analisi transazionale, si usa un linguaggio semplice, comprensibile e comune sia al paziente che al terapeuta, affinché ci si senta a proprio agio qualunque sia l’età, il livello di istruzione, la cultura a cui si appartiene. 

Questo facilita il paziente a comprendere ciò che sta facendo e come può utilizzare i termini e gli strumenti per vivere il proprio cambiamento. Viene incoraggiato a pensare e a comportarsi in modo autonomo, senza l’aiuto costante del terapeuta, ma utilizzando le proprie capacità e risorse. 

Successivamente, l’analista transazionale accoglie e ascolta il disagio della persona per avviare il contratto terapeutico, una fase centrale per l’Analisi transazionale. In questa fase, la persona partecipa in modo attivo alla costruzione degli obiettivi che vuole raggiungere e delle tappe da affrontare. 

In questo spazio, terapeuta e paziente scelgono insieme il percorso più efficace, si impegnano a rispettare il setting, e si attiva un’esperienza in cui si può chiedere aiuto e si ha qualcuno accanto per essere supportati, incoraggiati e con cui condividere dolori e difficoltà.

Quando rivolgersi a un analista transazionale?

Una persona può rivolgersi a un analista transazionale per conoscersi e sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, migliorare le proprie relazioni e lo stile comunicativo con sé stesso e con gli altri. 

Questo si sostanzia nel cambiare quello che è di ostacolo nella vita quotidiana e che crea un disagio. Vuol dire, inoltre, impararsi a prendersi cura di sé acquisendo il permesso di essere sé stessi, accettando i propri limiti e rimanendo consapevoli delle proprie risorse e capacità. 

In conclusione, si può considerare il supporto di un terapeuta analista transazionale:

  • Se si è stanchi di rivivere ciclicamente situazioni in cui si percepisce il progresso degli altri mentre si assiste alla propria immobilità
  • Se si desidera prendere decisioni per la propria vita che garantiscano benessere senza arrecare danno agli altri
  • Se si prova smarrimento e non si sa come ritrovare la propria strada
  • Se si cerca finalmente ascolto, rispetto e libertà nell’espressione dei pensieri ed emozioni senza timori o sensi di colpa.