Il narcisista overt e l’adolescenza

Il narcisista overt non nasconde affatto la sua natura: manca di empatia, cerca continue attenzioni e usa gli altri fino alla manipolazione. Eppure, a volte sa essere pericoloso, e per uscire dalla sua influenza può essere utile un sostegno psicologico.

Il narcisista overt e l’adolescenza

Questa forma più dichiarata ed esplicita del disturbo narcisistico di personalità fa sì che fantasie di successo, senso di sé grandioso, sostanziale disinteresse verso i bisogni degli altri siano certamente più espliciti, ma non per questo meno insidiosi e potenzialmente tossici.

Quali caratteristiche lo distinguono, allora, e come agisce in amore e nelle relazioni d’amicizia il narcisista overt? Come riconoscerlo e, soprattutto, come comportarsi con un narcisista overt? La dottoressa Alessia Bajoni, responsabile del Servizio specialistico di Psicologia e Psicoterapia per adolescenti Santagostino, risponde a queste domande.

Cosa si intende per narcisista overt?

L’organizzazione narcisistica a livello psicopatologico riunisce al suo interno varie strutture di personalità accomunati da un modello pervasivo di:

  • grandiosità
  • necessità di adulazione
  • mancanza di empatia

e dalla presenza di caratteristiche quali:

  • ‘convinzione di essere speciali e unici e di doversi associare solo a persone di altissimo livello’
  • ‘il bisogno di essere incondizionatamente ammirati’
  • ‘sfruttamento degli altri per raggiungere i propri obiettivi’.

Queste ultime caratteristiche si ritrovano nel DSM V-TR.

Paul Wink, in un suo studio, individua due forme di narcisismo, covert e overt. Il narcisismo overt ha un’elevata autostima, bassa tolleranza alle critiche, mostra un atteggiamento sicuro e un atteggiamento svalutante ed evitante rispetto alle relazioni affettive, perché possono minare la propria immagine di grandiosità, un’ossessione per il potere e il successo e una mancanza di empatia.

Il narcisista covert nasconde dietro uno stile relazionale timido e ritirato, con dei vissuti di inferiorità e vergogna, un bisogno di essere idealizzato e di essere riconosciuto nella propria grandiosità.

Cause e fattori del narcisismo overt

Otto F. Kernberg, in uno studio del 1970, evidenzia una mancanza di cure e la presenza di genitori anaffettivi o aggressivi e che hanno spostato sui figli aspettative personali latenti legati a ideali del Sé, spesso non realizzati. I pazienti con un funzionamento narcisistico di tipo overt realizzano successi a livello di immagine e di benessere economico che completano genitori con profondi vissuti fallimentari. O genitori che hanno bisogno di sentire che i propri figli li possono raggiungere o superare.

La qualità della relazione con la madre ha caratteristiche di idealizzazione, come se ci fosse un progetto inconscio volto a trasformare il figlio in un soggetto perfetto, socializzato, competente, immune al dolore. Tale piano immaginario ideale viene spesso condiviso con altre figure di riferimento e interiorizzato sin dai primi passi dal bambino. Sono state anche evidenziate le ‘capacità intuitive’ dei bambini che potrebbero in futuro sviluppare dei tratti narcisistici: si tratta di ‘bambini che sembrano percepire in modo quasi soprannaturale gli affetti, gli atteggiamenti, le aspettative non dichiarate degli altri’, scrive McWilliams nella sua Diagnosi psicanalitica.

Altri autori come Alice Miller, nella Persecuzione del bambino, evidenzia ‘l’utilizzo inconsapevole’ da parte dei genitori di queste ‘qualità intuitive naturali’ per mantenere la propria autostima (dei genitori), come estensione appunto narcisistica di Sé.

Funzionamento del narcisista overt

Il narcisista overt ne consegue che sviluppa una vulnerabilità importante ai fallimenti e alle frustrazioni, rimanendo intrappolato nei meccanismi difensivi dell’idealizzazione, della svalutazione e del perfezionismo. L’aspetto più apparente del narcisista overt risiede proprio nell’idealizzazione del Sé e nella svalutazione degli altri.

Il narcisista ha un’immagine grandiosa interiore di Sé, che tende ad affermare nella realtà, spostando gli aspetti fallimentari, deboli e critici all’esterno. Il bisogno di effettuare per Sé e gli altri ‘scelte grandiose’ emerge anche dal bisogno di ‘classificare, capire qual è la persona, la situazione migliore in un determinato momento’, che spesso sostituisce riflessioni più personali, emotive, soggettive. Un altro aspetto di funzionamento e comportamento, segnale di un comportamento narcisistico overt, è la tendenza a essere ‘perfezionisti’ in tutta la propria vita: dal lavoro alle scelte affettive alla cura della propria immagine.

