Il senso di colpa è uno stato emotivo determinato dall’aver compiuto uno specifico atto giudicato negativo.
Il fatto che venga innescato o meno, evidentemente, dipende anche e soprattutto dal contesto culturale e sociale nel quale una persona è immersa e, quindi, da ciò che viene comunemente ritenuto giusto o sbagliato.
Vediamo allora quando nasce il senso di colpa, quali sono le manifestazioni principali di questa emozione nelle persone e come fare ad affrontarlo al meglio.
Quando nasce il senso di colpa?
Il senso di colpa deriva da un disallineamento tra ciò che si ritiene giusto in base ai propri ideali, regole morali e al contesto sociale e il proprio comportamento.
Per questa ragione, viene definita come un’emozione “morale”, che è conseguenza di un comportamento non ritenuto tale, ma contrario alla propria etica e che, allo stesso tempo, inibisce dal compiere ulteriori azioni giudicate immorali.
La psicologia generale definisce il senso di colpa come un’emozione complessa, in quanto si sviluppa successivamente a quelle che sono considerate emozioni primarie, ossia la rabbia e la paura, che sono presenti nelle persone fin dalla loro nascita.
L’esperienza della colpa, dunque, si acquisisce con il tempo e nasce dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato rispetto ai propri canoni morali determinati dal contesto sociale e culturale in cui ci si trova.
Può essere considerata sia un’emozione positiva, quando è associata al senso di empatia e altruismo (la colpa può essere legata all’aver fatto del male a qualcuno), sia negativa quando, invece, è legata al concetto di punizione, che la persona sente di meritare quando ritiene di aver commesso qualcosa di sbagliato.
Generalmente, il senso di colpa è un sentimento che si esaurisce con il tempo, ma può perdurare a lungo nel momento in cui la persona non riesce ad accettare di aver sbagliato e continua a tormentarsi fino a quando non ritiene che l’errore sia stato finalmente espiato, magari dopo aver messo in atto gesti riparativi.
Colpa e psicopatologie
Anche la psicopatologia ha affrontato i sensi di colpa per provare a coglierne le differenze nei diversi disturbi.
Ad esempio, nelle forme depressive, il senso di colpa si declina nell’auto-rammarico, mentre nei disturbi di personalità antisociale può essere totalmente assente.
Il ruolo della colpa, infine, è assolutamente centrale nei disturbi ossessivo compulsivi. Essa viene analizzata secondo diversi costrutti: dal timore della colpa, alla propensione alla colpa fino alla sensibilità alla colpa.
Senso di colpa: i sintomi fisici
Il senso di colpa genera innanzitutto un malessere interiore che si può tradurre in un senso di turbamento più o meno profondo. A questa emozione, se ne possono poi associare altre, quali rabbia, paura e anche tristezza, determinati dall’aver violato i propri principi morali.
Il senso di colpa, a sua volta, può generare anche altri sentimenti come il rimorso per ciò che è stato fatto, il quale può raggiungere diversi gradi di intensità. La persona che prova senso di colpa può patire tensioni interne tali da somatizzare questi sentimenti, che possono tradursi in veri e propri sintomi fisici quali:
Il soggetto che soffre di sensi di colpa può accusare anche ansia con tutta la sintomatologia fisica associata, tra cui tachicardia, respiro corto e tensione muscolare e disturbi del sonno come l’insonnia.
Nei casi più gravi, potrebbe anche arrivare a punirsi da solo.
Come liberarsi dal senso di colpa?
Per riuscire a risolvere il proprio senso di colpa, ci si può rivolgere anche ad uno psicoterapeuta. Può essere utile soprattutto nei casi in cui ci si rende conto di non farcela da soli. Grazie allo specialista, infatti, sarà più semplice elaborare le proprie emozioni e riuscire a riconciliarsi con se stessi.
Di seguito, vediamo alcune strategie che possono rivelarsi utili a facilitare questo percorso.
Confrontarsi con le proprie emozioni
La prima cosa da fare, come già accennato precedentemente, è elaborare le proprie emozioni. In particolare, è necessario confrontarsi con i propri sentimenti e cercare di capire ciò che lì ha innescati.
Comprendere le emozioni, dunque, è la chiave per risolvere il conflitto interiore che turba la persona che si sente in colpa.
Accettare lo stato delle cose
Bisogna essere consapevoli che non si può tornare indietro e comportarsi diversamente. Continuare a rimuginare sul passato, quindi, diventa un esercizio fine a se stesso. Certamente, non può migliorare lo stato delle cose. Ciò, d’altro canto, non significa non riconoscere gli errori e assumersi le proprie responsabilità.
Imparare a perdonarsi
Imparare a perdonarsi deriva direttamente dalla consapevolezza di essere fallibili e di poter commettere degli errori. Accettare lo stato delle cose significa, quindi, anche accettare di averli commessi perché non sempre è possibile fare la cosa giusta o comportarsi correttamente. Bisogna imparare a ricostruire la stima verso se stessi, senza evadere dalle proprie responsabilità.
(9 Novembre 2022)