Le illusioni percettive nell’esperienza e nella psicologia

A volte il cervello elabora i dati che provengono dai sensi in modo fallace o distorto, e si parla di illusioni percettive. E da questi errori di percezione la psicologia della Gestalt è in grado di studiare in che modo i dati della realtà vengono interpretati.

Le illusioni percettive nell’esperienza e nella psicologia

Si parla di illusioni percettive quando, a partire da uno stimolo esterno reale, si ha una interpretazione falsata.

Esistono diversi tipi di illusioni percettive, che sono anche utilizzate dalla psicologia della Gestalt per studiare in che modo il cervello raccoglie e integra le informazioni che arrivano dal mondo esterno.

Quali sono le principali illusioni percettive, allora, e che spiegazione è possibile darne dal punto di vista psicologico?

Che cosa sono le illusioni percettive?

Le illusioni percettive possono essere definite come vere e proprie percezioni anomale rispetto a stimoli concreti, che arrivano dal mondo reale. Rispetto allo stimolo, il fatto oppure l’oggetto sono interpretati in modo falsato. Si ha, quindi, una situazione non molto dissimile da una analoga anomalia che il cervello è in grado di produrre anche sul piano cognitivo, ovvero l’effetto Mandela, che determina la creazione di un falso ricordo.

È come se nel cervello avvenisse un errore elaborativo a partire dalla informazione che i sensi hanno portato. Questi fenomeni potrebbero accadere perché forse diversi stimoli di tipo sensoriale entrano quasi in conflitto. Si pensi ad esempio ai cerchioni di una vettura che corre a forte velocità: dopo alcuni secondi di osservazione, soprattutto quando la visione avviene su schermo, si avrà l’impressione che il cerchione improvvisamente ruoti in senso contrario.

Quando è iniziato lo studio di questi fenomeni?

In epoca moderna, l’indagine scientifica sulle illusioni percettive ha acquisito un vero slancio per la prima volta tra la fine del XIX secolo l’inizio del XX secolo, con l’emergere della psicologia come effettiva disciplina scientifica.

Tra i primi a interessarsi a questo fenomeno, si possono indicare psicologi quali Hermann von Helmholtz e Gustav Fechner, che hanno esplorato i meccanismi alla base delle illusioni ottiche e di altri fenomeni percettivi.

Quali sono le principali illusioni percettive?

Le illusioni percettive si suddividono in base alla modalità con cui la percezione risulta essere distorta, e possono essere:

  • ambigue. Sono quelle in cui un singolo stimolo sensoriale può essere interpretato in modi diversi o può essere percepito alternativamente in più modi. Un esempio classico di illusione ambigua è l’immagine del vaso di Rubin, in cui l’osservatore può percepire alternativamente un vaso o due profili in faccia. Questa illusione si chiama anche figura sfondo
  • distorte. Si alterano la percezione delle dimensioni, delle proporzioni o delle forme degli oggetti senza offrire interpretazioni alternative. Un esempio di illusione distorta è l’illusione di Müller-Lyer, in cui linee di uguale lunghezza sembrano diverse a causa di frecce orientate in direzioni opposte
  • paradossali, in cui si verifica una contraddizione tra ciò che viene percepito e la realtà oggettiva. Un esempio è l’illusione di Ebbinghaus, in cui un cerchio appare più grande o più piccolo a seconda delle dimensioni dei cerchi circostanti, nonostante le dimensioni reali siano identiche.

Alcuni esempi di illusioni percettive

Si possono indicare alcuni esempi di illusioni, tra cui:

  • effetto Stroop: riguarda il tempo di reazione rallentato quando il colore di una parola non corrisponde al significato della parola stessa. Per esempio, la parola “blu” scritta in rosso
  • il vaso di Rubin: mostra un’immagine che può essere interpretata in due modi distinti, come due facce o come un vaso
  • distorsione di Ponzo: si verifica quando due linee parallele sembrano non essere più parallele a causa di elementi di sfondo che le circondano
  • baffi di Kásner: ovvero la percezione di due rettangoli identici che sembrano diversi a causa della presenza di linee “a baffi” intorno ad essi.