Il fallimento viene vissuto come una pecca o una colpa o una vergogna da nascondere: il narcisista non accetta la dimensione umana della vita, che implica anche la possibilità e libertà di sbagliare. La ricerca di perfezione si può esprimere in un atteggiamento critico (esplicito o implicito) verso sé e gli altri e una impossibilità nel provare gioia e soddisfazione autentica nella propria vita.

Come si comporta un narcisista overt nelle relazioni?

Le relazioni affettive e sentimentali del narcisista overt sono caratterizzate da mancanza di empatia, da un bisogno importante di essere ammirati e di mantenere un ruolo di controllo e di superiorità sugli altri, nonostante abbiano molto bisogno degli altri come ‘specchio e conferma di Sé’. Spesso possono instaurare dinamiche competitive anche all’interno di una relazione affettiva e amicale, in cui prevale il bisogno di valutare l’altro e sé stesso ad aspetti di supporto, condivisione e solidarietà e dunque amore.

Il narcisista overt può avere reazioni emotive forti, disregolate, di rabbia o vergogna nel momento in cui l’altro non riconosce la sua grandiosità, criticandolo, o quando rimane fuori dal suo controllo, come nel caso di un distacco affettivo  o di una conclusione di una relazione sentimentale. In tal caso la rabbia può prendere anche l’espressione aggressiva agita attraverso minacce, vendette e persecuzioni.

L’altra emozione che può facilmente provare il narcisista è la vergogna, legata al rendersi conto di non essere all’altezza delle proprie aspettative nelle proprie prestazioni, nei propri comportamenti e reazioni, nella propria immagine esteriore. Il vissuto della vergogna è strettamente legato a un confronto tra Sé ideale e Sé reale, un confronto deludente da cui il soggetto narcisista ne esce con un senso di umiliazione e una consapevolezza di un senso di inadeguatezza.

Spesso il senso di vergogna è la porta di accesso allo sviluppo di importanti stati depressivi e anche alla possibilità che un narcisista overt possa chiedere un aiuto psicoterapico a un professionista.

Narcisismo overt e adolescenza

Come già evidenziato nell’articolo sul ‘Narcisismo covert e adolescenza’, non è possibile parlare di un funzionamento narcisista overt di un adolescente, ma di tratti o di una tendenza allo sviluppo di una personalità narcisista. Questo perché l’adolescente è in una fase di strutturazione della propria identità e dunque in una fase che risulta pregna di temi e interrogativi ‘narcisisti’ rispetto alla propria adeguatezza e alle conferme cercate, attese da parte degli altri, in particolare da parte dei coetanei, su di sé, sulla propria immagine, sulle proprie qualità e capacità.

L’adolescente è dunque di per sé narcisisticamente vulnerabile, in quanto ancora in fase di crescita e costruzione del Sé: richiede una conferma dello sguardo dell’altro, dei genitori, di insegnanti ed educatori, dei pari, prima che la possibilità di costruirsi una validazione interiore e personale.

Il passaggio da una famiglia ‘normativa’ a una famiglia affettiva e relazionale (come scrivono Lancini e Salvi in Gli adolescenti a scuola all’epoca di internet e del narcisismo, 2018), quella attuale, ha ampliato i modelli di identificazione degli adolescenti, sostenendo una cultura familiare più attenta alla realizzazione personale e al benessere soggettivo, attraverso l’espressione delle proprie qualità, che al rispetto di modelli legati al rispetto di regole e del senso del dovere.

Gli adolescenti dunque di oggi crescono con una bassa familiarizzazione alla gestione della frustrazione e della delusione: più che attuare una ribellione o una sfida dell’autorità, preferiscono la via della delusione come modalità per differenziarsi dall’autorità e dalle figure di riferimento.

Bullismo e cyberbullismo e narcisismo overt

All’interno di questo contesto si può individuare un funzionamento simile al narcisista overt in tutti i fenomeni di bullismo e cyberbullismo assumendo il punto di vista di chi agisce tali comportamenti.

‘Il bullismo e il cyberbullismo sono caratterizzati da manifestazioni violente e intenzionali, di tipo verbale, fisico, sociale, ripetute nel tempo da parte di un singolo o da più persone, anche online (cyberbullismo)’, questo secondo il Ministero della Salute. Alcune ricerche e indagini attuali evidenziano una sempre maggiore frequenza di comportamenti che possono essere connotati come bullismo e cyber bullismo sin dalle scuole dell’infanzia.

