Minori

A che età il cellulare ai bambini? I rischi

Non esiste una risposta univoca, ma bisogna essere consapevoli che in un mondo ormai sempre più digitalizzato, è impossibile impedire l'utilizzo della tecnologia. È necessario, quindi, farlo in maniera responsabile e consapevole

A che età il cellulare ai bambini? I rischi

A che età il cellulare ai bambini? Si tratta di una domanda molto frequente non solo tra i genitori, ma anche tra psicologi ed educatori. Proviamo a rispondere.

In un mondo sempre più digitalizzato, impedire l’utilizzo della tecnologia non solo sarebbe impossibile, ma forse anche controproducente. Bisogna insegnare ai più piccoli un uso corretto ed equilibrato dei dispositivi, scongiurando i rischi che possono derivare da una eventuale dipendenza.

In questo articolo proveremo a capire quali possono essere le strategie migliori per un utilizzo sano degli smartphone da parte dei bambini.

Qual è l’età giusta per il primo smartphone?

Le posizioni, anche da parte degli esperti, su quale sia l’età giusta per consentire ai bambini l’utilizzo dei cellulari sono molteplici e, in alcuni casi, anche contrastanti.

Non è facile, infatti, dare una risposta univoca, soprattutto considerando il contesto nel quale ormai i più piccoli sono immersi. La nostra è una società sempre più digitalizzata, in cui la tecnologia ne pervade praticamente ogni aspetto. Emanciparsi da essa è praticamente impossibile. Bisogna, quindi, imparare a conviverci. Nella maniera, però, più corretta.

Da una parte, ci sono tutte le evidenze che sottolineano quanto un abuso dei dispositivi digitali possa provocare conseguenze anche gravi per la saluta sia fisica che mentale dei bambini.

Dall’altra, però, esiste la consapevolezza di quanto sia difficile, se non impossibile, impedirne l’utilizzo, per i motivi sopra citati.

Cerchiamo allora di analizzare entrambe le posizioni per provare ad arrivare ad una possibile sintesi.

Perché i bambini non dovrebbero usare il cellulare?

Per prima cosa, vediamo quali possono essere le conseguenze negative, sulla salute dei bambini, di un utilizzo precoce ed eccessivo dei dispositivi digitali.

Nei primi due anni di età, il cervello è in pieno sviluppo e diverse ricerche hanno dimostrato come la sovra-esposizione a dispositivi mobili come gli smartphone possa essere associata, nei bambini, a:

  • deficit dell’attenzione
  • disturbi nelle funzioni esecutive
  • ritardi cognitivi
  • disturbi dell’apprendimento
  • maggiore impulsività
  • scatti d’ira

L’abuso dei dispositivi digitali, inoltre, può ridurre l’attività fisica dei più piccoli rischiandone di compromettere il corretto sviluppo. La sovraesposizione agli smartphone, così come quella alla televisione e i videogiochi, infatti, è anche associata ad un maggior rischio di sovrappeso, obesità e diabete.

Anche i disturbi del sonno sono una delle possibili conseguenze di un uso smodato dei cellulari, così come una compromissione del rendimento scolastico e un rischio aumentato di sviluppare disturbi quali:

  • depressione infantile
  • ansia

Perché dare il telefono ai bambini?

Come detto, in questa società digitale, l’accesso alla tecnologia è sempre più semplice. Anche per i più piccoli. Bisogna, quindi, accettare il fatto che con la tecnologia è necessario conviverci e non rifiutarla, come qualcosa di dannoso a prescindere.

I bambini e le nuove generazioni in generale sono nativi digitali e sono completamente immersi in un mondo che cambia ad una velocità difficilmente anche solo immaginabile in passato. Ciò che serve, quindi, non è il divieto, ma un indirizzo da seguire per stare al passo, nella maniera corretta, con il cambiamento.

Compito dei genitori, quindi, è quello di preparare i propri figli ad un utilizzo consapevole e responsabile della tecnologia. Il divieto rischia solo di spingere i più piccoli ad utilizzare determinati dispositivi comunque. Con la possibilità che lo facciano senza alcun controllo da parte di un adulto.

Lo smartphone, poi, può essere considerata anche una risorsa, da utilizzare in caso di imprevisti, che può favorire lo sviluppo di una certa autonomia da parte dei bambini. Basti pensare, ad esempio, al rapporto con i compagni di scuola, con cui confrontarsi sui compiti o organizzarsi per altri aspetti della propria quotidianità, senza dover dipendere necessariamente sempre dai genitori.