Le illusioni percettive nella psicologia della Gestalt

La psicologia della Gestalt, o psicologia della forma, utilizza le illusioni percettive come strumenti per studiare in che modo il cervello organizza e interpreta le informazioni sensoriali con il fine di creare un’esperienza coerente di realtà.

Secondo la prospettiva gestaltica, la percezione non si limita a una semplice somma degli stimoli sensoriali, ma implica processi di organizzazione e elaborazione che integrano le informazioni in modo significativo. Le illusioni percettive sono esempi di come il nostro cervello tende a organizzare le informazioni in modo automatico, anche se ciò può determinare una distorsione della percezione effettiva.

Le illusioni percettive consentono ai ricercatori della psicologia della Gestalt di studiare i prìncipi che guidano l’organizzazione percettiva. Principi quali:

  • figura-sfondo
  • vicinanza
  • continuità
  • simmetria.

Lo studio delle illusioni risulta utile per comprendere in che modo questi quattro principi di organizzazione influenzino la percezione, e come il cervello integri e interpreti le informazioni visive per creare un significato coerente.

Grazie alle illusioni percettive è possibile studiare il ruolo delle aspettative cognitive nella percezione. Le esperienze passate, infatti, le conoscenze acquisite e le aspettative influenzano il modo in cui le informazioni sensoriali sono interpretate, e le illusioni possono rivelare come queste aspettative influenzano la percezione.

 

Che differenza c’è tra illusioni e allucinazioni?

Entrambe queste esperienze riguardano la percezione, ma hanno caratteristiche diverse tra loro. Le illusioni rappresentano distorsioni o errori nella percezione di un oggetto reale o di una situazione, e questo perché l’interpretazione dei dati sensoriali è in qualche modo distorta o deviata.

Le allucinazioni sono percezioni che non hanno una causa esterna reale o oggettiva. Si tratta di esperienze soggettive in cui si percepisce qualcosa che non è realmente presente nel mondo esterno. Le allucinazioni possono coinvolgere tutti i sensi. Sono considerate sintomi di disturbi psicotici come la schizofrenia, ma possono anche essere causate da altri fattori come l’uso di sostanze psicotrope, l’epilessia o altre patologie. A differenza delle illusioni, le allucinazioni non possono essere corrette cambiando la prospettiva né reinterpretando le informazioni fornite dai sensi.

Il fenomeno chiamato déjà-vu può essere considerato, in una certa misura, una forma di allucinazione.

A cosa sono dovute?

Ci sono diverse ipotesi che cercano di spiegare questo tipo di percezione, tra le principali si possono indicare:

  • processi di elaborazione percettiva: secondo questa ipotesi, le illusioni percettive si verificano a causa di processi di elaborazione percettiva che sottostanno all’organizzazione e all’interpretazione delle informazioni sensoriali. Questi processi possono essere influenzati da fattori cognitivi, culturali e individuali, che portano a percezioni distorte
  • schemi percettivi: sono modelli mentali che aiutano a interpretare il mondo. Anche se a volte questi schemi possono portare a percezioni erronee. Ad esempio, la illusione di Müller-Lyer è un’illusione percettiva in cui due linee di uguale lunghezza sembrano essere diverse a causa della disposizione delle frecce su di esse. Questa illusione si ritiene essere il risultato di schemi percettivi errati che influenzano la nostra percezione delle lunghezze delle linee
  • contesto visivo: il contesto visivo in cui si percepiscono gli oggetti può influenzare la percezione. Nel fenomeno dell’illusione di Ponzo, accennato in precedenza, due linee parallele sembrano divergere se sono circondate da linee convergenti. Questa illusione si ritiene essere il risultato della percezione delle linee in relazione al loro contesto visivo.