Spesso i bulli e cyberbulli utilizzano la violenza agita, verbalmente, psicologicamente o online come modalità di proiezione e scissione di aspetti Sé fragili e non accettati, che colpiscono nell’altro al fine di non mettersi in discussione. È ovviamente un comportamento che denota una difficoltà nel regolare le proprie emozioni, una confusione della distinzione tra Sé e altro da Sé, una scarsa consapevolezza della presenza di regole e limiti delle relazioni sociali.

Nel caso del cyberbullismo gli aggressori utilizzano l’anonimato e la distanza del mondo virtuale per mettere in scena un’aggressione verbale e meccanismi di violenza psicologica a danni delle vittime che ha delle conseguenze devastanti sia per il valore che gli adolescenti attribuiscono ai social e all’immagine che i social veicolano, sia perché i messaggi online sono pubbliche e persistono nel tempo.

Alcuni studi, come il rapporto Clusit 2020, indicano una percentuale del 35% di adolescenti italiani che hanno subìto cyberbullismo, altre indagini (Sistema di sorveglianza Health Behaviour in School age-Child Italia, Istituto Superiore di Sanità, 2022) rilevano un 15% di adolescenti che dichiarano di aver subito almeno una volta bullismo e cyberbullismo, con un aumento di incidenza negli undicenni pari al 20%.

Forme di bullismo e cyberbullismo

Vi sono varie forme di cyberbulismo e bullismo che è bene riconoscere in modo tale da poter chiedere aiuto a genitori, educatori, insegnanti e autorità. Sia il bullismo che cyberbullismo hanno conseguenze importanti sulla propria salute mentale e qualità di vita sia per chi le subisce ma anche per chi le agisce.

Sono esempi di cyberbullismo:

  • harassement, o molestie: ovvero messaggi offensivi e denigratori ripetuti
  • cyberstalking: quando la vittima inizia a temere per la propria incolumità e insicurezza e quando si rileva una escalation nei comportamenti agiti online intimidatori
  • revenge porn: ovvero divulgazione di materiale intimo, foto, video, immagini, senza il consenso della vittima
  • exclusion: esclusione sociale deliberata e immotivata da gruppi online sociali
  • cyberbashing: video in cui ragazzini riprendono altri che picchiano un coetaneo.

Vi sono anche varie forme di bullismo:

  • bullismo verbale: si tratta di insulti attraverso parole umilianti che hanno come bersaglio caratteristiche specifiche del soggetto fisiche, psicologiche o personali. Orientamento sessuale, caratteristiche del corpo, aspetti del carattere, appartenenze culturali, religiose
  • bullismo fisico: implica un atto fisico caratterizzato da violenza e invasione nella sfera fisica come ad esempio attraverso un atto fisico violento come pugno o sgambetto, un furto intenzionale o ancora attraverso una minaccia
  • bullismo sociale: attraverso l’esclusione di un ragazzo da un gruppo o la condivisione di informazioni lesive senza consenso
  • bullismo diretto o indiretto: in base a quanto l’atto violento sia diretto alla vittima o avvenga in maniera indiretta, ma comunque con conseguenze sulla sua vita personale.

Come comportarsi con un adolescente che mostra un narcisismo di tipo Overt?

Il lavoro terapeutico con gli adolescenti, che svolgo insieme ai colleghi della mia equipe presso il Servizio specialistico adolescenti del Santagostino, apre a delle riflessioni complesse e importanti su alcuni fattori di cura. Fattori centrali, nel momento in cui un adolescente, narcisista o bullo che sia, si permette di entrare in ‘crisi’ e chiedere aiuto ai genitori e poi agli psicoterapeuti.

Nel momento di crisi è fondamentale restaurare una sorta di patto e alleanza educativa e terapeutica tra le varie figure adulte, psicoterapeuti, educatori, insegnanti, genitori. Figure di riferimento che sostengono il giovane nel momento di fragilità e sofferenza, che lo aiutano a risignificare ciò che nelle generazioni precedenti si è perso. Ovvero il valore dei limiti e delle frustrazioni non come punizione dall’alto, ma come protezione del Sé da rischi, pericoli e da un vissuto di alienazione nelle relazioni affettive.

Tale risignificazione deve essere accompagnata da una costruzione di una vicinanza in cui il legame affettivo con l’altro sostenga il lavoro di disinvestimento delle maschere narcisistiche. E in cui i limiti siano in un certo senso capiti e richiesti dal giovane stesso.

La costruzione terapeutica, attraverso una rete di collaborazione tra le figure adulte di riferimento, permette al giovane narcisista di rendersi conto delle lenti offuscate da cui guardava la realtà. Così da riacquisire la possibilità di accedere a una vita come palestra e apprendimento dagli errori per poter costruire il vero Sé.